Fra meno di cinque mesi si terranno nel Regno Unito le elezioni politiche. Cercherà una riconferma il premier uscente David Cameron, alla guida di una coalizione fra i Conservatori e i Liberaldemocratici di Nick Clegg. A sfidarlo troverà il Partito Laburista di Ed Miliband. Abbiamo rivolto qualche domanda al professor Chris Hanretty (University of East Anglia), ideatore insieme a Benjamin Lauderdale (London School of Economics) e Nick Vivyan (Durham University) di Election Forecast UK, un modello per predire il risultato in seggi delle elezioni 2015, tenendo conto dei sondaggi attuali e dello storico delle campagne elettorali dagli anni Settanta ad oggi. Ma come funziona questo modello? L’abbiamo chiesto a uno dei suoi ideatori, e in più abbiamo fatto qualche domanda sulla sfida elettorale.
D: L’appuntamento elettorale del 2015 si presenta come uno dei più incerti degli ultimi decenni per il Regno Unito. Quali sono le difficoltà maggiori nel costruire un modello che predica delle elezioni con sistema elettorale maggioritario? E quali invece le caratteristiche specifiche che complicano il campo per questa tornata elettorale?
R: Direi che la relazione fra seggi e voti è sempre complicata in un sistema maggioritario. Un partito che registra il 20% a livello nazionale può perdere in ogni singolo collegio se i suoi voti sono distribuiti uniformemente. Un partito “minore”, invece, può vincere in un buon numero di collegi se i suoi voti sono concentrati geograficamente. Ciò significa che possiamo predire il risultato – in termini di seggi – solo con: a) una buona conoscenza su dove ciascun partito sia stato forte o debole nell’elezione precedente; b) l’ipotesi che i partiti che in passato erano forti in quell’area lo rimangano anche nella prossima tornata elettorale. È questo secondo fattore che manca al momento. L’aumento dello UKIP e dello SNP (Partito Nazionalista Scozzese, ndt) – e il collasso dei Liberaldemocratici – stanno portando alla scomparsa dei vecchi schemi di competizione. In Scozia, seggi che cinque anni fa erano al 100% per il Labour, ora sono a rischio cattura da parte dello SNP. In Inghilterra, collegi lungo la costa con una buona presenza di elettori anziani e che eleggevano candidati Conservatori con maggioranze ampie – ecco, ora quegli stessi Conservatori affrontano la minaccia dello UKIP. Questo rende difficile prevedere la distribuzione del supporto a un partito. Se sapessi che i Conservatori perderanno il due per cento lo perderanno dappertutto? O perderanno il cinque per cento in alcuni seggi dove la minaccia dello UKIP è più concreta, e lo zero per cento in altri collegi?
E arriviamo subito a quelli che sono i due osservati speciali delle elezioni 2015: lo SNP e lo UKIP. Il modello di Election Forecast offre due previsioni, una se si votasse oggi e una proiettata invece sulle elezioni a maggio. Cosa ci può dire su questi due differenti calcoli? In che modo lo storico delle elezioni influenza il numero dei seggi? Nella prima previsione vediamo che SNP e UKIP otterrebbero oggi un numero maggiore di seggi rispetto a maggio. Al contrario, i Lib Dem e i Conservatori sarebbero più in difficoltà nell’immediato salvo recuperare più avanti con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. Come possiamo definire questo movimento, e su quali presupposti si basa?
La differenza fra la “nowcast” e la previsione vera e propria è basata su ciò che sappiamo circa l’evoluzione del sostegno ai partiti mano a mano che ci avviciniamo alle elezioni. Sappiamo che l’andamento nei sondaggi non è casuale durante il periodo della campagna elettorale. Sulla base delle passate elezioni, partiti che registrano nei sondaggi pre-elettorali un livello “sopra” a quello che hanno avuto nelle urne in passato, tendono poi a calare quando si vota. Allo stesso modo, partiti che sono sondati “sotto” il livello che hanno registrato nell’elezione precedente tendono poi a riguadagnare quello che hanno perso. In altre parole, abbiamo una forma di “regressione verso il valore medio”, un fattore che è stato analizzato dalla letteratura accademica (1). In pratica, ciò significa che conteniamo al ribasso l’aumento dello UKIP e il calo dei Liberaldemocratici. Potremmo sbagliarci – se lo UKIP continuerà a registrare un livello simile a quello registrato al momento (circa 17% dei voti, ndt), la nostra previsione in seggi salirà gradualmente. Ma stiamo già cominciando a vedere che la campagna elettorale vera e propria potrebbe coprire la voce peculiare dello UKIP.
Al di là dei partiti anti-mainstream, chi invece è sempre stato al centro delle campagne elettorali nel Regno Unito è il Partito Laburista. Il suo attuale vantaggio nei sondaggi non gli consente però di ritenersi al sicuro, e attualmente il vostro modello predice un “hung parliament” dopo le elezioni di maggio. Che caratteristiche hanno e dove si trovano i seggi che il Labour dovrebbe recuperare per avere una maggioranza ai Comuni? La competizione è solo con i Conservatori?
