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Beviamo meno alcolici, ma sempre più fuori pasto

Nell’ultimo decennio è cambiata notevolmente l’assunzione di alcol da parte degli italiani. Se si considera la fascia di popolazione che va dai quattordici anni in su, si scopre che la percentuale di chi beve alcolici almeno una volta l’anno è diminuita sensibilmente, passando dal 72% del 2001 al 66,9% del 2011. Cala anche la percentuale di chi fa uso di bevande alcoliche quotidianamente (da 34,8% a 26,7%), ma due tendenze sono in significativo aumento: gli italiani che bevono occasionalmente (+3,2%) e quelli che bevono fuori pasto (+2,8%).

In dieci anni è cambiato il modello di consumo tradizionale: è in notevole calo la percentuale di chi beve un bicchiere di vino a ogni pasto, specie tra i 14 e i 44 anni. Se consideriamo il trend di chi ha fatto uso di alcol almeno una volta all’anno nel periodo 2001-2011, i più virtuosi sono gli uomini, di qualunque fascia d’età: bevono molto meno rispetto agli anni passati, sia vino e birra che amari e cocktail.

Caso a parte quello delle donne: se da una parte si è assistito a un calo sensibile del consumo di vino e birra nell’ultimo decennio (quasi -7%), la fascia tra i 18 e i 44 anni fa segnare una crescita preoccupante dell’assunzione di bevande alcoliche che non siano vino o birra, come aperitivi, amari e superalcolici di diversa specie.

Le differenti tendenze di assunzione, soprattutto tra i due sessi, non devono però trarre d’inganno. La fotografia del 2011 ci riserva, infatti, due dati importanti: ad oggi il vino è ancora la bevanda alcolica più consumata (lo beve la metà degli italiani), seguita da birra e superalcolici; gli uomini che assumono bevande alcoliche (quasi l’80%) continuano a essere molti più delle donne (poco più del 50%).

Ci sono poi rilevanti differenze di consumo alcolico in base alla regione di appartenenza e al titolo di studio. L’assunzione di alcol diminuisce man mano che dal Nord si scende lo Stivale: i maggiori bevitori si trovano nell’Italia nord-orientale (68,6%) mentre chi alza meno il gomito sono siciliani e sardi (57,9%). Curiosi i trend riguardanti il titolo di studio: man mano che questo diventa più prestigioso, tende a crescere la percentuale di chi beve maggiormente fuori pasto tende, mentre quella di chi beve almeno una volta al giorno durante i pasti decresce sempre più.

Esistono, tuttavia, dei comportamenti a rischio legati all’alcol, tra cui la pratica del cosiddetto binge drinking, ovvero l’uso smodato – dai 6 bicchieri in su – di alcolici in una singola occasione che sfocia nell’ubriacatura; un fenomeno legato soprattutto ai giovani dai 18 ai 24 anni (15%). Nel 2011 i bevitori non moderati sono stati 8 milioni e 179 mila (76% uomini, 24% donne). Diversamente dal binge drinking, ad abusare di bevande alcoliche quotidianamente (vino in primis) sono soprattutto gli ultrasessantacinquenni, spesso inconsapevoli circa la quantità di alcol da consumare senza incorrere in rischi per la salute.

Sempre legato al tema della salute è da sottolineare il dato preoccupante riguardo alla fascia d’età che va dagli 11 ai 15 anni: più di un adolescente su dieci nel 2011 ha avuto un comportamento a rischio riguardo all’alcol. Peraltro, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda la totale astensione dal consumo di alcol fino ai 15 anni: per questo, nei giovani di 11-15 anni viene considerato un comportamento a rischio il consumo anche di una sola bevanda alcolica durante l’anno.

Infine, comportamenti a rischio nel consumo di alcolici sembrano più diffusi tra chi frequenta abitualmente le discoteche. Si osserva che chi va a ballare più di una volta al mese beve il doppio rispetto a quanti preferiscono stare lontano da luci e raggi laser. Inoltre, chi va in discoteca è esposto al binge drinking quasi cinque volte in più di chi non va a ballare.

Discorso simile per gli amanti dei concerti e degli spettacoli sportivi: Il 18% delle persone che assistono almeno una volta al mese ad un concerto e il 14,6%  di chi partecipa con maggiore frequenza a spettacoli sportivi ha l’abitudine al binge drinking, contro il 6% e il 5,5% di coloro che, rispettivamente, non partecipano a questi eventi.

 

Fonte: Istat

Giuseppe Ceglia

Classe 1987, nasce ad Avellino dove vive fino alla maggiore età. Nel 2005 si trasferisce a Siena dove studia e collabora con il Corriere di Siena. Dopo essersi laureato in comunicazione si trasferisce a Roma per specializzarsi in giornalismo. Dal 2006 è un wikipediano attivo (in particolare, tiene d'occhio tutte le voci riguardanti la sua terra d'origine). Ha collaborato con il Corriere di Siena, Termometro Politico, e YouTrend. Attualmente lavora come addetto stampa e assistente parlamentare.

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