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Comunali 2012: La nuova mappa politica

A urne chiuse, si tirano le somme. Dopo i ballottaggi si sono appalesati alcuni netti cambiamenti del quadro politico italiano rispetto a cinque anni fa. Su tutti, sembra evidente la fine del bipolarismo in due blocchi contrapposti e definiti. Nei capoluoghi in cui si è votato nel 2007, infatti, i sindaci vincenti appartenevano o alla coalizione di centrodestra o a quella di centrosinistra (eccezion fatta per Agrigento), mentre da ieri è tutto un po’ più complicato.

Il trionfo del grillino Pizzarotti a Parma, un altro capoluogo di regione – dopo Napoli –  in mano all’Idv (Palermo), la débâcle totale della Lega Nord (7 ballottaggi persi su 7), le vittorie del Pd in Brianza e le percentuali imbarazzanti del Pdl (in ben dieci capoluoghi non raggiunge neanche il 10%) sarebbero stati tutti eventi inimmaginabili fino a pochi mesi fa.

Come si può ben vedere nella tabella, dei ventisei comuni capoluogo in cui si è votato in questi giorni ben diciassette erano in mano al centrodestra mentre appena otto erano amministrati da sindaci di centrosinistra; solo su uno, Agrigento, sventolava la bandierina dell’Udc. Oggi i dati ci mostrano un quadro totalmente ribaltato e molto più frammentato: rispetto al 2007, il centrosinistra amministrerà sei comuni capoluogo in più, mentre il centrodestra ne governerà undici in meno.

Chi ha giovato degli ultimi risultati elettorali sono gli altri partiti come l’Udc, che ha raddoppiato la sua presenza nei capoluoghi, l’Idv che con Orlando ha conquistato Palermo con percentuali bulgare (72,43%), e soprattutto il Movimento 5 Stelle che oltre ad essersi accaparrato una città importantissima come Parma è diventato il terzo partito italiano, almeno stando agli ultimissimi sondaggi.

Data la variegata gamma di apparentamenti dell’Udc nelle maggiori città dove si è votato, è interessante verificare il risultato elettorale del partito di Casini in relazione all’alleanza scelta. Si scopre che ovunque l’Udc si sia presentata con il Terzo Polo, con il centrodestra, o addirittura da sola, ha sempre perso. Con il centrosinistra ha vinto tre volte su cinque mentre le uniche due vittorie proprie, ad Agrigento e a Cuneo, sono avvenute alleandosi con liste civiche. Proiettando (cautamente) questi dati su scala nazionale è evidente che il progetto del Terzo Polo sia molto vicino al fallimento e anche l’apertura all’attuale centrodestra appare molto rischiosa.

Dodici comuni su ventisei hanno mantenuto il colore dell’amministrazione. Là dove c’è stato invece un cambio di guardia il centrosinistra ha strappato otto comuni al centrodestra, mentre il centrodestra ne ha tolto solo uno al centrosinistra: Frosinone. I sindaci degli altri partiti – Orlando a Palermo, Pizzarotti a Parma e Tosi a Verona – hanno tutti spodestato amministrazioni con maggioranza di centrodestra. Solo a Cuneo l’Udc, con Federico Borgna, ha rimpiazzato un sindaco di centrosinistra.

Curioso, infine, il caso di Belluno, unico capoluogo in cui ha vinto una lista civica: il neosindaco Jacopo Massaro, prima di partecipare alle elezioni con la sua lista, era capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale; in seguito alla decisione del Pd di candidare Claudia Bettiol senza ricorrere allo strumento delle primarie, l’ex capogruppo ha deciso di lasciare il partito e correre da solo. Le urne gli hanno dato ragione: Massaro è da ieri il nuovo sindaco della città veneta grazie al 62,68% di preferenze al ballottaggio. Con buona pace del Pd.

 

Giuseppe Ceglia

Classe 1987, nasce ad Avellino dove vive fino alla maggiore età. Nel 2005 si trasferisce a Siena dove studia e collabora con il Corriere di Siena. Dopo essersi laureato in comunicazione si trasferisce a Roma per specializzarsi in giornalismo. Dal 2006 è un wikipediano attivo (in particolare, tiene d'occhio tutte le voci riguardanti la sua terra d'origine). Ha collaborato con il Corriere di Siena, Termometro Politico, e YouTrend. Attualmente lavora come addetto stampa e assistente parlamentare.

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