Non so se sia possibile generalizzare le caratteristiche dei collegi dove il Labour deve vincere… questi collegi sono sparsi per tutto il paese, con l’eccezione di aree chiaramente Conservatrici come le Home Counties (le contee che circondano Londra, ndt), o le circoscrizioni rurali nel Nord e nel Sud Ovest. Il tema della competizione, tuttavia, è molto importante. In Scozia, il Partito Laburista deve fronteggiare la minaccia che viene dal Partito Nazionalista Scozzese, che è favore dell’Unione Europea e si posiziona alla sinistra del Labour. Nel nord dell’Inghilterra, i Laburisti affrontano invece lo UKIP, che è fieramente anti-europeo e attrae elettori di sinistra, malgrado abbia sostenuto politiche di destra e liberiste in passato. Di conseguenza, sul tema dell’Europa, il Labour è spinto in diverse direzioni. Riguardo invece alla competizione su temi generali di destra e sinistra: i Conservatori cercheranno di portare il Labour in una contesa sul tema della gestione economica, e in particolare sulla spesa e sul controllo del deficit. La tentazione in questo caso sarebbe di adottare politiche fiscalmente “ortodosse”. Ma elettoralmente, il Labour spera di strappare voti (e seggi) di Liberaldemocratici di sinistra delusi dal loro partito. Questi elettori potrebbero dirigersi verso i Verdi se il Partito Laburista è visto come troppo vicino ideologicamente al centro. In altre parole ci sono schemi trasversali di competizione partitica.
Questo ci porta a considerare meglio i LibDem: che sfide affronta il partito di Nick Clegg? Secondo il modello Election Forecast sarebbero quasi cancellati dalla ‘celtic fringe’ che in passato rappresentava la loro roccaforte. E che dire dei LibDem del sud dell’Inghilterra, unica regione in cui li date sopra al 10%? Non potrebbero essere tentati di votare conservatore, se il loro partito è percepito poco competitivo?
La base elettorale dei Liberaldemocratici è sempre stata un po’ strana. In parte essa riflette l’eredità del vecchio Partito Liberale, che era forte nelle regioni dove il protestantesimo non anglicano (il metodismo, per esempio) era più strutturato. In parte rappresenta coloro che lasciarono il Labour negli anni Ottanta per formare il Partito Socialdemocratico. Più recentemente, i LibDem hanno dato voce al malcontento nei confronti dei due partiti maggiori. In alcune regioni, il voto di protesta è ora andato verso altri partiti. In Scozia allo SNP, nell’Est e nel Nord, più provvisoriamente, verso lo UKIP. Quindi, le aree dove i LibDem sono ancora forti sono quelle, per largo margine, dove il vecchio Partito Liberale era forte un tempo. La loro capacità di canalizzare il voto di protesta quasi non esiste più.
Chi invece è in fase ascendente sembrano essere i Verdi, che il vostro modello dà a un rilevante 4%. Tuttavia il sistema elettorale li relega a un solo seggio, che già detengono (Brighton Pavilion). Quale potrebbe essere il loro ruolo nella campagna elettorale dei prossimi mesi?
Non ne sono del tutto sicuro. Alcuni vedono i Verdi come uno UKIP di sinistra (2). Io credo che ciò esageri il loro probabile ruolo nei prossimi mesi.
Concludendo la nostra chiacchierata, quello che emerge dal modello di Election Forecast è un’elezione molto incerta, con nessuno dei due maggiori partiti favorito e uno “hung parliament” come risultato più probabile al momento. Inoltre, né un’alleanza Conservatori-LibDem, né un appoggio delle forze regionaliste al Labour sarebbero sufficienti ad avere una maggioranza parlamentare. Cosa si aspetta dai prossimi mesi? Il sistema bipartitico britannico sta andando in crisi?
Primo, è importante ricordare come mentre uno “hung parliament” è molto probabile (circa il 90%), non è assicurato. Secondo, è importante ricordare che mentre il nostro scenario implica che nessuna coalizione di due partiti (né Conservatori e LibDem, né Laburisti e LibDem) sarebbero capaci di formare una maggioranza, anche questo non è certo (probabilità del 45%). Terzo, anche se la nostra previsione fosse giusta, è più difficile predire le risposte dei partiti ai risultati elettorali che predire il risultato e basta. Per esempio, molti nel marzo 2013 predissero che l’Italia sarebbe ritornata al voto. Lo dico perché in una conferenza a Firenze era l’opinione condivisa da molti. Tuttavia i partiti ci hanno sorpreso. La mia congettura migliore è che queste elezioni ci daranno un risultato molto complesso da gestire. Ma spero, forse ingenuamente, che il partiti saranno capaci di affrontare le sfide che tale risultato potrebbe porre.
Note:
(1) Wlezien et al (2013), Polls and the Vote in Britain, in Political Studies, Vol. 61
(2) Wigmore, T. (2015), ‘The rise of the “anti-UKIP” party: how the Greens are hammering Labour“, The New Statesman
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