Dieci giorni fa gli italiani si sono espressi. Il risultato? Unostravolgimento della geografia politica ed elettorale del nostro Paese.
La zona rossa non esiste più: il Pd, infatti, tiene solo in Toscana e nei centri delle grandi città. Non esiste più neanche il tradizionale bipolarismo rosso-blu, giacché la Lega per la prima volta è diventata la prima forza nel centrodestra. La mappa italiana, quindi, è per lo più colorata di verde al Nord, area dove le forze conservatrici hanno trovato praticamente ovunque la maggioranza dei consensi, mentre al Sud è tutta gialla. Qui, la sfida elettorale non è stata affatto competitiva: ha vinto ovunque il Movimento 5 Stelle, in alcune zone con percentuali oltre il 50%.Questi risultati ci hanno sorpreso? In parte sì. Infatti, se le tendenze di fondo erano state in qualche modo previste, era comunque difficile pronosticare un simile crollo del Pd che, unito all’alta performance del M5S al Sud, ha consegnato una situazione di stallo, con nessuno dei tre poli in grado di conquistare la maggioranza dei seggi alla Camera e al Senato. Il Movimento 5 Stelle era dato intorno il 30%, ma nessuno aveva scommesso su un risultato così eclatante della Lega.
Ma, come dicevamo all’inizio, non c’è una sola Italia, ma ce ne sono almeno due. Due paesi diversi, non comunicanti.
Prendiamo per esempio il collegio centrale di Torino per la Camera dei Deputati. Qui il centrosinistra vince con oltre il 40% dei voti, con la lista +Europa addirittura oltre l’11%. Sono risultati clamorosi, che rimandano ad altri periodi storici. In questo collegio, chi ha votato Movimento 5 Stelle corrisponde solo al 17,1% dell’elettorato. Sono oggettivamente due popoli differenti. E lo stesso discorso si potrebbe fare per i collegi centrali di Milano e Roma.
Abbiamo citato Torino perché è il luogo fisico in cui ha sede la nostra redazione. Abbiamo voluto allora curiosare il comportamento di voto nelle sezioni elettorali in cui ognuno di noi ha votato.
Nella sezione 30 di Torino (centro città, circoscrizione comunale 1, collegio uninominale 1) ha votato il nostro direttore Lorenzo Pregliasco. Ebbene, qui i risultati non potrebbero essere più diversi dal dato nazionale. Il Pd è al 29,1%, +Europa addirittura al 16,6%. Il dato sorprendente, al contrario, è un Movimento 5 Stelle fermo al 9,2%, mentre Forza Italia è il primo partito della coalizione di centrodestra. Cosa ne pensa Lorenzo di questi dati? Ecco le sue parole:
Abitare nel territorio del collegio Torino-Centro, quello che ha avuto in assoluto il miglior risultato d’Italia per +Europa, forse ha influenzato la mia percezione del fenomeno di crescita della lista di Emma Bonino. E il fatto che per lavoro abbia frequentato soprattutto il collegio di Roma-Trionfale, dove +Europa ha fatto quasi il 9%, non ha aiutato. D’altra parte, anche il boom del Cinque Stelle non ha riguardato il mio territorio di residenza, dove anzi il M5S è sceso rispetto a cinque anni fa.
Appena poco fuori il centro, ma sempre nel collegio uninominale 1, risiede Andrea Maccagno (sezione 323). Qui il centrosinistra è sempre maggioranza, anche se con percentuali inferiori e con un ritorno del Movimento 5 Stelle. Infatti il Pd è avanti solo di un punto (27,8%), mentre +Europa ottiene un buon 5,7%. Nel centrodestra, stesso numero di voti tra Forza Italia e Lega, ferme al 12,6%. Come legge Andrea questi risultati?
Io rientro nel collegio centrale, ma risiedo al “confine”. E ciò spiega un aumento del Movimento 5 Stelle. Certo però rimane forte il centrosinistra, ancora prima coalizione. Contando anche i voti di LeU, si nota come l’elettorato di sinistra conti ancora per un buon 40%: il dato non sorprende, però, conoscendo la storia elettorale della città dove anche nel 2016, per lo meno al primo turno, qui si impose il centrosinistra. Ottimi poi i risultati di +Europa (5,7%) e di Potere al Popolo! (3,1%). C’è da dire che per +Europa, per la zona in cui vivo, ritenevo possibile il superamento della soglia di sbarramento, e invece…
Nella prima cintura torinese, invece, vive Ruben Bianco. In particolare stiamo parlando di Grugliasco, sezione 2. Qui il centrosinistra (32,7%) perde la leadership a vantaggio del Movimento 5 Stelle, che arriva al 35,5%. Nel centrodestra, invece, si consolida il sorpasso della Lega su Forza Italia: 14,5% contro 8,1%. Sorprende poi l’alta percentuale di Casapound, che supera l’1% (arrivando al 1,4%). Cosa pensa Ruben a riguardo?
