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Germania 2013: nero-giallo o nero-rosso?

Domenica il popolo tedesco sceglierà il proprio Cancelliere, decidendo se affidare la guida del paese a Peer Steinbrück oppure confermare la cancelliera uscente Angela Merkel. Ma l’esito di queste elezioni tedesche 2013 appare scontato: l’unico interrogativo rimane la composizione della futura coalizione di governo. Scopriamo perché.

Da mesi ormai tutti i sondaggi indicano che domenica si avrà una buona performance del partito cristiano-democratico, la CDU, che dovrebbe staccare il concorrente socialdemocratico, la SPD, di oltre 10 punti percentuali. Se le previsioni degli istituti demoscopici dovessero essere confermate, la Cancelliera sarà riconfermata alla guida del paese, essendo candidata dal partito più votato.

Questo consenso verso i cristiano-democratici riflette il prestigio di cui Angela Merkel gode fra l’elettorato tedesco. In un’ipotetica competizione a due con l’avversario socialdemocratico la “ragazzina di Kohl” è sempre intorno al 50% che rappresenta la maggioranza assoluta dei consensi.


Maggiori problemi si prospettano al contrario per l’attuale coalizione conservatrice, che si basa sull’alleanza con i liberali della FDP: se i partner di governo non riusciranno a oltrepassare la soglia di sbarramento del 5% dei voti validi e ad avere un risultato significativo (attorno ai 6 o 7 punti percentuali), la CDU dovrà rivolgersi alla SPD e riproporre ai tedeschi un periodo di Grosse Koalition(1). Va sottolineato come all’insegna del tipico pragmatismo tedesco nessuno dei due partiti abbia escluso questa possibilità, né nel proprio manifesto politico, né nelle dichiarazioni del candidato cancelliere.

Sempre stando ai sondaggi, per la Merkel la situazione ottimale sarebbe quella di una CDU/CSU al 40%, una FDP sopra la soglia con almeno il 6% e gli altri tre partiti sopra il 5% al loro minimo (SPD al 25%, Verdi al 10%, Linke all’8%). In questo caso l’attuale coalizione nero-gialla otterrebbe 309 seggi su 598, contando la sola ripartizione proporzionale.

Diversa la situazione per la SPD. Il partito di Steinbruck non può sperare, nemmeno nella migliore delle ipotesi, di ottenere la maggioranza dei seggi: certo non da solo, ma neanche in coalizione con gli storici alleati Verdi. I socialdemocratici devono sperare dunque che la FDP non raggiunga il 5%, e magari ADF riesca a superare la soglia. In questo modo, l’unica maggioranza stabile potrebbe derivare esclusivamente da una riedizione della Grosse Koalition, che a quel punto potrebbe contare su almeno 440 seggi.

Un’ultima considerazione sulle imminenti elezioni riguarda il sistema elettorale, che si delinea come proporzionale con alcuni correttivi maggioritari. Il sistema è proporzionale perché la ripartizione dei seggi avviene sulla base dei voti ottenuti da tutte le liste che passano il 5% a livello federale, attraverso lo scorrimento di liste bloccate a livello statale. Il correttivo maggioritario non solo e non tanto nel “primo voto”, un voto uninominale di collegio che permette all’elettore di designare direttamente la metà dei deputati, anche se pressoché tutti i candidati dei uninominali sono presenti anche nelle liste (bloccate) proporzionali del Land corrispondente; quanto nell’elevata soglia di sbarramento, che premia solo i (pochi) partiti che superano tale soglia. I seggi ottenuti grazie ai collegi uninominali sono sottratti al totale dei seggi spettanti al partito sulla base del risultato proporzionale: in questo modo la proporzionalità del sistema è salvaguardata(2). Come già detto le coalizioni sono esclusivamente post-elettorali e tengono inevitabilmente conto dei rapporti di forza nel Bundestag. Ma vi sono alternative a questo scenario? L’unico risultato differente sarebbe una insolita coalizione fra CDU e Verdi, realizzatasi finora solo a livello comunale e mai a livello statale o federale. Qualche commentatore la ritiene possibile, facendo affidamento all’arguzia politica della Merkel, al suo riposizionamento a sinistra sui temi ambientali e alla sua capacità di creare sponde politiche inaspettate. L’altra possibile alternativa, una coalizione fra la CDU e il partito euroscettico Alternativa per la Germania (AFD), è stata scartata dalla Cancelliera stessa dopo le dichiarazioni possibiliste di alcuni dirigenti della nuova formazione politica. Il 14 settembre lo stesso portavoce dell’AFD, il professore di macroeconomia Bernd Lucke, ha poi negato che esista questa possibilità, confermando la distanza del nuovo soggetto politico dai partiti tradizionali. Resta l’incognita del risultato di AFD, che potrebbe essere sottostimato dai sondaggi: sia per la mancanza di dati storici, sia a causa della reticenza degli elettori nel dichiarare il proprio voto per un partito che propone il ritorno al marco.

