Youtrend

Spending review? Anche sulle vacanze

Tartassati da un cuneo fiscale che non ha pari in Europa, lasciati a secco dagli esosi benzinai che minacciano di chiudere le pompe proprio nei giorni clou dell’esodo estivo, accusati dal sottosegretario Polillo di costare all’Italia ben un punto di Pil, oltre 25 milioni di italiani gettano la spugna e, in attesa di tempi più prosperi, decidono di non usufruire dei 7458 km di coste di cui dispone il Belpaese, rimanendo a casa anche durante i bollenti mesi estivi.

Se fino a qualche anno fa i consueti 10/15 giorni di ferie, sognati per undici mesi all’anno e guadagnati con il sudore versato nei giorni di lavoro effettivi, rappresentavano una delle tante consuetudini del cittadino italiano medio, con l’incalzare della crisi economica non possono più essere dati per scontati. 

Secondo un sondaggio condotto da SWG per Confesercenti infatti, l’unico sapore di sale che avvertirà il 34% degli italiani non sarà dovuto all’acqua di mare, ma alla cartella esattoriale. Un aumento di rinunciatari di ben 13 punti percentuali nel giro di due anni visto che soltanto nel 2010 coloro che dichiaravano che avrebbero rinunciato alle vacanze rappresentavano il 21% della popolazione. Gli irriducibili invece, ovvero quelli che si concederanno un periodo di relax lontano da casa nonostante la crisi, i benzinai e Polillo, sono invece il 66%, contro il 79% del 2010.

Ma anche chi partirà, molto probabilmente manterrà l’occhio sempre ben puntato sul portafogli, per la disperazione di albergatori e commercianti abituati al turista spendaccione che non guardava i prezzi. Ad influire sulle scelte dei vacanzieri infatti intervengono diversi fattori: il 39% considera determinante nella scelta della location o delle attività da svolgere il reddito a disposizione, il 22% pensa che le preoccupazioni causate alla crisi economica influenzerà i propri comportamenti mentre il 10% sarà condizionato dall’imposizione fiscale. Per quest’ultima voce si tratta di una new entry: negli anni passati infatti nessuno si era sognato di farsi influenzare dal cuneo fiscale nella scelta delle vacanze.

Un altro segnale che denota il cambiamento dei tempi è la scelta di come reperire i pasti. In forte aumento è il numero di persone che probabilmente cucinerà da sé (32% contro il 26% del 2010); sostanzialmente stabile il numero di persone che mangerà nel ristorante dell’albergo o della pensione (28%); in lieve calo coloro che si recheranno in pizzeria o trattoria (19% contro il 22% del 2010), mentre si dimezzano coloro che prediligono i ristoranti (8% contro il 15% del 2010).

Per quanto riguarda la sistemazione vacanziera, i dati del sondaggio mostrano scelte abbastanza abitudinarie dei turisti italiani: l’albergo o la pensione rimane la location preferita, capace di attrarre il 37% dei vacanzieri, seguiti dalle case in affitto (16%) e dalle case di proprietà (15%). Rimangono stabili anche le nicchie di turisti che amano la vacanza in camper o roulotte (2%) o negli agriturismi (3%).

Se le prenotazioni negli alberghi o pensioni nel complesso rimangono stabili, il fenomeno non riguarda tutte le categorie di hotel. La spending review familiare infatti ha imposto tagli proprio sui prezzi degli alloggi, causando una consistente flessione di prenotazioni negli alberghi 3 stelle (dal 66% al 59%), recuperati da un aumento dei soggiorni nei 2 stelle (dall’8% al 16%).

(Qui i dati completi del sondaggio)

Roberto Mincigrucci

Nasce il 22/09/1988 ad Assisi, vive a Torgiano (PG). Consegue nel 2010 la laurea triennale in Scienze Politiche all'Università degli Studi di Perugia. Attualmente frequenta un corso di laurea magistrale in Scienze della Politica e del Governo all'Università degli Studi di Perugia. Collabora con il Corriere dell'Umbria e con Youtrend.

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.