MIAMI – Il ricordo dell’incredibile sconfitta di Al Gore contro George W. Bush sedici anni fa in Florida per soli 500 voti è probabilmente ancora ben vivo nel ricordo dei Democratici. Ed è per questo che Hillary Clinton, nelle ore immediatamente successive alla riapertura dell’indagine dell’Fbi sulle sue mail, ha deciso di spostare forze ed energie proprio qui, nello Stato chiave per eccellenza che assegna 25 voti elettorali mentre – paradossalmente – il candidato dei repubblicani Donald Trump sta virando su altri Stati.
Che la Florida fosse lo swing-state per eccellenza è risaputo: già ad agosto YouTrend ha dedicato un focus molto approfondito sull’importanza dello “stato del sole”. Per Hillary Clinton vincere qui significherebbe avere in tasca la vittoria, mentre Donald Trump è obbligato a vincere per mantenere aperta la competizione verso la Casa Bianca. Ed è proprio notizia delle ultime ore un sondaggio del New York Times che dà avanti Trump in Florida di ben 4 punti.
Il dispiegamento di forze in queste ore sulla Florida è impressionante: nei giorni scorsi l’artista Cher ha organizzato un concerto a Miami per sostenere la Clinton, che tornerà qui domani (1 novembre) per tre tappe ravvicinate: sarà prima a Tampa, poi a Orlando e infine a Fort Lauderdale. Nelle stesse ore, arriva anche il marito, Bill Clinton (con tre tappe previste: Miami, Collier County e Pinellas County). Il giorno dopo, il 2 novembre, arriva a Tampa il vicepresidente Joe Biden mentre il 3 novembre atterra da queste parti il presidente uscente Barack Obama a Jacksonville e in un’altra tappa da fissare nel Sud della Florida: a chiudere i giochi, un altro concerto elettorale a Tampa il 5 novembre con Jon Bon Jovi. Per ora invece il fronte di Trump – che però di solita annuncia con più ritardo i suoi appuntamenti – ha previsto in Florida solo una visita di Mike Pence a Clearwater.
Impressionante anche la differenza di mobilitazione dei quartieri generali dei candidati tra uno Stato dove non c’è battaglia come New York, da cui sono passato nei giorni scorsi, e un battlestate come la Florida. Nel comitato elettorale di Hillary Clinton di New York, che si trova a Brooklyn, lavorano soltanto una trentina di volontari alla volta, fanno a turni (in tutto sono un centinaio) per telefonare in Florida e Ohio e provare a convincere gli indecisi e anche alla Trump Power a Manhattan non c’è quasi nessuno perché la battaglia è altrove. A Miami nella zona di Downtown i due candidati hanno aperto e investito molto sui loro uffici elettorali e si trovano a non molta distanza uno dall’altra. La corsa vera si gioca qui e soprattutto nelle altre regioni della Florida.
Articolo a cura di Olivio Romanini, dalla Florida.
*Di Florida, sondaggi e swing-states parleremo stasera a Roma con Francesco Costa del Post e i nostri Giovanni Diamanti e Lorenzo Pregliasco a “USA 2016: le elezioni americane, spiegate bene“ (VIDEO)
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