In un articolo di qualche giorno fa, abbiamo messo a confronto le caratteristiche degli elettorati di Movimento 5 Stelle e Lega emersi delle Politiche del 4 marzo, per evidenziare i tratti in comune e quelli su cui vi fossero differenze tra gli elettori dei due partiti impegnati in queste ore a redigere un “contratto di governo”.
In questo secondo articolo cerchiamo invece di capire quanto sono distanti questi elettorati dal punto di vista del loro posizionamento politico, e cioè come la pensano gli elettori di M5S e Lega (ma non solo) sui diversi temi che hanno contraddistinto il discorso pubblico dell’ultima campagna elettorale in modo da poter inquadrare i possibili punti di convergenza e quelli su cui invece trovare un’intesa sarà più difficile.
Anche in questo caso, la fonte dei dati è costituita dal sondaggio pre-elettorale condotto da Quorum per SkyTG24, i cui risultati sono stati pubblicati su “Una nuova Italia”, il nostro instant book di analisi sulle elezioni del 4 marzo edito da Castelvecchi. Tra le domande del sondaggio, infatti, ve n’erano anche alcune con cui si chiedeva agli intervistati quanto fossero d’accordo con una serie di 14 affermazioni. Incrociando queste risposte con le intenzioni di voto, è stato possibile ricavare la posizione media dell’elettorato di ciascun partito, e confrontarla con quella degli altri partiti. Per ragioni di numerosità campionaria, abbiamo preso in considerazione gli elettorati dei 4 partiti più votati, concentrandoci in particolare – ovviamente – su quelli di M5S e Lega.
Vediamo subito le distanze sui singoli temi. Come mostrano i primi due grafici, gli elettori di Di Maio e Salvini hanno posizioni piuttosto simili su diversi temi, talvolta in maniera inaspettata: sulla parità dei diritti degli omosessuali, ad esempio, entrambi sono molto “tolleranti”; non sorprende invece che siano molto vicini sulla necessità di riprendersi pezzi di sovranità ceduti alla UE (con la Lega leggermente più “sovranista”) e su quella di ridurre i costi della politica, così come su un’opinione genericamente ostile alle élite politiche ed economiche (ostilità lievemente più accentuata negli elettori M5S). Punti in comune si ritrovano anche sull’abolizione delle tasse universitarie (vista con favore) e soprattutto nella contrarietà all’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita (prevista dalla riforma Fornero) e nel giudizio complessivamente negativo sul Jobs Act renziano.
I punti su cui invece si registra una distanza sono innanzitutto l’atteggiamento verso gli stranieri, con gli elettori leghisti che mostrano atteggiamenti nettamente più xenofobi, anche in relazione al cosiddetto “nazionalismo economico”, cioè il dare la precedenza agli italiani rispetto agli stranieri per ciò che riguarda l’erogazione di servizi pubblici di tipo assistenziale. Anche sulla semplificazione fiscale e sulla Flat Tax (proposta della Lega) c’è una certa distanza, ma complessivamente l’orientamento è comunque favorevole.
Nel secondo grafico possiamo vedere gli stessi dati in relazione al posizionamento medio di tutti gli elettori. Notiamo così che in genere i due elettorati si discostano dalla media nella stessa direzione: raramente la posizione media dell’elettorato complessivo si situa a metà strada, il che lascia supporre che sui vari temi un eventuale punto di compromesso potrebbe comunque essere alla fine politicamente connotato.
Ma gli elettori non sono divisibili in compartimenti stagni a seconda di ciascun tema. Per capire quanta distanza “ideologica” ci sia invece tra i diversi elettorati, abbiamo rielaborato i dati ri-classificando le 14 domande in base a 4 assi, che riguardano altrettante “linee di frattura” (in letteratura cleavages) presenti nell’elettorato italiano e non solo: l’asse relativo a libertà e diritti personali (autoritarismo vs liberalismo), quello sull’apertura o chiusura dell’economia (globalismo vs sovranismo), quello relativo alla posizione verso l’establishment (sistema/antisistema) e infine il tradizionale asse stato/mercato che riflette lo storico cleavage tra destra e sinistra in economia.
Vediamo innanzitutto come si posizionano i vari elettorati su ciascuno di questi assi.
Questo grafico ci dice innanzitutto che ben difficilmente gli elettori della Lega avrebbero potuto digerire un accordo con il PD: troppo forti le distanze valoriali e politiche sui primi due assi. Ma il PD si trova invece molto lontano dal M5S sugli altri due assi, ossia per ciò che riguarda fiducia nel sistema e nelle istituzioni esistenti e il ruolo dello stato in economia (asse in cui gli elettori del PD si trovano nella posizione più “liberista”, cioè quella che di norma viene classificata come più “di destra”). Forza Italia si viene invece a trovare in una posizione intermedia sia rispetto a PD e Lega (nei primi due assi) che rispetto PD e M5S (negli altri due assi). Ma se ci focalizziamo sulle distanze tra gli elettori di Lega e M5S notiamo che esse sono sì presenti, ma non in misura eccessiva. In tre casi su quattro, la distanza tra Lega e M5S è all’incirca la metà di quella che c’è tra M5S e PD.
Queste considerazioni trovano un’ulteriore conferma se visualizziamo gli stessi dati su un diagramma cartesiano bidimensionale: questo ci consente di valutare meglio le distanze tra i singoli elettorati.
