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Sondaggi sulle primarie, la classifica di precisione

Le primarie che domenica scorsa hanno incoronato Matteo Renzi nuovo segretario del Pd sono state in parte una conferma (ha vinto il favoritissimo della vigilia), in parte una sorpresa (soprattutto per l’affluenza, che molti osservatori temevano potesse crollare sotto il milione e mezzo di votanti ed è invece arrivata a superare i 2,8 milioni). Fra le sorprese positive possiamo annoverare la performance generalmente molto buona dei sondaggi pre-elettorali, che non solo hanno azzeccato unanimemente il vincitore – era facile, stavolta – ma hanno anche fotografato correttamente le proporzioni del voto ai tre candidati, con un errore mediamente molto contenuto. Che questo sia dovuto a fattori strutturali, come la maggiore propensione a riferire onestamente a un intervistatore le proprie opinioni da parte di un elettorato ‘militante’ come quello delle primarie, o a una pura combinazione è presto per dirlo.

Un paio di semplici calcoli basati sull’ultima stima pubblicata dai nove istituti che hanno diffuso sondaggi sul voto nei gazebo nell’ultimo mese (Demopolis, Ipr, Ipsos, Ispo, Ixé, Lorien, Quorum e Tecné) ci consentono comunque di evidenziare che l’errore medio assoluto (cioè depurato del segno “più” o “meno”, così da penalizzare sia sovrastime sia sottostime nelle percentuali attribuite ai tre candidati) è stato pari al 2,6%.

Osservando nel dettaglio l’andamento delle rilevazioni, si può trarre una prima graduatoria di precisione, che vede nelle prime tre posizioni Lorien, Ipr e Quorum, seguite da Demopolis, Ixé, Ipsos, Ispo e in ultima piazza Tecné:

Nel complesso, il consenso dei sondaggisti italiani ha lievemente sottostimato Renzi (65% la media delle rilevazioni, 67,6% il suo dato definitivo) e Civati (13,0% a fronte del 14,2% ottenuto nelle urne), a vantaggio di Cuperlo (accreditato del 22%, si è poi fermato al 18,2).

Anche il calcolo di un altro indicatore statistico, la deviazione standard, cioè in questo caso la dispersione degli errori dalla media degli errori (qui una definizione più approfondita), restituisce valori analoghi a quelli dell’errore medio, e compresi tra lo 0,37% di Lorien e il 6,18% di Tecné: e anche qui Lorien, Ipr e Quorum sono i soli tre istituti a far registrare un dato migliore di quello della media dei sondaggi.

È bene comunque fare una precisazione conclusiva: i sondaggi osservati sono stati condotti in momenti diversi della fase pre-elettorale, e possono dunque riflettere oscillazioni dell’andamento delle intenzioni di voto. Per esempio, sui tre sondaggi più precisi (quelli di Lorien, Ipr e Quorum), solo Ipr ha rilevato le opinioni dopo il confronto tv su Sky del 29 novembre, mentre Lorien e Quorum hanno svolto le interviste prima, il che spiegherebbe la leggera sottostima di Civati risultato il più convincente nel dibattito e la lieve sovrastima di Cuperlo, che a detta di molti osservatori è stato il meno brillante nella serata di Sky.

Due dei quattro sondaggi con l’errore più elevato (Ipsos e Ispo), poi, sono stati realizzati fra 20 e 25 giorni prima delle elezioni, e questo può spiegare la performance non entusiasmante di due istituti molto accreditati e attendibili. Lo stesso non si può dire per due stime rilasciate invece nei giorni immediatamente precedenti il voto: Ixé (errore medio 3,2%, comunque non eccessivo) e soprattutto Tecné, che – outlier in questa campagna elettorale dando Cuperlo stabilmente sopra il 30 per cento e Civati sotto il 10 – è andata molto lontana dai risultati reali, accumulando un errore medio addirittura del 13,9% e una deviazione standard pari a 6,18 punti percentuali.

P.S. Come noto e indicato anche su questo sito, YouTrend è un progetto di informazione di Quorum; a garanzia della trasparenza delle nostre analisi, garantiamo che nessun dato è stato alterato o mal interpretato al fine di favorire la performance di Quorum rispetto ad altri istituti, e che tanto il calcolo dell’errore medio assoluto quanto quello della deviazione standard hanno restituito la stessa graduatoria

(collaborazione di Roberto Greco e Matteo Cavallaro)

Lorenzo Pregliasco

Nato nel 1987 a Torino. Si è laureato con una tesi su Obama, è stato tra i fondatori di Termometro Politico, collabora con «l'Espresso» e ha scritto su «Politico», «Aspenia», «La Stampa».
È regolarmente ospite di Sky TG24, Rai News, La7 e interviene frequentemente su media internazionali come Reuters, BBC, Financial Times, Wall Street Journal, Euronews, Bloomberg.
Insegna all'Università di Bologna, alla 24Ore Business School e alla Scuola Holden.
Ha scritto Il crollo. Dizionario semiserio delle 101 parole che hanno fatto e disfatto la Seconda Repubblica (Editori Riuniti, 2013), Una nuova Italia. Dalla comunicazione ai risultati, un'analisi delle elezioni del 4 marzo (Castelvecchi, 2018) e Fenomeno Salvini. Chi è, come comunica, perché lo votano (Castelvecchi, 2019).
È direttore di YouTrend.

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