Nel suo discorso di commiato, tenuto a Chicago lo scorso 10 gennaio, il Presidente degli Stati Uniti uscente Barack Obama ha pronunciato la parola “democrazia” per ben 20 volte. Detta così, la notizia può sembrare di poco conto. Non è un mistero che negli USA la democrazia abbia un’importanza particolare, e che essa venga spesso richiamata (anche per motivi puramente retorici) in qualunque discorso pubblico, anche non strettamente politico.
La novità sta nel fatto che Obama l’abbia citata in un discorso di circa 50 minuti (quindi, una volta ogni due minuti e mezzo, in media), e soprattutto che i suoi predecessori non abbiano mai fatto neanche lontanamente altrettanto. È quello che emerge da una instant analysis del sito Quartz:
Nonostante sia stato pronunciato in diretta di fronte ad una audience enorme, il discorso di commiato di Obama non ha avuto quel radicale impatto oratorio di alcuni suoi discorsi precedenti. Non è stato un grido di battaglia per i liberal o per nuovi, galvanizzati attivisti, quanto una spiegazione dei fondamentali della democrazia americana.
“Capite, la democrazia non richiede l’unanimità”, ha detto Obama. “I nostri padri fondatori hanno litigato e hanno raggiunto compromessi, e si aspettavano che noi avremmo fatto lo stesso. Ma sapevano la la democrazia richiede un senso comune di solidarietà, l’idea che per quante siano le nostre differenze apparenti, siamo tutti sulla stessa barca. Che vinciamo, o perdiamo, insieme”.
Nessuno dei predecessori di Obama aveva insistito così tanto sul concetto di “democrazia” nei loro discorsi di commiato (o comunque, in quelli che poi si sono rivelati i loro ultimi discorsi da presidenti: è il caso di Kennedy, Nixon e Bush sr). Per trovare un precedente paragonabile, bisogna risalire addirittura a Woodrow Wilson (quello dei 12 punti e della Società delle Nazioni).
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