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Movimento 5 stelle-PD: cosa vogliono gli elettori?

Centrosinistra e M5S: questo matrimonio non s’ha da fare. Oppure sì?

La situazione di stallo in cui versa la politica italiana da oltre un mese ha portato i sondaggisti (o meglio i clienti che commissionano loro le indagini) a interrogare gli italiani sui possibili scenari e le eventuali alleanze di governo.

In particolare, l’opinione degli elettori in merito a un eventuale accordo tra Centrosinistra e Movimento 5 stelle per la formazione di un governo è stata sollecitata più volte all’interno dei sondaggi post-elettorali. Guardando i risultati di queste indagini, però, si sono riscontrati numeri molto diversi, talvolta discordanti e che possono portarci a dubitare dell’attendibilità di tali ricerche. Ad esempio, la percentuale di elettori che pensano che il M5S dovrebbe partecipare ad una alleanza di governo può variare da un 72% rilevato da IPR Marketing (21 Marzo), a un 32%  pubblicato da Piepoli (1 Marzo), passando per il 63% di Ispo (18 Marzo) e un 54% di Ipsos (5 Marzo). Al di là del diverso periodo di rilevazione, a quali altri fattori possono essere dovute queste differenze? Non ci dovremmo aspettare risultati più omogenei?

La risposta a quest’ultima domanda è no: i risultati sono diversi ed è ragionevole che sia così. Basterebbe andare a vedere quello che c’è sotto la superficie dei risultati e le ragioni di tali differenze sarebbero chiare: è sufficiente infatti leggere il testo delle domande e delle possibili risposte per capire come questi siano fattori determinanti per l’esito del sondaggio. Nei casi sopra citati il quesito può apparire lo stesso, tuttavia il wording delle domande e delle possibili risposte è molto diverso. Vediamo come questi aspetti possono aver influito sui risultati.

Nel sondaggio di IPR marketing veniva chiesto: “In questa fase, secondo Lei, cosa dovrebbero fare i parlamentari del Movimento 5 stelle?” e le alternative proposte erano 4, più la possibilità di non rispondere. All’eventualità di un governo Bersani è stata affiancata quella di un esecutivo guidato da una non meglio precisata “personalità estranea alla politica” e quella di un governo Grasso. Il totale di queste tre opzioni di alleanze ha raccolto il 72% del campione totale e una percentuale di poco inferiore tra gli elettori del M5S.

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Il sondaggio di Piepoli invece presentava questa domanda: “Secondo Lei il Movimento 5 Stelle (Grillo) dovrebbe …” seguita da 3 opzioni molto diverse da quelle proposte da IPR: “allearsi con il PD”, “allearsi con il PDL”, “non allearsi e decidere volta per volta”. Quest’ultima risposta ha raccolto il maggior numero di consensi (55%) e pur essendo l’alternativa più vicina al “non dare fiducia ad alcun governo” della precendente domanda, ha un connotato totalmente diverso rispetto a quest’ultima, che era stata scelta solo dal 13% degli intervistati. Inoltre in questo caso le opzioni di alleanza erano solamente due e non presentavano l’alternativa “estranea alla politica”.

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Nella rilevazione di Ispo, il quesito era posto così: “Secondo lei, ora che è arrivato in Parlamento, il Movimento 5 Stelle deve…” e le possibilità di riposta erano anche in questo caso tre: “dare la fiducia ad un governo del PD e poi valutare se appoggiarlo volta per volta”, “dare la fiducia ad un governo che non sia del PD e poi valutare se appoggiarlo volta per volta”, oppure “non dare la fiducia a nessun governo di altri partiti”. Le prime due risposte sono state scelte dal 63% del totale dei rispondenti, mentre se si guarda agli elettori del M5S il risultato appare ribaltato. Gli item di risposta erano più simili a quelli adottati nell’indagine di IPR e al risultato di quell’indagine si avvicina il risultato di questa. Tuttavia anche qui la scelta era tra un governo del PD e uno senza PD e non vi era la possibilità di scegliere la personalità estranea al mondo politico. Una soluzione probabilmente più appetibile per i sostenitori del M5S, la cui mancanza in parte può spiegare la distribuzione differente (più polarizzata) delle risposte in questo sottocampione rispetto a quella riscontrata nel sondaggio di IPR.

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Nell’ultimo caso preso in esame, quello di Ipsos, la domanda era: “Cosa consiglierebbe di fare al Movimento 5 stelle?” e le alternative erano solamente due: “accordarsi con il PD e assumere responsabilità di Governo per realizzare le promesse fatte” e “non fare alcun accordo con i politici della vecchia guardia”.

I risultati non sono molto differenti da quelli di Ispo per il totale campione, mentre si discostano per quanto riguarda l’opinione dell’elettorato grillino, che sembrerebbe orientato a un’alleanza di governo. Tuttavia in, questo caso il significato di questa scelta può essere differente per almeno due motivi: si parla solo del PD come possibile alleato e non di altri partiti; inoltre nel testo compare l’obiettivo di tale alleanza, ovvero assumere responsabilità di Governo per realizzare le promesse fatte. Un concetto che non era presente nelle risposte del questionario di Ispo e può aver inciso nella scelta da parte di chi ha votato M5S, che desidera la realizzazione di queste promesse.

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In conclusione, osservando in profondità i vari fattori che determinano l’esito di un sondaggio, e non limitandosi a comparare le percentuali, ci si accorge di quanto questi fattori siano importanti e si può meglio comprendere il reale significato dei numeri. Lo stesso quesito può essere declinato in modi diversi e il testo di una domanda o di una risposta va a influire sul risultato di un’indagine. Per questo chi interpreta e confronta i dati di indagini diverse dovrebbe sempre stare attento a come sono state formulate le domande, prima di trarre conclusioni affrettate sull’esito (o addirittura sull’attendibilità) dei risultati.

 

Pietro Dinoia

Nato a Milano nel 1984, si è laureato in Comunicazione Politica con una tesi sulla campagna elettorale Britannica del 2010, che ha seguito dal vivo nel Regno Unito. Ha seguito come consulente alcune campagne elettorali per candidati sindaci. Attualmente lavora per Ipsos, dove si occupa di ricerche di mercato sulla pubblicità. Appassionato di cinema e di pallacanestro, si diverte a giocare al campetto con gli amici. Il Regno Unito gli è rimasto nel cuore.

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