Domani si terrà il ballottaggio per eleggere il nuovo sindaco di Udine. Due settimane fa, infatti, il candidato del centrodestra Pietro Fontanini si è fermato al 41,5% dei consensi. Perciò si scontrerà per la carica di primo cittadino con il candidato del centrosinistra Vincenzo Martines (35,9%).
Cosa dobbiamo aspettarci? Per rispondere diamo uno sguardo innanzitutto allo storico elettorale recente del comune friulano. Per quanto riguarda il voto amministrativo, da quando esiste l’elezione diretta del sindaco (1993), questo è sempre appartenuto al centrosinistra (tranne la parentesi che va dal 1998 al 2003).
Se Fontanini fosse eletto, quindi, riporterebbe il centrodestra alla guida della città dopo ben 15 anni. E ad oggi i favori del pronostico pendono dal suo lato: non tanto per il dato del primo turno, quanto per il trend recente che – dalle Politiche del 4 marzo alle Regionali del 29 aprile – ha sempre visto il centrodestra davanti.
Certo, al ballottaggio serve il 50% più uno dei voti, quindi sarà essenziale riportare a votare i propri elettori del primo turno e poi provare ad allargare il consenso ad altri elettori. Né Fontanini né Martines potranno però contare sugli apparentamenti: i partiti esclusi, infatti, hanno deciso di non schierarsi con nessuno dei due candidati al ballottaggio. Che, quindi, si contenderanno il voto dei 10.000 elettori che al primo turno hanno scelto i loro competitor escludi senza l’aiuto dei candidati di liste apparentate tra il primo e il secondo turno.
Tra i partiti, un ruolo di protagonista lo giocherà senz’altro la Lega, che si è imposta lista più votata in città con il 21,6% dei consensi. Solo il Pd (20%) ha tenuto testa al partito di Salvini, mentre sono risultati molto più distanti Forza Italia (9,7%) e Movimento 5 Stelle (8,9%).
Ma a Udine, come in tutti gli altri comuni del Friuli-Venezia Giulia, il 29 aprile si è anche votato per le Regionali. In questa arena la prevalenza del centrodestra è stata ancora più netta: qui infatti il leghista Massimiliano Fedriga si è classificato primo con il 48,4% dei voti, distanziando Bolzonello (centrosinistra) di oltre 18 punti, con il candidato del Movimento 5 Stelle fermo a un mediocre 10,4%. E anche in questo caso la Lega si è imposta come primo partito (26,5%), seguita da Pd (20,5%), Forza Italia (11%) e Movimento 5 Stelle (6,5%).
Se poi volgiamo lo sguardo ancora più indietro, alle Politiche del 4 marzo, il discorso non cambia di molto. Anche in questo caso infatti, il centrodestra è risultato la prima area politica con grande margine (37,6%) mentre il Movimento 5 Stelle (21,8%) ha ottenuto un risultato molto al di sotto della media nazionale. Tra le liste liste è stato invece il Pd a primeggiare (22,8%), seguito a breve distanza dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega (20,5%).
Come si diceva in apertura, cinque anni fa il discorso fu totalmente differente: il centrosinistra era riuscito a vincere in tutte le competizioni.
Alle comunali, il sindaco uscente Furio Honsell andò al ballottaggio con il 46%, vincendo poi con il 54,7% dei consensi. Al primo turno il suo avversario di centrodestra si era fermato fermò al 35,6%, mentre il Movimento 5 Stelle raccolse il 14,7% dei voti. Anche all’epoca si votava contestualmente per le Regionali, dove a Udine città si impose Serracchiani con il 43,4% dei voti. Più distanti Tondo (centrodestra) con il 37,1% e Galluccio (M5S) con il 17,8%.
Pochi mesi prima, infine, si erano tenute anche le elezioni Politiche (quelle della “non vittoria” di Bersani). Ebbene, a Udine è stato sempre il centrosinistra a imporsi con il 31,6% dei consensi, contro il 24,4% del Movimento 5 Stelle e il 23,5% del centrodestra. Qui un buon 15% lo fece registrare la coalizione guidata da Mario Monti.
A Udine città, quindi, in cinque anni è totalmente cambiato il vento. Il centrosinistra è stato ridimensionato e la Lega è diventata il primo partito. Il Movimento 5 Stelle non ha toccato palla neanche alle Politiche, per cui poco poteva fare alle Amministrative dove, comunque, ha ottenuto risultati deludenti. In vista del ballottaggio, perciò, Fontanini può mettere a segno il colpo finale e riportare il centrodestra alla guida della città dopo 15 anni.
L’altra città ad andare al ballottaggio domani è Sacile, comune di poco meno di 20 mila abitanti al confine con il Veneto. Nonostante le piccole dimensioni, questo comune va comunque tenuto d’occhio per una ragione molto particolare: al ballottaggio infatti si sfideranno due candidati di centrodestra: Carlo Spagnol, appoggiato da Forza Italia, e Alberto Gottardo, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia. I due hanno catalizzato su di sé gran parte dei consensi del primo turno (43% il primo, 36% il secondo).
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