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Cos’è successo alle elezioni regionali in Sicilia

Al termine di uno spoglio infinito, terminato solo nella tarda serata di lunedì, le elezioni regionali siciliane hanno restituito un risultato netto: Nello Musumeci è il nuovo Presidente della Regione, e la sua coalizione di centrodestra ha ottenuto la maggioranza all’Assemblea Regionale Siciliana.

L’AFFLUENZA

Molti hanno sottolineato come il vero vincitore di queste elezioni sia stato però un altro, ossia l’astensione. In effetti è vero che si è recato alle urne meno di un siciliano su due, più precisamente il 46,75%. Non si è trattato però di un crollo: nel 2012, alle precedenti Regionali, il dato era stato quasi identico: il 47,4%. Le mappe dell’affluenza comunale, elaborate dal nostro Matteo Cavallaro, ci dicono inoltre che questa è stata a macchia di leopardo. In alcuni comuni, ad esempio, si è superato il 60%.

Rispetto a cinque anni prima, l’affluenza è aumentata soprattutto in alcuni comuni nelle province di Palermo, Messina, Catania e Siracusa. Mentre in province come Trapani, Caltanissetta, Enna e Ragusa c’è stato un calo lieve ma quasi uniforme.

IL VOTO AI CANDIDATI

Vediamo ora i risultati: Nello Musumeci ha vinto nettamente, sfiorando il 40% (39,8%) e distanziando il suo più diretto inseguitore, Giancarlo Cancelleri (34,7%) di cinque punti e più di 100.000 voti. Deludente la prestazione del candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari, che non raggiunge la soglia psicologica del 20% fermandosi al 18,7%: eppure vince nettamente la sfida “interna” con il candidato della sinistra radicale, Claudio Fava, che non va oltre il 6%.

Sono risultati sorprendenti? Non proprio. Musumeci era in effetti dato come favorito già da diversi mesi, come abbiamo riportato anche noi (su Agi). Si sapeva già in anticipo che il suo sfidante più prossimo sarebbe stato Cancelleri, e che Micari e Fava si avviavano a doversi accontentare del terzo e quarto posto. Da questo punto di vista, occorre fare certamente un plauso agli istituti di sondaggio che hanno “catturato” correttamente le tendenze in un contesto come quello siciliano in cui il voto è determinato anche da dinamiche difficili da rilevare con delle interviste a campione – si pensi al ruolo dei candidati consiglieri a caccia di preferenze.

Sulla base del voto ai candidati presidente abbiamo provato a fare una stima di cosa potrebbe succedere alle Politiche nei collegi uninominali (previsti dal Rosatellum) in Sicilia. Il risultato è una netta prevalenza del centrodestra, che vincerebbe in 12-14 collegi. Al Movimento 5 stelle andrebbero i restanti 6-8 collegi. PD e alleati non vincerebbero nessun collegio.

IL VOTO ALLE LISTE

L’analisi del voto alle liste consente di fare alcune osservazioni interessanti. Da notare, prima di tutto, il fatto che Cancelleri abbia ottenuto oltre 200 mila voti in più rispetto alla sua lista, quella del M5S: non si tratta (solo) di un forte voto disgiunto a suo favore, ma anche del fatto che molti suoi elettori hanno votato per lui senza votare anche la lista. Nonostante ciò, i grillini ottengono comunque un discreto risultato, quasi raddoppiando il dato 2012 quando già furono – a sorpresa – la lista più votata (dal 14,9% al 26,7% di oggi). I partiti delle altre coalizioni scontano, come tutte le elezioni amministrative, la presenza di liste “civiche” e “del presidente”, ma è comunque indicativo che Forza Italia sia la seconda lista (16,4%) davanti al Partito Democratico – che nonostante la débacle ottiene un 13% che quasi eguaglia il risultato del 2012 (13,4%). Nel centrosinistra vi è stata una situazione opposta a quella del M5S: la candidatura di Micari è risultata troppo debole, ottenendo nel complesso oltre 100 mila voti in meno rispetto alle sue liste. Secondo i flussi elettorati elaborati dall’Istituto Cattaneo, Micari ha ereditato meno di un elettore su 4 di Crocetta, candidato (vincente) del centrosinistra 5 anni fa.

Anche questa volta è stato rilevante il ruolo dei centristi, da sempre messi bene in Sicilia: meglio quelle di Musumeci (UDC e Idea Sicilia) che hanno ottenuto il 7% ciascuna, mentre delude Alternativa Popolare, il partito di Alfano schierato con Micari che si ferma sotto la soglia di sbarramento del 5% e non entrerà in ARS. Come ha fatto notare Vincenzo Emanuele del Cise la performance delle liste minori è stata il fattore decisivo che ha consentito alla coalizione di Musumeci di raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi (36 su 70), al termine di uno spoglio da questo punto di vista molto “thrilling” in cui questo esito non appariva affatto scontato. Infatti, alla fine tutte le liste di Musumeci hanno superato la soglia del 5% ottenendo seggi ed evitando di disperdere voti, cosa che invece non è avvenuta per ben due liste di Micari (tra cui la già citata AP). La stesa lista di Claudio Fava ha superato la soglia di sbarramento per un soffio (5,2%). Musumeci ha una maggioranza non molto ampia, ma almeno sulla carta autosufficiente, che non lo obbligherà a cercare i voti di consiglieri eletti con altre coalizioni, come capitò a Crocetta nel 2012.

LE CONSEGUENZE SUL PIANO NAZIONALE

Difficile pensare che questo voto non avrà conseguenze sulla politica nazionale. La pesante sconfitta del centrosinistra, che esprimeva il governatore uscente, contribuisce a mettere in discussione la leadership di Matteo Renzi, peraltro lo scopo dichiarato sia di alcuni soggetti a sinistra del PD sia dello stesso M5S (come dimostra il rifiuto di Di Maio di partecipare al dibattito da lui stesso sollecitato). Lo stesso Movimento di Grillo può dirsi in qualche modo vincitore, essendosi dimostrato in grado di competere per la vittoria in una grande Regione – ed è la prima volta che ciò avviene – e allo stesso tempo evitando di caricarsi sulle spalle una difficile prova di governo (per di più dovendo cercare alleanze in seno all’ARS). Ma il vero, indiscutibile vincitore di questa tornata elettorale è il centrodestra, che si presenta con una coalizione unita e con una candidatura efficace e nei prossimi mesi proverà certamente a rafforzarsi nell’opinione pubblica come il polo favorito alle prossime elezioni politiche, un ruolo che i sondaggi a dire il vero gli assegnano già da qualche mese.

IL VOTO ALLE LISTE COMUNE PER COMUNE

Chiudiamo con le mappe, realizzate da Matteo Cavallaro, con la distribuzione del voto alle liste e alle varie coalizioni (nel caso di Cancelleri e Fava, la coalizione è ovviamente composta di una sola lista), e le variazioni rispetto al 2012. Da notare in particolare come le zone in cui il centrosinistra ha perso maggiormente corrispondano a quelle in cui il centrodestra è avanzato in misura maggiore. E questo forse la dice più lunga di qualsiasi grafico sui flussi… 

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

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