Le elezioni anticipate richieste da Theresa May trovavano spiegazione nel “momentum” dei Tory: dalla Brexit in poi e con il nuovo governo May il consenso per i conservatori si è mantenuto ad alti livelli, mentre il Labour è crollato nei sondaggi.
La situazione più recente, dipinta da ORB per il Telegraph, sembra sottolineare il supporto verso i Tory, ma con il Labour in rialzo. E sì, anche a queste elezioni nazionali lo UKIP non otterrà i consensi sperati: al momento è dato nei sondaggi sotto i Liberal-democratici.
Il “modello Westminster” è come noto un sistema basato su una legge elettorale maggioritaria, con collegi uninominali a turno unico, che favorisce maggioranze monopartitiche e consente al leader del partito di maggioranza di guidare anche il governo. Su base nazionale ad oggi i conservatori godono del 42% dei consensi. In ripresa i laburisti con il 31%.
Il cleavage più pesante per la politica britannica resta la Brexit, un processo ancora in corso. E a subire maggiormente questo tema sono direttamente i laburisti, i cui elettori sono ancora i più divisi tra leave e remain. Questo costringe il leader laburista Jeremy Corbyn a un difficile equilibrio, mentre tra chi ha votato leave più del 50% delle intenzioni di voto vanno ai conservatori.
Su base territoriale, la principale novità è rappresentata dal vantaggio Tory in Galles, al momento su valori da record storico. Un vantaggio ancora più alto sui Lab rispetto alle zone tradizionalmente conservatrici del sud-est britannico. Corbyn può contare su nord-est e nord-ovest dell’Inghilterra, mentre in Scozia si conferma la leadership dello SNP di Nicola Sturgeon.
Il vero problema dei Labour? I giovani non vanno a votare. L’elettorato diventa sempre più conservatore mano a mano che ORB e Telegraph mostrano i dati per fasce di età via via più anziane: gli over 55 sono a maggioranza assoluta Tory, mentre gli under 35 vedono i laburisti tra il 45% e il 50%. Il punto è che le fasce di età più anziane rappresentano una certezza maggiore quando si tratta di recarsi alle urne, mentre il voto di opinione non trova la stessa certezza tra i giovani.
Ancor più sorprendente è il dato suddiviso per fasce sociali e categorie lavorative. La categoria AB è rappresentata dalle professioni manageriali; C1 dalle professioni amministrative; c2 dai lavoratori professionali; DE da lavoratori “unskilled”, precari o pensionati. Tradizionalmente i conservatori hanno la loro base elettorale nelle prime due fasce, che rappresentano la borghesia, mentre le fasce popolari C2 e DE sono state per decenni appannaggio dei Lab. Ora Corbyn può contare solo sulla fascia dei lavorati meno professionalizzati, mentre il gap tra le altre fasce è di almeno 14 punti percentuali. Una battaglia disperata.
Allo stato attuale, il sito specializzato Electoral Calculus vede una probabilità dell’81% per una maggioranza autonoma dei Tory, con 403 seggi contro i 171 dei laburisti. Nel frattempo vere e proprie elezioni si sono tenute proprio in questi giorni: l’election-day amministrativo per i seggi locali in Inghilterra, Scozia e Galles ha visto la vittoria netta del partito di Theresa May. Come si nota dai dati raccolti da Britain Elects, i Tory guadagnano ovunque seggi locali, a scapito dei laburisti che arretrano in Inghilterra, Scozia e Galles; calano i Lib-Dem, scompaiono del tutto gli eletti UKIP. Nello specifico in Inghilterra i conservatori guadagnano a tutto discapito di Labour e UKIP.
Tiene l’SNP in Scozia, dove i conservatori aumentano il numero di rappresentanti.
Come evidenziano i sondaggi attuali, in Galles il drop del Labour è forte, proprio a vantaggio dei Tory.
Una situazione che a poche settimane dalle urne per il parlamento britannico sembra segnata, o quantomeno con il vento a favore per i conservatori di Theresa May.
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