Grugliasco è sempre stata, storicamente, una roccaforte del centrosinistra. L’erosione del consenso del PD – a favore del M5S – non è però una novità, ma anzi una tendenza che è in atto da diversi anni. Il “Partito”, in paesi come questo, ha dato l’illusione di una tenuta forte grazie agli ottimi risultati alle elezioni amministrative, dovuti però in larga parte alla presenza di figure stimate e radicate sul territorio. In una realtà dove il centrodestra è sempre stato pressoché inesistente, poi, fa riflettere il risultato della Lega, segno che il partito di Salvini è stato capace di pescare efficacemente fuori dal recinto tradizionale dell’area politica di riferimento. Tornando però a casa solo la sera e vivendo e lavorando sempre a Torino, ho vissuto anch’io la bolla distorsiva della “metropoli”, non riuscendo a cogliere efficacemente i segnali di queste tendenze.
Fuori dal Piemonte c’è Napoli. Grande città, ma del Sud. Il comune di residenza del nostro caporedattore Salvatore Borghese, ha fatto registrare percentuali altissime per il partito del corregionale Luigi Di Maio. È andata così anche nella sezione 171 del capoluogo partenopeo? Assolutamente sì. Il M5S è oltre il 50%. Il centrosinistra praticamente non esiste, con il Pd al 13,5% e +Europa al 2%. Nel centrodestra Forza Italia catalizza i voti con il 20,4%, ma la Lega ottiene un dignitoso 3,4%, considerando il suo passato nordista neanche troppo lontano. Le parole di Salvatore:
Il Movimento 5 Stelle ha avuto a Napoli un successo fragoroso, e totalmente inaspettato. Almeno per me, che non ho mai visto un particolare attivismo politico sul territorio del mio quartiere, dove pure il M5S ha ottenuto percentuali bulgare. Da queste parti, iniziative di tipo politico sono state fatte perlopiù da giovani del PD: ma questo in sede di voto è stato totalmente irrilevante. È evidente che la crescita e il radicamento del consenso verso i 5 Stelle si sono determinati in un altrove a-territoriale.
Infine uno dei nostri esperti quantitativi Matteo Cavallaro, ricercatore a SciencesPo – Toulouse. Anche lui dalla residenza torinese, ha però votato in Francia, Paese nel quale lavora e vive. All’estero il voto per il centrosinistra è stato più consistente, specialmente in Europa. La coalizione arriva quasi al 50% (49,1%), con il 36,9% del Pd e il 10,9% di +Europa. Intelligente la scelta del centrodestra, invece, di formare una lista unica, per essere avvantaggiati nel riparto proporzionale: si collocano così secondi con il 21% dei voti. Peggio fa il Movimento 5 Stelle, fermo al 17,1%. Ecco cosa ne pensa Matteo di questi risultati:
Credo di aver vissuto questa elezione nella “bolla” per eccellenza: all’estero. In un paese, la Francia, dove il PD addirittura aumenta i propri voti rispetto a 5 anni fa. Forse proprio per questo, nelle varie scommesse fatte in redazione (ebbene sì, noi di YT abbiamo questo vizio), ero sempre il più cauto sulla caduta del PD. Reggerà, dicevo. Inutile dire che ho perso ogni scommessa.
Dice bene Matteo: tutti noi, chi più chi meno, questi mesi di campagna elettorale li abbiamo vissuti come in una bolla. Viviamo in città che non ci hanno permesso di comprendere appieno qual era la portata di questo voto. Le tendenze generali le avevamo ovviamente lette, ma ci sono stati dei risultati che hanno sorpreso anche noi. Quando vedevamo i risultati dei sondaggi nel meridione, per esempio, non ci pareva vero uscissero dei risultati tanto alti per il Movimento 5 Stelle. Ci aspettavamo che andasse bene, ma non che stravincesse ovunque.
Alcune tendenze esistevano, ma avevano un’intensità diversa da quella che avevamo previsto. Quindi, probabilmente abbiamo sopravvalutato la crescita di alcuni (+Europa) e sottovalutato quella di altri (la Lega nazionalmente e il Movimento 5 Stelle al Sud). Voi, invece, vi aspettavate simili risultati? E, soprattutto, vi siete mai chiesti cosa votino i vostri compagni di seggio? Da noi è finita così:
Sono sempre stato convinto che la Bonino fosse sopravvalutata e che, malgrado l’offensiva propagandistica, non sarebbe arrivata al 3 per cento. Lo sfondamento del M5S al sud mi ha invece sorpreso. I risultati del mio collegio (voto a Carcare, Sv) sono stati in linea con quello che mi aspettavo.