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L’Italia a colori dei congressi PD: mappa del voto

La prima parte del Congresso PD volge al termine. Con il voto dei circoli, gli iscritti al PD si sono potuti esprimere sulla leadership di quella che dovrebbe essere, stando ai sondaggi, la prima forza politica italiana. Certamente, questo stadio è solo parziale e la parola fine arriverà solo l’8 dicembre con le primarie ‘aperte’, ma rimane l’interesse verso il modo in cui il cosiddetto ‘apparato’, i quadri locali e più in generale i militanti del PD guardano la sfida tra Renzi, Cuperlo, Civati e Pittella.

Secondo i dati che abbiamo raccolto qui, e che sostanzialmente coprono tutte le province d’Italia con dati definitivi o quasi (peraltro confermati dal Pd stesso) Renzi ha prevalso di circa 8 punti sullo sfidante Cuperlo, espressione in teoria del corpo militante chiamato a votare a questo round. Ma al di là della dimensione e dei rapporti di forza, può essere interessante uno sguardo alla distribuzione geografica del voto, attraverso la nostra mappa interattiva per provincia.

Il sindaco di Firenze si afferma come il più votato in maniera abbastanza uniforme in buona parte del Paese, benché variando notevolmente nelle dimensioni. Gli avversari si concentrano perlopiù in alcune sacche (con la parziale eccezione di Cuperlo, presente sia al Nord sia nelle zone rosse sia al Sud), così che il successo del ‘rottamatore’ sembra ben distribuito nazionalmente. In particolare, Renzi porta a casa quasi l’intera Campania (dove colpisce il 70% che otterrebbe in provincia di Salerno, feudo del sindaco Vincenzo De Luca) e tutte le Marche, fallendo l’en-plein in Toscana a causa di Pisa e Livorno (per una volta unite) e Massa-Carrara. La “sua” Firenze non lo delude, incoronandolo primo con il 59% in provincia (il 60% in città). A Renzi andrebbero anche altre province importanti quali Roma (dove il voto fuori città ha ribaltato l’ottimo risultato riportato da Cuperlo nella Capitale), Napoli e Torino, ma anche Palermo.

Gianni Cuperlo invece, l’uomo che a detta di molti in questa competizione incarna maggiormente la continuità con la gestione uscente, costruisce la sua trincea in Emilia Romagna, vincendo nettamente nella ‘capitale’ storica della sinistra italiana, Bologna, e prevalendo di una manciata di voti anche a Ravenna e Parma (perde d’altro canto nel piacentino, zona di origine di Bersani), come pure affermandosi in zone storicamente “rosse” quali Genova, la già citata Livorno e Perugia, oltre a Roma città e Milano. Al Sud, la situazione è molto più varia: più ombre che luci in Campania, bene in Puglia (dove riesce a strappare a Renzi la provincia del capoluogo Bari, superando l’endorsement renziano del sindaco Emiliano), Calabria e Abruzzo oltre che nella Sardegna meridionale e nelle zone forti dei suoi grandi elettori, come la provincia di Enna.

I due outsider, Civati e Pittella, in corsa entrambi per la terza piazza che permette l’accesso alle primarie di dicembre, presentano due geografie quasi opposte. Il parlamentare lombardo ottiene una buona affermazione al Nord superando il 20% in varie province quali Monza (suo collegio per 10 anni come consigliere regionale), Aosta e Trento (dove arriva a una manciata di voti dal primo posto), ma anche Vicenza e Cuneo, e ottiene un buon risultato a Milano città (18%). Al Sud però, con l’esclusione di Foggia, Civati scende ampiamente sotto il 10%, risultando spesso dietro a Pittella (per esempio a Bari, Lecce, Salerno, Caserta, Agrigento, Cosenza, Reggio Calabria). La geografia del consenso di Gianni Pittella è invece opposta: al Settentrione l’europarlamentare è quasi inesistente, finendo sotto l’1% in tutto il Veneto e in numerose province fra Piemonte, Lombardia e Emilia-Romagna; al Sud invece supera il 10% a Napoli come in buona parte della Puglia e della Calabria, e vince nella sua Potenza con un clamoroso 58%. Nel complesso, tuttavia, resta dietro a Civati e termina in quarta posizione, finendo per essere escluso dal voto dei gazebo.

Matteo Cavallaro

Collezionista di titoli di studio, emigrato oltralpe, gran tifoso della Juventus. Mi occupo di tutto ciò che collega elezioni ed economia, cercando di capire come e se queste si possano influenzare a vicenda.

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