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Prime analisi: i partiti della scorsa legislatura perdono 13 milioni di voti

Il risultato elettorale è stato, ancora una volta, largamente inaspettato. La coalizione guidata da Pierluigi Bersani era data a dicembre in vantaggio di quasi quindici punti. Le ultime indiscrezioni, circolate nelle due settimane precedenti al voto, davano Bersani ancora avanti, sebbene con un margine ridotto di 3-4 punti percentuali. A urne chiuse i dati reali mostrano un altro paese. I partiti del 2008 hanno subito un’emorragia di quasi tredici milioni di voti che si sono riversati verso il Movimento di Beppe Grillo, nell’astensione e, in misura minore, sulla lista di Mario Monti.

Il Partito Democratico è il grande sconfitto di queste elezioni: ha disatteso tutte le aspettative ed è negativo anche il confronto con i risultati del 2008. Il partito di Bersani è riuscito a raccogliere alla Camera soltanto 8 milioni e 600 mila voti, un crollo di un terzo rispetto ai 12 milioni di voti presi Veltroni nella difficile campagna elettorale del 2008. In termini di voti reali anche il Popolo della Libertà e la Lega Nord si sono dimezzati rispetto al 2008. Silvio Berlusconi ha perso quasi la metà del suo elettorato passando da 13 milioni di voti e mezzo a 7 milioni e 300 mila. Negativo anche il saldo della Lega: in questa tornata il Carroccio si è fermato a un milione e 300 mila voti, contro gli oltre 3 milioni raccolti nel 2008. Modesto infine il risultato degli esuli del PdL, Fratelli d’Italia, che si attestano a poco più di 600 mila voti.

Negativo il bilancio anche per i partiti alla sinistra del PD. SEL e Ingroia hanno raggiunto un milione e 700 mila voti, un calo di 900 mila voti rispetto al pur pessimo risultato di Bertinotti e Di Pietro nel 2008. Un altro milione e mezzo di voti sono usciti dall’UDC (che oggi si ferma a 600 mila voti), e altri 700 mila elettori hanno abbandonato La Destra di Storace. In tutto, quasi 13 milioni di voti in uscita.

distribuzione grillo

 

(Mappa: distribuzione consenso M5S)

Dall’emorragia dai partiti tradizionali ha beneficiato ovviamente il Movimento 5 Stelle, primo partito alla Camera con oltre 8 milioni e mezzo di voti. Da notare che il movimento di Beppe Grillo ha acquisito i caratteri di un vero e proprio partito nazionale. I grillini sono oggi il partito di maggioranza relativa in quattro regioni geograficamente e culturalmente molto diverse: Marche, Liguria (due regioni storicamente “rosse”), e le isole (Sardegna e Sicilia). Più modesto l’afflusso verso la lista del premier uscente. La lista civica di Mario Monti ha preso 2 milioni e ottocento mila voti, un voto civico, distribuito in maniera relativamente omogenea sul territorio nazionale e con risultati leggermente migliori della media nelle regioni del nord.

Umberto Marengo

Nato a Torino, Umberto ha studiato a Bologna, lavorato a Washington DC per la Commissione Europea ed ora è PhD student in Relazioni Internazionali all'Università di Cambridge in Inghilterra. Gli piace spropositatamente sciare, andare a vela, cambiare i propri piani all'ultimo momento e sentirsi a casa un po' dappertutto.

5 commenti

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  • Finalmente un giornalista che fa un’analisi sul flusso dei flussi elettorali tra le due elezioni politiche, e non sulle intenzioni di voto dei sondaggisti.

  • Del voto sui flussi elettorali. Si vede cosi che il cantare vittoria del centro destra e del centro sinistra e’ una sciocchezza. Questa gente se non prende atto che vi e’ un diffuso malcontento anche tra i loro elettori e’ destinata a scomparire.

  • Un governo di unita’ nazionale o di garanzia sarebbe ovvio in questo momento, ma non lo possono fare, perche’ e’ da vent’anni che fingono di essere opposti, mentre in realta’ in tutti i temi del loro interesse economico sono d’accordo: tav, mose, grandi opere, finanziamento ai partiti, ai giornali, legge elettorale dove scegliono loro i parlamentari e non i cittadini, conflitto d’interesse ecc. Ecc…… E se fanno emergere la loro finzione sono finiti.

  • Dai primi risultati, vedo che finalmente il cittadino s’è svegliato e ha fatto: punto e a capo; senza fare la rivoluzione.

    Speriamo che i partitoni a 29 percento e rotti si mettano d’accordo alla svelta per un governo che possa rifare strutture ormai vecchie e anchilosate, applicare riforme necessarie (anche se proclamate e richieste da altri partiti) e rilanciare l’economia con fatti piu’ che con parole/promesse.

    Penso che se (il futuro governo) cosi’ facesse, il Movimento 5 Stelle sarebbe piu’ che contento di vedere che la loro opposizione porti frutti. Forse non lesinerebbero nemmeno il loro aiuto al nuovo governo.

    A parte i difetti o le qualità di tutti i partiti, mi sembra che il Movimento 5 Stelle abbia uno spirito civico e nazionale molto piu’profondo degli altri due gruppi di partiti.