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Berlusconi può rivincere?

La nuova “discesa in campo” di Silvio Berlusconi ha avuto molto risalto nei media, sia in Italia che all’estero. Decisione dovuta a sondaggi che assegnano un consistente valore aggiunto al PDL in caso di impegno “diretto” dell’ex premier, si è detto. La domanda principale però è a nostro avviso un’altra, quando ci si candida esplicitamente in una competizione elettorale: ci sono possibilità di vittoria? Silvio Berlusconi si è candidato a presiedere il Governo in cinque elezioni politiche consecutive dal 1994 ad oggi, raggiungendo l’obiettivo per ben tre volte: è possibile che ci riesca per la quarta volta? Lo abbiamo chiesto ad analisti di primo piano, sondaggisti, esperti di comunicazione o giornalisti di importanti testate. Ecco le loro risposte.

Marco Cacciotto (docente di comunicazione politica): Penso sia improbabile che possa vincere; però ad oggi mancano alcuni elementi chiave: quale sarà legge elettorale? Quale l’offerta politica alternativa? Sappiamo di una probabile alleanza guidata dal PD di Bersani, ma con quali contorni, quali proposte? E poi ci sono vere e proprie incognite: Montezemolo, Grillo…difficile valutare oggi tutte le possibilità. Alle condizioni attuali è impossible che Berlusconi possa vincere, a meno di un vero e proprio suicidio del centrosinistra. Nella situazione fluida come quella che sta vivendo la politica italiana, tutto può succedere, Berlusconi è in gamba a connettersi con i suoi elettori, ma il suo governo è caduto dopo un lungo logoramento dell’opinione pubblica nei suoi confronti. Se si andrà verso una legge elettorale di tipo proporzionale la sua sfida non sarà quella di vincere, ma di non far vincere gli altri, e conservare un potere d’influenza sul governo che verrà.

Giovanni Diamanti (Quorum): Berlusconi rimane il miglior comunicatore italiano: dal 1994, ad ogni elezione, con la sola eccezione delle Politiche del 1996, ha ottenuto più voti del previsto. Con lui in campo il centrosinistra non può stare tranquillo. Tuttavia il Cavaliere e il suo partito non sono mai stati così deboli, nei livelli di fiducia e nelle intenzioni di voto. Penso che con una gran campagna elettorale possa recuperare il voto di molti ex PDL ora indecisi o tendenti all’astensione e di qualche grillino, perché pur avendo indici di gradimento bassi rimane uno dei pochi leader in grado di galvanizzare e mobilitare la propria base elettorale. Ma non vedo i margini per arrivare a vincere le elezioni.  Ad oggi, il PDL è sotto il 20%, e non può contare su una coalizione definita. Troppo poco per sperare di vincere le elezioni, anche con una grande rimonta, dopotutto il centrosinistra nel suo classico “schema di Vasto” rimane stabile attorno al 40% da molto tempo e difficilmente scenderà. Dubito poi che l’UDC si alleerebbe con il PDL, e non è sicura neanche l’asse con la Lega maroniana. Comunque tutto può succedere, ma sinceramente non vedo lo spazio politico necessario a recuperare il gap col centrosinistra.

Ludovico Gardani (Demos & Pi): Non penso che Berlusconi possa rivincere le elezioni. Il suo indice di fiducia è oggi molto basso, e negli ultimi mesi è ulteriormente sceso, così come il PDL nelle intenzioni di voto. Sebbene il suo partito sia crollato negli ultimi mesi, senza Berlusconi alla guida, anche con lui alla leadership era sceso dal 37% delle Politiche 2008 a poco più del 20%. Non va comunque sottovalutato: la sua candidatura alimenterebbe una nuova ventata di antiberlusconismo, dalla quale il Cavaliere ha dimostrato più volte di saper trarre vantaggio. Sicuramente sarebbe in grado di recuperare voti di suoi ex elettori che riuscirebbe a galvanizzare, ma al contempo perderebbe il sostegno di chi aveva apprezzato la prospettiva di un PDL nuovo e “deberlusconizzato”.
In Italia oggi c’è uno spazio politico libero molto rilevante. Non credo però possa essere Berlusconi ad occuparlo: le caratteristiche richieste ad un partito nuovo secondo i nostri dati sono la forte presenza di giovani e di donne ai vertici del partito, una impronta partecipativa e un maggiore legame con il territorio.

Fabrizio Masia (EMG): Dire se possa rivincere o meno oggi è complicatissimo: non sappiamo con quale legge elettorale si andrà a votare, né con quali alleanze; molto dipenderà poi dall’operato di Monti – se le cose continueranno a non andar bene, Berlusconi potrà dire che non era colpa sua. Però la mia impressione è che, siccome oggi non si vedono figure più forti di Berlusconi che possano candidarsi nel campo moderato, non escludo che con lui il PDL abbia un potenziale di crescita: del resto alle ultime amministrative il risultato del PDL, con Berlusconi fuori dai giochi, è stato estremamente negativo. Esistono settori su cui Berlusconi esercita ancora un certo fascino: imprenditori, esercenti, casalinghe, pensionati; in Italia poi ci sono larghi strati di popolazione che per caratteristiche (anzianità, poca attenzione alle vicende politiche, basso livello culturale) possono essere ancora affascinati da un certo tipo di messaggio.

 

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

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