Le elezioni austriache hanno seguito solo di una settimana quelle tedesche, e in due Paesi germanofoni avevano più di questa coincidenza temporale in comune.
Si è trattato anche in Austria di un giudizio sul governo uscente dopo un periodo di benessere economico che ha visto il Paese alpino spiccare tra quelli che si sono salvati dalla crisi, con la più bassa (4,8%) disoccupazione del continente.
In Austria, tuttavia, il governo uscente era una grande coalizione tra i socialdemocratici della SPO e i cristiano-democratici della OVP, una formula in Austria molto più utilizzata che in Germania, essendo stata utilizzata come soluzione di governo già dal 1945 al 1966 e dal 1987 al 2000, e ora riproposta dal 2007, con il socialdemocratico Faymann dal 2008.
Dai risultati è emerso: un calo dei voti per i due partiti principali, -2,4% per la SPO e -2% per la OVP; un rafforzamento dei populisti di destra della FPO, +3%; una netta sconfitta per i conservatori (orfani di Haider) della BZO, -7,2%; i verdi salgono dell’1,9%. Ma le vere novità sono l’entrata in Parlamento del partito euroscettico di Stronach con il 5,7% e dei liberali di NEOS, con il 4,9%.
Quello che qui ci interessa illustrare è l’andamento della struttura del voto in Austria, che vede un ulteriore indebolimento dei due principali partiti, la cui somma raggiunge i minimi dei votanti e degli aventi diritto, come si vedrà nel grafico sotto. Al contrario del caso tedesco dove, come abbiamo visto questa tendenza si è fermata grazie al carisma della Merkel, qui, mancando leader aggregatori, il declino del bipolarismo è proseguito.
Il fattore sbarramento
Mentre in Germania lo sbarramento per le elezioni è il 5%, in Austria è del 4%, anche qui all’interno di un sistema proporzionale. Potrebbe sembrare secondario, ma in realtà la differenza è di non poco conto, perchè il territorio tra il 4% e il 5% è piuttosto affollato in Europa (e lo vediamo anche in Italia con partiti come la Lega nel 2013 e l’IDV nel 2008), e includere o meno questi partiti può significare includere o escludere grosse percentuali di elettori.
Nel seguente grafico è evidente come l’elettorato austriaco sempre più veda un calo degli elettori della grande coalizione (la SPOVP, come viene chiamata in Austria), inteso come voti sugli aventi diritto, a favore di un aumento di voti a partiti medi come FPO e Verdi, e dell’astensione; rimane ridotto il voto ai partiti piccoli sotto la soglia, che in Germania è invece aumentato.
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