Una delle campagne elettorali più appassionanti della storia della Francia si sta per concludere: dal voto di domani emergeranno i nomi dei due candidati che si contenderanno la presidenza della Repubblica al ballottaggio del prossimo 7 maggio. Il pronostico è più che mai incerto: quattro candidati sopravanzano nettamente nei sondaggi tutti gli altri, ma le stime sulle intenzioni di voto non fanno registrare dei margini tali da poter azzardare previsioni.
I fatti che hanno attirato maggiore curiosità da quando si è aperta la campagna elettorale sono, probabilmente, il crollo nei sondaggi del candidato del Ps Benoît Hamon e, contemporaneamente, l’avanzata di Jean-Luc Mélenchon. Inizialmente sfavorito, nelle ultime settimane il leader di La France insoumise ha raggranellato consensi fino ad arrivare a pochissima distanza dagli altri contendenti.
Questa e altre indicazioni si possono trarre dalle analisi pubblicate dal sito Paris Match, che dal 30 gennaio scorso pubblica quotidianamente gli orientamenti di voto dei francesi rilevate dall’istituto Ifop. La tecnica impiegata è il rolling, che prevede un campione che si rinnova ogni giorno di una parte soltanto dei suoi intervistati.
1) Corsa a quattro
A poche ore dal voto, il candidato in vantaggio nella rilevazione è Emmanuel Macron, che sopravanza di 2 punti percentuali Marine Le Pen. Seguono a poca distanza François Fillon e Jean-Luc Mélenchon, con Hamon che si classifica soltanto al quinto posto.
Il dato di Mélenchon arriva al termine di una rincorsa che ha visto il candidato della sinistra prima sopravanzare e poi staccare Hamon di ben 11,5 punti percentuali. Ma il grafico che segue, che mostra l’evoluzione delle intenzioni di voto dall’inizio della rilevazione, suggerisce ulteriori indicazioni.
L’andamento delle preferenze per Mélenchon e Hamon è speculare: il calo del candidato socialista si associa alla crescita del leader di La France insoumise. L’elettorato complessivo dei due candidati di sinistra oscilla tra il 22,5% e il 27,5%. Forse più inaspettatamente, anche i due candidati della destra, Fillon e Marine Le Pen, registrano un andamento simile: nel mese di aprile la forbice tra i due si è progressivamente ridotta dagli 8 punti e mezzo agli attuali 3 punti percentuali. E Macron? Il leader del movimento En Marche! non ha avuto un mese facile, calando fino a una settimana prima del voto ma riprendendosi almeno parzialmente negli ultimi giorni. Il suo trend è in parte speculare a quello di Fillon e Mélenchon: cala quando i due crescono, si risolleva quando registrano una battuta d’arresto. In altre parole, una parte di elettorato di Macron, non consistente ma che potrebbe comunque risultare determinante, potrebbe spostarsi alla sua sinistra (verso Mélenchon) e alla sua destra (verso Fillon) – e viceversa naturalmente.
2) Gli indecisi
Ma le intenzioni di voto raccontano soltanto una parte della questione. In primo luogo perché c’è ancora un 27% di elettori che intende astenersi. Inoltre, perché il numero di indecisi è abbastanza consistente da poter determinare l’esito di elezioni così incerte: oltre un quarto degli intervistati dichiara che potrebbe ancora cambiare idea, con sensibili differenze tra le basi elettorali dei candidati principali. Per esempio, il 37% degli elettori di Hamon dichiara di essere ancora disposto a cambiare idea sulla sua scelta: un margine abbastanza ampio e, presumibilmente, una buona notizia per Mélenchon. Anche Macron sembra avere una base elettorale non proprio granitica (30% di indecisi), mentre gli elettori di Marine Le Pen appaiono molto sicuri della loro scelta.
3) Le categorie sociali
Il report pubblicato da Paris Match fornisce i dati sulle intenzioni di voto classificati in base a diverse variabili quali il genere, l’età, la professione e così via. Mélenchon ha un elettorato giovane: è al 23% considerando soltanto gli under 35 e soltanto all’8% se il voto fosse limitato a chi ha più di 65 anni. Specularmente, Fillon è ampiamente in testa in quest’ultima fascia d’età (38%) e molto in difficoltà tra i più giovani. Ancora più interessante la distribuzione del voto per categoria professionale, con Marine Le Pen che ottiene grande consenso tra i disoccupati e tra i lavoratori salariati, in particolare tra gli operai (con un clamoroso 43%), mentre Macron sembra avere la sua base elettorale tra le professioni intellettuali e il ceto medio in generale.
4) Le zone di forza (e di debolezza)
Con l’aiuto del sito Franceinfo ci si può fare un’idea della possibile distribuzione del voto nel territorio francese. Nell’immagine che segue sono evidenziate le regioni della Francia continentale (non sono state rilevate le intenzioni di voto in Corsica e nei territori d’oltremare) nelle quali ogni candidato è maggioritario secondo un sondaggio svolto dagli istituti Ipsos Sopra-Steria e Cevipof. Marine Le Pen (in blu) è in vantaggio in cinque regioni su dodici, in particolare nell’Alta Francia e in Provenza. Anche Macron (in grigio) è in testa in cinque regioni, con un vantaggio molto rassicurante in Bretagna (dove può contare sul sostegno del potente ministro della Difesa Le Drian) e più contenuto altrove. Fillon rischia di non vincere in nessuna regione, ma nell’Ile-de-France gode di un vantaggio, seppur marginale, sugli altri candidati. In questa regione vi sono aree, come la cintura di Parigi, in cui Mélenchon (in rosso) ottiene molti consensi, ma il candidato della sinistra sembra potersi affermare anche in Nuova Aquitania, a Sud-Ovest del paese.
5) E al ballottaggio?
Paris Match allarga l’orizzonte anche al secondo turno con le intenzioni di voto tra i due candidati favoriti, Macron e Le Pen (l’ultima previsione dà Macron in vantaggio col 60,5%). Appare significativa la distribuzione delle scelte degli elettori che al primo turno votano per gli altri candidati: Macron riuscirebbe ad assicurarsi oltre la metà degli elettori di Mélenchon, il 69% dei voti in uscita dal Partito Socialista e perfino la maggioranza relativa dei consensi verso Fillon. Un simile esito confermerebbe che il sistema elettorale a doppio turno francese tende a sfavorire i candidati posizionati sulle ali estreme dello schieramento politico.
Fare una previsione, con i numeri che abbiamo visto, è estremamente difficile. Tuttavia, due giornalisti dell’Economist ci hanno provato lo stesso, basandosi proprio sui sondaggi.
Questa stima ci dice che il ballottaggio più probabile è quello Macron vs Le Pen; ma potrebbe verificarsi anche una sfida Macron-Mélenchon o uno scontro Fillon-Le Pen. L’esito finale, comunque, sarebbe (con quasi il 70% di probabilità) la vittoria al ballottaggio di Emmanuel Macron. Attenzione, si parla di probabilità: una percentuale simile l’aveva calcolata Nate Silver per la vittoria finale di Hillary Clinton, e sappiamo poi com’è andata a finire. In realtà questo grafico dell’Economist può essere letto anche così: c’è una possibilità su tre che il prossimo presidente della Francia non sia Emmanuel Macron.
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