Dopo l’assenza ad Atreju, Silvio Berlusconi rompe il silenzio all’aeroporto di Venezia, prima di imbarcarsi sulla nave da crociera organizzata dal quotidiano Il Giornale: da Grillo a Renzi, dall’IMU a Draghi
Dicono che, rientrando dal suo viaggio, sia tornato sulla nave con Mariano Apicella: un vero e proprio ritorno al passato in questa crociera targata 2012 – immagini non ce ne sono perché, sulla nave da crociera organizzata dal quotidiano Il Giornale, le telecamere non sono state ammesse. È del passato che Berlusconi vuole cominciare a parlare: dall’amicizia con il napoletano Apicella, ai primi passi nel mondo dell’imprenditoria, fino ad arrivare allo scorso novembre e alle dimissioni di cui oggi, dice, non si pente.
Dunque, ha risposto alle domande del direttore Alessandro Sallusti, in un’intervista a trasmessa da TgCom24. Eppure non ha risposto alla domanda più difficile, che tanti vorrebbero fargli: si candiderà ancora una volta oppure no? Prima di imbarcarsi, ieri, a Venezia, non ha voluto sciogliere la riserva e ha detto che dipenderà dalla legge elettorale. Una promessa, però, l’ha fatta: è quella di non voler consegnare il paese alla sinistra. “Berlusconi è in campo”, lo ripete anche Alfano, fiducioso che una riforma del Porcellum si farà entro la prima decade di ottobre.
Poi, l’ex premier ha ripetuto un concetto a lui carissimo, ossia che bisogna cambiare la Costituzione, altrimenti il paese non sarà governabile. Facile immaginare che il riferimento sia al progetto presidenzialista e, infatti, solo qualche settimana fa, il Senato ha approvato il disegno di legge voluto dal PdL che contiene norme su semipresidenzialismo e Senato federale. Quello della riforma costituzionale è un concetto chiave, che serve a Berlusconi anche per giustificare i suoi fallimenti – se non fosse che, per lui, di fallimenti non ce ne sono stati: anzi, durante i suoi governi, dice, sono state fatte più di quaranta riforme, dalla lotta alla criminalità alle grandi opere.
L’ex premier prosegue con una dura critica al fiscal compact, il patto di bilancio europeo, firmato da tutti gli Stati dell’Unione, ma che per Berlusconi impedisce la crescita: “senza abbassare la pressione fiscale non si esce dalla recessione”. Ancora, le parole del leader PdL che sull’IMU annuncia battaglia: “abbiamo abolito l’ICI, l’imposta comunale sugli immobili, e abrogheremo subito l’IMU perché la casa è il pilastro su cui ogni famiglia ha il diritto di fondare la propria sicurezza del futuro”. Infine, un riconoscimento a Draghi e una frecciatina a Sarkozy: l’ex premier non si risparmia quando racconta che il francese ce l’aveva con lui perché aveva ottenuto la nomina di un italiano alla guida della Bce.
Nell’intervista c’è spazio anche per un nuovo attacco alla Rai – e non è una novità: programmi come Ballarò, sostiene il Cavaliere, sono fatti contro un partito politico. Un’intervista a tutto campo, insomma, senza però la domanda che, almeno fino a questo momento, in tanti vorrebbero porgli, anche nel suo partito: la discesa in campo e, magari, la questione delle primarie. Prima di chiudere, per quanto riguarda Beppe Grillo, il Cavaliere dice “resta un comico”, mentre lancia un messaggio a Matteo Renzi: “se si facessero le primarie e vincesse Renzi, si verificherebbe in Italia un miracolo e, finalmente, il partito comunista italiano, che ha tante volte cambiato nome, ma non ha mai cambiato modo concezione, diventerebbe un partito socialdemocratico”. In sostanza, l’annuncio dell’ex premier, vestito d’augurio e tutto diretto al Partito democratico è: “Renzi porta le nostre stesse idee”.
Il ritorno sulla scena di Berlusconi rischia di allontanare la prospettiva delle larghe intese dopo le elezioni. Sono in molti in politica a fare queste considerazioni, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’ex premier sul fiscal compact e quindi sull’Unione europea. E se il segretario del Pd, Bersani, sostiene da mesi che sarà Berlusconi il capo del centro destra, il suo vice Enrico Letta tira le fila del ragionamento che riguarda anche il ruolo dei moderati: “l’unica ipotesi di governo plausibile è quella di un’intesa tra progressisti e moderati”, stando ai numeri e al ritorno di Berlusconi. Dall’Udc sostegno pieno del governo Monti e Monti-bis, ma anche la critica Berlusconi che, dice Galletti, “ha sottoscritto lui stesso gli impegni europei che oggi attacca”. Critiche anche dall’Idv, secondo cui gli italiani sanno bene che Berlusconi rimane in politica per farsi gli affari suoi e chiede di voltare pagina. Il tema delle alleanze intreccia quello della nuova legge elettorale e così è anche per la Lega, il cui disegno di legge vuole premio di maggioranza, soglia di sbarramento al 4% e preferenze. Intanto, la partita sulla legge elettorale ricomincia domani in Senato.
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