Ieri sera siamo intervenuti a In onda, su La7, per mostrare e analizzare i risultati di alcune rilevazioni recenti sul tema della riforma del Senato e dell’operato di Renzi sulle questioni istituzionali.
Per prima cosa, abbiamo illustrato i dati Ipsos relativi al grado di conoscenza della riforma in discussione: un complessivo 70% degli intervistati indicava di non conoscere per nulla o solo per sentito dire i contenuti della proposta di Renzi, mentre appena il 3% affermava di conoscerli nel dettaglio.
Si è poi parlato del gradimento per l’operato di Renzi sulla questione: il valore, rilevato da Ipsos, è piuttosto alto, e sfiora la maggioranza assoluta (49%); ma un campanello d’allarme per il premier è rappresentato dai valori decisamente più bassi su tasse (40%) e disoccupazione (42%), due temi certamente prioritari nell’elettorato.
Già, ma che fare del Senato? Una ricerca Ipr di fine giugno, ponendo tre macro-alternative agli intervistati, vedeva prevalere i favorevoli a un’abolizione tout court della seconda Camera, mentre un terzo del campione si diceva favorevole a una modifica delle sue funzioni (così come di fatto proposto da Renzi) e appena il 6% era favorevole a mantenere l’attuale assetto istituzionale.
Si è poi parlato di elettività del nuovo Senato (un punto sul quale, a seconda dei sondaggi, sarebbe a favore fra il 60 e il 70% degli italiani) e di quanto le questioni istituzionali appaiano poi prioritarie agli occhi dell’opinione pubblica. Poco, secondo l’indagine Ixé di qualche giorno fa: se il lavoro è al 64%, per arrivare alle riforme e alla legge elettorale bisogna scorrere l’elenco fino alle ultimissime posizioni, con valori fra il 3 e il 4 per cento.
Guarda qui la trasmissione di In onda del 31 luglio 2014
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