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Ballottaggio di coalizione: l’uovo di Colombo per la legge elettorale?

C’è chi lo propone sull’Unità, come Luciano Violante il 10 Agosto. Il prof. Roberto D’Alimonte lo rilancia sul Corriere della Sera, suscitando le ire del collega Gianfranco Pasquino, che ne rivendica una paternità datata 1984 (Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali). Qualcuno l’ha già presentato alla Camera dei Deputati, come il democratico Michele Nicoletti (proposta di legge n.1116). Infine è auspicato anche da Matteo Renzi, che pure continua a indicarlo non correttamente con l’espressione “legge dei sindaci”. Stiamo parlando della riforma dell’attuale legge elettorale, nella direzione di un proporzionale con premio di maggioranza da assegnare a chi supera una determinata soglia o consegue la vittoria al ballottaggio fra le prime due coalizioni. Questo sistema nelle intenzioni dei proponenti dovrebbe cancellare alcuni difetti del vituperato Porcellum: vediamo come, analizzando le proposte di Violante e Nicoletti.

La premessa di fondo è che il Porcellum non funziona. In primo luogo è a rischio incostituzionalità per il premio del 54% dei seggi attribuito alla Camera al primo arrivato, indipendentemente dalla sua performance. È il meccanismo che ha consentito a Bersani di ottenere la maggioranza a Montecitorio con appena il 29,6% dei voti, ottenendo ben il 24,45% di seggi in più rispetto ai voti conseguiti. In secondo luogo, in Senato è difficile avere una maggioranza chiara: i premi sono attribuiti regione per regione e occorre un consenso vasto e distribuito uniformemente per vincere in quasi tutte le circoscrizioni. Infine le liste bloccate non sono gradite agli elettori, che tradizionalmente hanno sempre usato le preferenze (Camera Prima Repubblica) o i collegi uninominali (Mattarellum) per designare i propri rappresentanti. Le proposte dei due esponenti PD vogliono evitare questi difetti e ricorrono al medesimo procedimento.

Come funziona?

Per evitare la sentenza di incostituzionalità, il premio del 54% dei seggi viene attribuito alla prima coalizione solo se supera la soglia del 40% dei voti: in questo modo il surplus in seggi arriva a un massimo del 14%. Se applichiamo questo meccanismo alle precedenti tornate elettorali effettuate con il Porcellum (1), il premio sarebbe scattato già al primo turno in tutte e quattro le situazioni (considerando sia la Camera che il Senato). In un solo caso il centrosinistra avrebbe battuto il centrodestra (Camera 2006). Si noti come sia nel 2006 che nel 2008 il sovrappiù di seggi sarebbe stato abbastanza contenuto rispetto ad un proporzionale puro.

istogrammi premio

Per scongiurare la “lotteria” del Senato invece, il premio funzionerebbe esattamente come alla Camera e quindi su scala nazionale, evitando la competizione regione per regione che ha fatto (avventatamente) parlare di “americanizzazione” della nostra legge elettorale. Completa il quadro l’introduzione della preferenza di genere, che consente all’elettore di esprimere una preferenza per due rappresentanti, purché di sesso diverso (meccanismo in vigore dal 2013 per le elezioni comunali e dal 2010 per le regionali in Campania).

La differenze fra la “bozza Violante” e il “progetto Nicoletti”

Si riscontra una diversità principale fra le due proposte: la presenza di una soglia di sbarramento. Il proporzionale con premio ipotizzato da Violante indica una soglia del 5% per tutte le liste, indipendentemente dal fatto di essere coalizzate o meno, aspetto assente nella proposta di legge Nicoletti.

Il notevole impatto della presenza o meno di questa clausola è facilmente riscontrabile se si considera il risultato delle elezioni 2013: solo 4 liste avrebbero passato lo sbarramento del 5% (Partito Democratico, Popolo della Libertà, Movimento 5 Stelle e Scelta Civica). Una constatazione evidente degli effetti della soglia è riscontrabile osservando la composizione della Camera ipotizzando una vittoria al ballottaggio di Bersani contro Berlusconi (lo scenario è simile nel caso di una vittoria del centrodestra, con i rapporti di forza fra PD e PDL rovesciati).

Seguendo invece la proposta di Nicoletti avremmo un gruppo misto estremamente ampio e variegato (69 membri), che ingloberebbe tutti i partiti che non riescono ad eleggere almeno 20 deputati (2). I seggi sono stati attribuiti con il metodo dei più alti resti (quoziente di Hare).

Nicoletti

Il sistema con un doppio turno di coalizione per l’attribuzione del premio di maggioranza sembra quindi superare alcune criticità dell’attuale Porcellum. Tuttavia non riesce a sanare alcuni aspetti insiti più in profondità nel sistema partitico e istituzionale italiano: da una parte i partiti scheggia (cit. Violante) condizioneranno comunque l’intera coalizione perché necessari a conseguire il premio di maggioranza o a piazzarsi in posizione utile per il ballottaggio; dall’altra sarà sempre possibile avere due maggioranze diverse nelle due camere (dovute sia alla possibilità di voto disgiunto, sia alle basi elettorali diverse: al Senato i minori di 25 anni non votano). Tuttavia questa soluzione rappresenta un primo punto di partenza per la revisione del sistema elettorale, in attesa di una riforma costituzionale che abolisca il bicameralismo perfetto.

 

Note

  1. Qui si fa riferimento ai risultati delle elezioni politiche 2006 e 2008 per le coalizioni di centrosinistra (rosso) e centrodestra (blu), relativamente ai voti complessivi. Sono esclusi Valle d’Aosta e Estero (Camera) e Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Estero (Senato) a causa dei differenti sistemi elettorali.
  2. Rivoluzione Civile, Centro Democratico, SVP, Fermare il Declino, UDC, FLI, Valle d’Aoste, MAIE, USEI, Grande Sud, MIR, Fratelli d’Italia, Lega Nord, La Destra.

Andrea Piazza

Laureato in Politica, Amministrazione e Organizzazione all'Università di Bologna, lavora al servizio Affari Istituzionali dell'Unione della Romagna Faentina. Si interessa di sistemi partitici e riordino territoriale. Ha una grave dipendenza da cappelletti al ragù.

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