“Non dire gatto se non l’hai nel sacco”, sentenzierebbe il mister Trapattoni. Anche se probabilmente in questo caso l’animale più adeguato sarebbe un volpone, di quelli con esperienza e furbizia comprovata. Perché se fino a qualche settimana fa la sconfitta di Nicolas Sarkozy alle prossime elezioni presidenziali francesi era ormai un dato (quasi) certo per la gran parte dei bookmaker, i sondaggi degli ultimi giorni hanno fatto registrare un’improvvisa inversione di tendenza. L’annuncio ufficiale della sua candidatura, dopo mesi di silenzi stampa e continue allusioni, sembra aver messo in discussione le aspirazioni dello sfidante François Hollande.
Non che la gerarchia dei favoriti nei sondaggi sia stata sovvertita, beninteso. Il candidato socialista rimane ancora saldamente in testa alle preferenze, come ormai avviene con regolarità dall’inizio della lunghissima campagna elettorale.
(grafico da election-politique.com)
Ma i dati degli ultimi giorni dimostrano come la massiccia discesa in campo della macchina propagandistica di Sarkozy stia cominciando a produrre i suoi effetti. Secondo l’ultima rilevazione IFOP (26 febbraio), i due principali contendenti sarebbero separati ormai solo da un punto percentuale: nelle intenzioni di voto, Hollande raccoglierebbe al primo turno il 28% delle preferenze rispetto al 27% del suo avversario. Più staccata invece la discussa leader del Front National, Marine Le Pen, stabile ormai da alcune settimane attorno a quota 17%.
Il trend contrario al superfavorito socialista è confermato anche da un nuovo studio dell’istituto CSA (realizzato per BFMTV/RMC/20Minutes), secondo il quale Hollande perderebbe ben tre punti percentuali nei confronti del rivale per quello che riguarda la tornata elettorale del 22 aprile. Lo sfidante uscirebbe comunque vincitore nel ballottaggio (6 maggio), pur indietreggiando di quattro punti percentuali (56%) e subendo una cospicua rimonta da parte di Sarkozy (44%).
Le rilevazioni di CSA sono state sventolate dal Presidente in carica anche durante i primi comizi nella provincia francese. La campagna elettorale appare impostata tutta attorno alla sua figura di “primus inter pares”, un francese come tanti altri, vicino al popolo ed eletto per servirlo: in questo modo, il suo entourage cerca di rimediare al crollo di popolarità che ha caratterizzato gli ultimi anni di governo. Come mostra il grafico elaborato da LFOP, il malcontento dei francesi nei suoi confronti è cresciuto in maniera pressoché costante dal 2007 a oggi: le accuse di “riforme contraddittorie” e “indebitamento record” sono state riprese direttamente anche da François Hollande nel suo nuovo libro, “Changer de destin”, uscito giusto qualche giorno fa.
(grafico da sondages-en-france.fr)
Sarkozy si presenta ora in pubblico contornato da un’aura di sobrietà e moderazione che stride con la figura baldanzosa e tronfia che aveva conquistato l’Eliseo cinque anni or sono. Lo slogan “La Francia forte” è stato concepito come un ritorno alle fondamenta della destra che fu e segna in modo inequivocabile i temi portanti dell’offensiva primaverile: sicurezza, responsabilità, autorità e solidarietà. Parole chiave non troppo differenti da quelle della precedente campagna elettorale, ma che i Francesi sembrano ora apprezzare in misura sempre maggiore. Il Partito Socialista è avvisato, quella di Hollande potrebbe rivelarsi non essere la trionfale passerella che molti a Rue de Solférino già pregustavano.
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