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Roma criminale? La sicurezza e la percezione

La città di New York poco tempo fatto ha festeggiato un piccolo record: 36 ore senza alcun delitto. A Roma si festeggia invece per un quinto posto: quello della classifica delle città più criminose. È quello che ha fatto Gianni Alemanno, sindaco di Roma, commentando l’inchiesta fatta da “Il Sole 24 ore” sui reati nelle città italiane.

Dalla classifica (dati del 2011 a livello provinciale forniti dal Viminale) al primo posto svetta Milano con quasi 300 mila reati denunciati (295 mila). Gli amministratori della città meneghina leggono in questo primato una maggiore fiducia dei cittadini nel denunciare i reati (facendo conteggiare nelle statistiche quei crimini che ne rimarrebbero avulsi), e spiegando poi questo aumento soprattutto per quello che accade nell’hinterland. Considerando però il numero dei reati totali, e non solo di quelli più gravi, Roma sale di qualche posizione, occupando il secondo posto.

Roma, furti denunciati (fonte: Viminale)

In Campidoglio c’è stata una duplice lettura di questi dati, che risalgono alla fine di agosto. Nella città di Roma i reati denunciati nel 2007 sono stati 220.450, mentre nel 2008 si sono registrati 183.821 crimini, diminuiti del 16,6%. Questo trend si è registrato anche nel resto del Paese, così come il suo opposto, con un aumento delle denunce a partire dal 2010 che alcuni legano anche alla crisi economica. Rispetto al recente passato però la criminalità a Roma sembra in lieve aumento, anche se in misura minore rispetto ad altri centri urbani. In sintesi: il quinto posto è dovuto non tanto ad una riduzione dei crimini quanto ad un maggiore tasso registrato nelle altre città.

Roma, rapine denunciate (fonte: Viminale)

Non sempre comunque la percezione di sicurezza corrisponde ad un calo o meno di episodi criminali. E su questo aspetto le responsabilità maggiori appartengono ai media, e alla spettacolarizzazione di alcuni reati. Comprensibile, anche psicologicamente, per alcune tipologie di crimine, come ad esempio lo stupro. Allo stesso modo, i trend nazionali dimostrano che sussistono variabili che difficilmente possono essere controllate nel breve periodo da un’amministrazione locale, di qualunque colore politico. Negli anni ’90 la città di New York aveva il triste primato di essere fra le città più pericolose al mondo. Tra le iniziative che ne volevano risollevare le sorti e l’immagine (soprattutto verso i turisti) nacque anche il celebre logo “I Love NY”. Non bastò, ma verso la fine del millennio la criminalità incominciò a diminuire. Tante le spiegazioni che si cercarono a posteriori: dal pugno duro di Giuliani e del suo capo della polizia al benessere portato negli Usa dalle politiche economiche del presidente Clinton.

Roma, casi di violenza sulle donne denunciati (fonte: Viminale)

Un economista (Levitt) e un giornalista (Dubner), numeri alla mano hanno azzardato una spiegazione alquanto forte: i crimini in tutti gli Usa, non solo a NY, sono diminuiti perché vent’anni prima è stato legalizzato l’aborto in molti Stati. Cosa che ha ridotto il numero di gravidanze indesiderate in ambienti familiari poco salubri. Questo tipo di spiegazione socio-demografica può lasciar dubbi e perplessità anche di tipo etico: dimostra comunque che a posteriori è relativamente facile attribuire un valore a questa o quella politica sulla sicurezza. Altra cosa è far sentire al sicuro i cittadini.

Per capire meglio quali strumenti siano più utili a contrastare la criminalità, abbiamo intervistato Fabrizio Santori, presidente della Commissione sicurezza del comune di Roma.

Di quali risorse dispone la Commissione per il miglioramento della sicurezza?

«La Commissione Sicurezza di Roma Capitale è un organo politico dell’Assemblea Capitolina composto da 12 consiglieri comunali che non dispone di risorse proprie e che funge da supporto all’attività svolta dalle forze dell’ordine e dagli uffici preposti. Il Bilancio 2012-2014 ha predisposto per l’Ufficio Coordinamento Politiche della Sicurezza un budget di 3.366.835,55 euro solo per il 2012. Complessivamente sono 10 milioni di euro per tre anni i fondi stanziati da Roma Capitale per far fronte agli impegni presi con il Patto per Roma Sicura sottoscritto con il Ministero dell’Interno, la Regione Lazio e la Provincia di Roma.»

Su quali attività la Commissione concentra maggiormente le proprie energie?

«Ci occupiamo di raccogliere segnalazioni da parte dei cittadini e inoltrarle agli organi competenti affinché vengano effettuati in tempi brevi gli interventi necessari. Realizziamo inoltre iniziative sul territorio in tema di sicurezza e legalità per favorire la collaborazione tra le forze dell’ordine e gli uffici e le istituzioni comunali. Il concetto di Sicurezza è molto ampio e quello cui fa riferimento il cittadino non è esclusivamente legato al contesto urbano o all’ordine pubblico, ma interessa ambiti diversi, quali i luoghi di lavoro e la sicurezza stradale, il settore alimentare, quello informatico e dei beni culturali.»

Qual è la percezione della sicurezza nella città di Roma?

«Nonostante la sicurezza reale abbia riscontrato nel tempo dei significativi miglioramenti con un calo dei reati dal 2007 ad oggi grazie agli efficienti interventi delle forze dell’ordine, istituzioni ed enti preposti alla difesa dei romani e alla diffusione della legalità c’è ancora molto da fare. I dati rilevati dal progetto “RomaSicura” sulla sicurezza percepita, ancora in fase di studio, indicano come il cittadino non sempre avverte questo progresso, richiedendo interventi mirati a prevenire atti criminosi, una maggiore presenza dei tutori della legge sul territorio, ma anche più attenzione al decoro urbano e alla tutela dell’ambiente.»

Quali sono i reati che maggiormente preoccupano i cittadini?

«Non essendosi conclusa l’analisi dei dati rilevati dal questionario non possiamo ancora comunicare i risultati definitivi. È importante considerare la complessità di un simile lavoro senza precedenti dovuto alle importanti dimensioni della città di Roma e alla sua numerosa popolazione (circa 3milioni di abitanti) che ha una percezione della sicurezza diversa da quartiere a quartiere. Tuttavia emerge nella lettura dei primi significativi dati che i reati che maggiormente preoccupano i cittadini sono quelli che ledono la persona e i suoi beni quali le aggressioni, le violenze sessuali, le risse, i furti in casa, le rapine. Ma non mancano quartieri dove lo spaccio di droga e la prostituzione sono piaghe difficili da controllare e contrastare. Nei prossimi mesi verrà reso noto il rapporto finale.»

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