collegi-ger-2013Detto ciò, si può ipotizzare un possibile risultato nella competizione uninominale: la cartina mostra i (probabili) partiti vincitori nei singoli distretti. Si vede ad occhio come l’alleanza fra la CDU e il suo partito gemello bavarese, la CSU, si impongano nettamente conquistando 224 seggi. Seguirebbe la SPD con soli 69 seggi; al margine troviamo la formazione di sinistra Die Linke con 5 seggi e i Verdi con un seggio. Come mai quest’ottimo risultato per l’unione CDU/CSU? Innanzitutto i cristano-democratici sono quasi ovunque il primo partito e questo li pone in una posizione di forte vantaggio nelle competizioni maggioritarie. In secondo luogo, essendo i liberali della FDP in flessione rispetto a 4 anni fa, i loro elettori sono più propensi a votare il candidato della CDU nel voto di collegio, cosa che non avviene fra gli elettori del Verdi, che tendono a restare fedeli al proprio partito anche per l’uninominale e a non votare il candidato della SPD. Detto questo si noti come l’alleanza CDU/CSU ha le proprie roccaforti nei Länder meridionali della Baviera e del Baden-Württemberg, e nei distretti rurali della Renania del Nord. Anche la regione della Turingia e della Pomerania (da cui proviene Angela Merkel) votano massicciamente per la CDU. I candidati della SPD al contrario sono più competitivi nelle zone urbane (Amburgo, Brema), nella tradizionale regione operaia della Ruhr, nella regione mineraria della Frisia, in Brandeburgo e nei distretti fra l’Assia settentrionale e la parte meridionale della Bassa Sassonia.

Domenica prossima si determinerà quindi il futuro prossimo della Germania dopo quella che la stampa tedesca ha definito “la più noiosa campagna elettorale di sempre”. Molti osservatori danno il risultato per scontato ma potrebbero esservi sorprese e in ogni caso il test elettorale rimane un indicatore importante per capire gli umori di quello che ormai è il solo leader fra le nazioni europee.

 

Note

1. La Grosse Koalition rappresenta un’eccezione nella politica tedesca a livello federale, essendosi verificata solo in due occasioni, con i cancellierati di Kiesinger (1966-69) e Merkel I (2005-09)

2. Nel caso in cui un partito avesse conseguito più seggi dai collegi di quanti gliene sarebbero spettati sulla base della ripartizione proporzionale, era prevista la possibilità di conservare i seggi in eccedenza, aggiungendoli al totale del Bundestag. Ciò è accaduto nel 1998 (13 seggi), nel 2002 (5), nel 2005 (17), nel 2009 (25). Il 9 maggio 2013, una modifica alla legge elettorale ha introdotto un nuovo meccanismo che aumenta il totale dei seggi in un Land nel caso in cui un partito consegua più mandati diretti rispetto ai secondi voti, mantenendo quindi una completa proporzionalità.

 

Andrea Piazza

Laureato in Politica, Amministrazione e Organizzazione all'Università di Bologna, lavora al servizio Affari Istituzionali dell'Unione della Romagna Faentina. Si interessa di sistemi partitici e riordino territoriale. Ha una grave dipendenza da cappelletti al ragù.

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