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Legislative francesi: astensione e voto utile

A circa un mese dalle elezioni  presidenziali che hanno eletto Hollande all’Eliseo, come già era accaduto nel 2002 e 2007 sono seguite le elezioni parlamentari, che ormai sono sincronizzate alle presidenziali stesse. Era ampiamente attesa una scelta a favore della governabilità e contro la “coabitazione” tra presidente e maggioranza di diverso colore.

Come si sa in Francia vige il maggioritario a doppio turno per cui se nessuno supera il 50% dei voti al primo turno vanno al secondo turno tutti i candidati che superano il 12,5% dell’elettorato (non dei votanti), così sono possibili sfide triangolari e quadrangolari, e conta molto l’astensione perchè con un’astensione alta (come quella di questa tornata elettorale) di fatto il 12,5% dell’elettorato vuol dire dover superare il 20% dei voti espressi.

Un candidato che superi tale cifra può anche ritirarsi prima del secondo turno, magari per favorirne un altro.

Ma vediamo i risultati di questo primo turno con i seggi già assegnati:

PS 29,36% (+4,63%) 22 seggi

UMP 27,12% (-12,42%) 9 seggi

FN (Front National) 13,60% (+9,31%) 0 seggi

FG (Front de Gauche) 6,91% (+2,62%) 0 seggi

EELV (Verdi) 5,46% (+2,21%) 1 seggio

DVD (Altri di destra) 3,51% (+1,04%) 1 seggio

DVG (Altri di sinistra) 3,40% (+1,43%) 1 seggio

NC (Nouveau Centre)  2,20% (-0,17%) 1 seggio

Centre-MoDem 1,76% (-5,85%) 0 seggi

PRG 1,65% (+0,33%) 1 seggio

PRV 1,24% (+1,24%) 0 seggi

Estrema sinistra 0,98% (-2,43%) 0 seggi

Ecologisti 0,96% (+0,16%) 0 seggi

AC 0,60% (+0,6%) 0 seggi

Regionalisti e nazionalisti 0,56% (+0,05%) 0 seggi

Altri 0,52% (-0,51%) 0 seggi

Altri di estrema destra 0,19% (-0,2%) 0 seggi

Sinistra parlamentare (PS+DVG+PRG+EELV+FG) 46,78% (+11,22%) 25 seggi

di cui maggioranza presidenziale (PS+DVG+PRG+EELV) 39,87% (+8,6%) 25 seggi

Destra parlamentare (UMP+DVD+NC+PRV+AC) 34,67% (-10,91%) 11 seggi

 

Il primo dato da sottolineare per queste elezioni francesi (primo turno) è stata l’astensione: è inesorabilmente proseguito l’aumento dell’astensione che ormai da decenni si incrementa a ogni elezione, e così siamo arrivati a un’affluenza del 57,23%, contro il 60,42% del 2007, con un calo di oltre il 3%. Vi è come nelle altre occasioni anche un calo rispetto alle immediatamente precedenti elezioni presidenziali, dove l’affluenza era stata del 79,48%. Ma questo è un fenomeno ormai consolidato, anche nel 2007 si era passati dall’ 83,77% (affluenza inusualmente alta) al 60.42%, e così nel 2002 dal 71,60% al 64,42%.

Come si vede, è molto probabile che lo “shock” delle elezioni 2002 e il ballottaggio inaspettato raggiunto da Le Pen, l’elezione presidenziale abbia ulteriormente acquistato importanza preminente, come vero momento di decisione della linea politica dei successivi 5 anni, e dal 79% raggiunto allora al secondo turno (8% in più rispetto al primo) si salì ulteriormente nel 2007 per ritrovare il 79% quest’anno. Il tutto a discapito delle elezioni parlamentari, che dal 2002 seguono la stessa cronologia delle presidenziali e sono da queste messe in ombra.

Secondo Le Monde l’astensione maggiore è stata tra i giovani, le persone meno istruite, e con reddito inferiore, e gli elettori che avevano preferito Marine Le Pen e Bayrou alle presidenziali. Un po’ perchè l’elettorato corrisponde a quello delineato sopra (soprattutto nel caso di Le Pen), un po’ per la consapevolezza della marginalità di queste forze in un sistema a doppio turno soprattutto dopo l’insuccesso nel raggiungere il ballottaggio il 6 maggio.

