Come tutti gli anni, l’istituto demoscopico IPR Marketing ha realizzato per Il Sole 24 Ore un’indagine sul consenso di sindaci e governatori in carica. Il Governance Poll 2013 delinea un quadro di delusione verso gli eletti in regione e al comune, con cambiamenti interessanti nella classifica dei “più amati”.
IPR ha chiesto agli elettori italiani, rappresentativi di 102 comuni capoluoghi di provincia e di 17 regioni, un voto favorevole o negativo nei confronti del loro sindaco o governatore. Ecco i risultati.
Il gradimento dei sindaci
Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo, presidente dell’ANCI, è il sindaco più apprezzato di Italia. Il leader della corrente (ex?) formattatrice del PDL, eletto nel 2009 con il 54,4% dei voti, incassa un notevole 68% e arriva prima nella classifica di IPR. Da notare come in un solo anno il sindaco di Forza Italia abbia guadagnato oltre 11 punti percentuali. Lo seguono un poco distanziati il sindaco di Bari Michele Emiliano e quello di Salerno Vincenzo De Luca, entrambi del PD e particolarmente attivi nel dibattito politico nazionale. Tuttavia, mentre Emiliano migliora la sua performance rispetto al ballottaggio nel 2009 (59,9%), De Luca non riesce a mantenere la percentuale plebiscitaria che l’aveva incoronato (per la quarta volta) sindaco nel 2011 (74,4%). Che abbia pesato la nomina a Sottosegretario al Ministero dell’infrastrutture – con successiva incompatibilità?
Se scendiamo dal podio troviamo solo sindaci di centrosinistra fino alla decima posizione. Uno di questi appartiene a SEL (Petrangeli a Rieti) e due sono indipendenti sostenuti dalla coalizione progressista (Capacci a Imperia e Michelini a Viterbo). Considerando invece l’aggregato dei sindaci, gli eletti di centrosinistra registrano una popolarità leggermente superiore ai sindaci di centrodestra. Il neosegretario del PD, il sindaco Matteo Renzi, incassa il 55% dei consensi e, pur guadagnando 3 punti percentuali e circa 40 posizioni rispetto al 2012, si ferma al ventisettesimo posto in classifica. Perdono quota invece i sindaci Marino, Tosi, Pisapia, De Magistris e Doria. Da sottolineare come, in seguito alle vittorie dell’alleanza progressista negli ultimi tre anni, 71 sindaci appartengano al centrosinistra, 26 al centrodestra, 3 a liste civiche (di cui una di centro e una di centrosinistra) e 2 al Movimento 5 Stelle.
Il gradimento dei presidenti di regione
Per quanto riguarda invece i governatori, Enrico Rossi (PD) si conferma al primo posto. Subito dietro troviamo il presidente del Veneto Luca Zaia, l’unico leghista nella top 10, essendo Maroni e Cota molto più distanziati. Terzo il presidente campano Stefano Caldoro (PDL, ora Forza Italia), che mantenendo sostanzialmente stabile il proprio consenso rispetto al 2012 guadagna cinque posizioni. Seguono altri sette governatori di centrosinistra, dei quali solo tre superano la maggioranza assoluta dei consensi (Spacca, Errani e Burlando).
Quello che emerge chiaramente è un arretramento complessivo di tutti i presidenti di regione rispetto al giorno dell’elezione. La perdita è particolarmente vistosa per gli eletti del centrodestra, che fanno segnare in media quasi 7 punti percentuali in meno, rispetto a quelli di centrosinistra che perdono invece “solo” un punto circa. Questo è in parte dovuto al fatto che molti governatori siano stati eletti in anni particolarmente favorevoli alla coalizione di Berlusconi, con percentuali molto lusinghiere (nel 2009 Chiodi e Cappellacci, nel 2010 Cota e Scopelliti).
Altrettanto evidente è il fatto che ci troviamo in uno scenario in cui i cittadini sono meno soddisfatti dei propri eletti in regione e in comune. Ciò è dovuto sia alle crescenti difficoltà nel governare gli enti locali in tempo di forti restrizioni di bilancio, sia al fatto che i due poli a cui appartengono la stragrande maggioranza degli eletti rappresentano attualmente circa il 70% dei votanti, una quota inferiore rispetto al periodo di elezione di gran parte di essi.
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