Youtrend

Primarie sempre più protagoniste

Continua la supremazia del Partito Democratico nelle elezioni primarie, ma il trend è in calo. Intanto il Pdl rompe il monopolio del centrosinistra

In un precedente articolo avevamo preso in considerazione l’istituto delle elezioni primarie per la scelta dei candidati a ricoprire incarichi istituzionali e si era constatato che, nonostante acune sconfitte dall’elevato impatto mediatico (e politico), il Partito Democratico dominava in maniera quasi incontrastata le varie competizioni a livello locale.

Vista però l’importanza assunta dalle primarie nell’ultima tornata di elezioni amministrative del maggio scorso, occorre tornare sull’argomento al fine di ampliare lo spettro della ricerca. Innanzi tutto bisogna rilevare che l’utilizzo delle primarie ha conosciuto un vertiginoso incremento rispetto a qualche tempo fa.

Le primarie sono uno dei tratti caratteristici del centro-sinistra. Sono i partiti riformisti infatti che per primi le hanno importate nel contesto italiano (sperimentandole per la prima volta con l’elezione di Nichi Vendola in Puglia nel gennaio 2005 e riproponendole a livello nazionale per la scelta di Prodi a candidato Premier qualche mese dopo). Ed è tuttora il centrosinistra a farne l’utilizzo maggiore. Prendendo in considerazione le elezioni per la carica di Sindaco, e soltanto limitatamente ai Comuni capoluogo di Provincia si evince infatti che, su 26 comuni andati al voto, le varie coalizioni di centro-sinistra hanno scelto il proprio candidato utilizzando le primarie in 15 città, vale a dire il 57,6% dei casi.

* Trani: primarie vinte da Fabrizio Ferrante, poi annullate

Tuttavia sarebbe un errore considerare le primarie un’esclusiva del centro-sinistra. Dopo l’uscita di scena del “padre-padrone” Silvio Berlusconi, anche alcuni esponenti del centro-destra iniziano a guardare con una certa curiosità a questo strumento, e proprio nell’ultima tornata elettorale il Pdl ha deciso di sperimentarle a livello locale, infrangendo di fatto il monopolio del centro-sinistra. Antonio Perelli a Rieti, Paolo Perrone a Lecce, Laura Bordoli a Como e Nicola Ottaviani a Frosinone hanno legittimato la loro candidatura proprio attraverso consultazioni primarie. E almeno per quanto riguarda i Comuni di Lecce e Frosinone, questo esperimento ha lanciato segnali molto incoraggianti, visto che Ottaviani e Perrone sono riusciti a vincere con una certa facilità rispetto al trend fortemente negativo registrato dal Pdl nell’ultima tornata elettorale.

 

 

Tornando alle primarie del centro-sinistra, se le sconfitte di Genova e Palermo hanno creato diversi grattacapi al Partito Democratico, il dato definitivo è comunque favorevole al partito di Bersani: su 15 competizioni primarie il PD è riuscito ad imporre il proprio candidato in 11 realtà, ovvero il 73,3% dei casi.

Perché allora i media parlano di una difficoltà del Partito Democratico nel competere alle primarie? Le cause sono molteplici. Da una parte infatti gli scivoloni democratici sono arrivati nelle città più importanti di questa tornata elettorale , Genova e Palermo, conditi da qualche pasticcio in merito alla strategia e da polemiche che hanno alzato l’attenzione mediatica nelle due città. A Genova infatti la dura contesa tra il Sindaco uscente Vincenzi e la senatrice Pinotti ha spianato la strada al candidato sostenuto da Sel, Marco Doria; a Palermo invece la vittoria dell’indipendente Ferrandelli (ex Idv sostenuto dai vertici siciliani del Pd, con il sospetto di appoggio di altri partiti non facenti parte della coalizione di centro-sinistra) ha significato una figuraccia aggravata dalla sconfitta alle elezioni. Per di più negli ultimi anni il trend di vittorie del Pd è andato via via peggiorando. Se, come verificato in una precedente indagine di Youtrend sui dati del Prof. Fulvio Venturino dell’Università di Cagliari, il Pd nel 2009 vinceva l’89% delle primarie svolte, nel 2012 il Pd ha vinto il 69% delle competizioni (dato riferito a tutte le primarie, non solo a quelle dei Comuni capoluogo). Ovviamente questi dati risentono del fatto che negli anni passati la maggior parte delle primarie erano “interne” al Pd, mentre negli ultimi tempi si sono candidati con regolarità alla competizione anche esponenti di altri partiti: si è comunque assistito ad uno spostamento del peso politico all’interno della coalizione.

Ma fare le primarie aumenta le possibilità di risultare vittoriosi alle elezioni vere e proprie? Ovviamente il campione preso in esame è troppo piccolo per essere attendibile. A livello puramente indicativo si può però affermare che, limitatamente ai Comuni capoluogo andati al voto nel maggio 2012, i candidati sindaci emersi dalle primarie hanno vinto nel 60% dei casi, contro una media generale del 53,8%.

Roberto Mincigrucci

Nasce il 22/09/1988 ad Assisi, vive a Torgiano (PG). Consegue nel 2010 la laurea triennale in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Perugia. Attualmente frequenta un corso di laurea magistrale in Scienze della Politica e del Governo all'Università degli Studi di Perugia. Collabora con il Corriere dell'Umbria e con Youtrend.

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.