Gli elettori del MoDem di Bayrou che non si sono astenuti hanno scelto, secondo IPSOS, al 42% l’UMP (e al 26% il PS), non essendo stato compreso, come ha ammesso lo stesso leader centrista, il suo endorsement per Hollande al secondo turno delle presidenziali. L’UMP ha anche goduto del “voto utile” del 22% degli elettori di Marine Le Pen, sempre secondo IPSOS.

Vi è stato poi un “voto utile” da parte degli elettori del Front de Gauche e di Mélenchon alle presidenziali verso i socialisti, e anche i verdi che erano più direttamente appoggiati dal PS in patti di desistenza, per dare una maggioranza solida ad Hollande. In qualche caso in realtà dissidenti socialisti non hanno accettato l’appoggio a  candidati verdi o Radicali di sinistra, presentandosi ugualmente.

Un dissidente di altro tipo è Falorni, segretario socialista locale che a La Rochelle, in polemica con una Ségolène Royal paracadutata da Parigi dal PS, si è presentato ugualmente, tra l’altro con il clamoroso appoggio della compagna di Hollande (ex marito della Royale).

Il voto al PS ha prodotto il risultato di 6 ministri di Hollande eletti al primo turno (tra cui il primo ministro Ayrault) e 18 al ballottaggio in posizioni favorevoli. Era stato messo in chiaro che in caso di mancata elezione ai ministri sarebbe stata revocata la delega.

Appare verosimile che il PS possa avere la maggioranza assoluta, nel peggiore dei casi con gli alleati ecologisti, ma facendo a meno dell’appoggio degli eletti del Front de Gauche, il che era in effetti un obiettivo importante di Hollande e Ayrault.

Il Front National è riuscito ad andare al ballottaggio in 67 casi, spesso a spese del UMP, e in 32 di questi casi si tratta di uno scontro triangolare: peggio del 1997, quando le sfide a tre furono 133, ma molto meglio del 2002 e 2007 quando il lepenismo sembrava in crisi irreversibile. La stessa Marine Le Pen nel suo collegio nella regione operaia del Nord ha avuto il 42%, battendo il leader del Front de Gauche Mélenchon che ha avuto la metà dei voti, e  che si pensava potesse giocarsela con lei e invece è stato superato anche dal candidato socialista, un moderato. In ogni caso con difficoltà il FN potrà conquistare un seggio vista la possibile convergenza degli avversari contro i suoi candidati.

A questo proposito l’UMP è tentato da un’alleanza o comunque accordo o desistenza, dove applicabile, con il Fronte Nazionale al secondo turno, nei tantissimi collegi dove i voti del candidato FN escluso sono rilevanti, i due terzi degli elettori sono d’accordo, rimane contraria la fazione “repubblicana” dell’ex primo ministro Juppè, ma la polarizzazione e radicalizzazione dei conservatori in tutta Europa, e il cambiamento verso una forza populista e identitaria ma non più neofascista imposto da Marine rispetto al padre spingono certamente in questa direzione naturale, quella dello sdoganamento.

Del resto l’UMP spera in una operazione per il secondo turno simile a quella  riuscita alla sinistra nel 2007 e nel 1967, ovvero quella di limitare fortemente l’ondata di destra uscita al primo turno, con una mobilitazione mirata a non dare tutto il potere alla parte avversa. Nel 2007 in particolare vi fu un sostanziale pareggio al secondo turno che limitò la vittoria del UMP che al primo turno aveva vinto molto più di quanto socialisti e alleati abbiano fatto ora, ma paradossalmente proprio questa assenza di vittoria a valanga questa volta potrebbe far mancare una mobilitazione di emergenza a destra come era stato per la sinistra 5 anni fa.

 

 

Gianni Balduzzi

Classe 1979, pavese, consulente e laureato in economia, cattolico-liberale, appassionato di politica ed elezioni, affascinato dalla geografia, dai viaggi per il mondo, da sempre alla ricerca di mappe elettorali e analisi statistiche, ha curato la grande mappa elettorale dell'italia di YouTrend, e scrive di elezioni, statistiche elettorali, economia.

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