Attenzione però: questi grafici possono trarre in inganno. Nonostante le singole sfere siano state ridimensionate per tenere conto dell’effettivo peso elettorale dei vari partiti (in base ai risultati delle Politiche del 4 marzo), nulla ci dicono su quanto i diversi elettorati siano tra loro sovrapponibili. Come detto prima, infatti, non avrebbe senso immaginare i diversi elettorati rinchiusi in compartimenti stagni: al contrario, all’interno di ciascun partito vi sono elettori con opinioni anche molto diverse sui singoli temi. Sui vari assi finora abbiamo tenuto conto della posizione media di ciascun elettorato sui vari gruppi di temi classificati come appartenenti a quell’asse, ma questo rischia di dare l’impressione – errata – di una totale assenza di punti di contatto.
Questa operazione si rivela molto interessante se applicata ai quattro maggiori partiti nel grafico cartesiano che incrocia il posizionamento sull’asse “statalista/liberista” con quello sull’asse “globalista/sovranista”.
Il grafico così ottenuto ci dice che gli elettori del Movimento 5 Stelle in realtà sono, quantomeno per una buona parte, sovrapponibili agli elettori del centrodestra: non solo a quelli della Lega quindi, ma anche a quelli di Forza Italia. Le parti di elettorato non sovrapponibili a quelli di Lega e FI sono quelle troppo “stataliste” (parte bassa del grafico). Dal canto suo, la Lega ha diversi elettori che non ricadono nell’area valoriale di quelli del M5S perché troppo “liberisti” (in alto) o troppo “sovranisti” (parte destra). Infine, l’elettorato del PD risulta anche qui troppo distante dagli altri per il suo essere troppo “aperturista” (parte sinistra del grafico), trovando una sovrapposizione parziale solo con l’elettorato di Forza Italia, comunque nettamente più “sovranista” rispetto a quello dem.
NOTA METODOLOGICA: I dati sono stati elaborati a partire da un sondaggio svolto tra il 28 febbraio e il 2 marzo 2018 su un campione di 3.240 casi rappresentativi della popolazione maggiorenne residenti in Italia, con metodologia mista CATI-CAMI. Questa la consistenza dei sotto-campioni dei 4 maggiori partiti: M5S 746 casi; PD 428 casi; Lega 395 casi; Forza Italia 319 casi. Sono stati individuati 14 temi a cui è stata fatta corrispondere un’affermazione, con la quale è stato chiesto di dichiarare quanto si fosse d’accordo su una scala da 1 (per nulla d’accordo) a 5 (molto d’accordo). La posizione media dell’elettorato di ciascun partito su ciascun tema è stata ottenuta tramite una media delle risposte degli elettori che esprimevano l’intenzione di voto per quel partito, ponderata per la frequenza delle risposte. I 14 temi sono stati in seguito assegnati a 4 diversi assi: “Autoritario/libertario” (comprendente i temi “Xenofobia”, “Diritti gay”, “Legittima difesa” e “Religione”), “Globalista/sovranista” (temi “Sovranità UE”, “Euro”, “Prima gli italiani”), “Sistema/antisistema” (“Costi della politica”, “Vaccini”, “Anti-élite”) e “Statalismo/liberismo” (“Flat tax”, “Tasse universitarie”, “Pensioni”, “Jobs Act”). La posizione media dell’elettorato di ciascun partito su ciascun asse è stata quindi ottenuta tramite una media delle posizioni relative ai temi assegnati al rispettivo asse.
Guardando il sesto plot: cosa succede se anziché usare i rettangoli si mettono i singoli risultati come punti (con la loro varianza) ? E’ vero che “[nel]la “nuvola valoriale” [..] vanno a ricadere, mediamente, gli appartenenti a quell’elettorato”? Quel grafico non potrebbe essere influenzato da magari una sola risposta che è (mediamente) più diversa rispetto alle altre? Inoltre cosa succede se invece si fa uno scatter plot con i valori delle singole persone intervistate? Non potrebbe essere più indicativo per vedere se un certo elettorato è più o meno coerente al suo interno?
Certamente, uno scatter plot che rappresentasse i punti dei singoli intervistati sarebbe stata la soluzione ideale per mostrare graficamente la distribuzione (ed eventualmente la dispersione) spaziale dei vari elettorati. Purtroppo però con i dati a nostra disposizione non potevamo generare quel tipo di grafico. Le soluzioni scelte per rappresentare gli elettorati quindi si basano esclusivamente sul dato medio, con tutti i vantaggi (e gli svantaggi) di questa scelta. Per quanto riguarda l’ultimo grafico, ad esempio, una diversa soluzione poteva essere quella di ricreare delle linee di tendenza per ciascun elettorato ricostruendo le risposte alle 7 domande classificate su quei due assi. Avremmo ottenuto una visualizzazione diversa, ma dall’interpretazione simile: e cioè che gli elettori più sovranisti tra quelli di M5S, Lega e FI sono tra loro più vicini che non rispetto ai più sovranisti tra gli elettori del PD; e che, allo stesso tempo, gli elettori di M5S, Lega e FI su alcuni temi possono essere sia più liberisti sia più statalisti di quelli del PD – fermo restando che in media sono tendenzialmente più statalisti, come mostrato nel penultimo grafico.
Ovviamente, tutte le rappresentazioni grafiche non possono che dare risposte (meglio: suggestioni) parziali e non pienamente esaustive. Anche per questo abbiamo scelto di mostrare quante più combinazioni possibili di dati, rappresentandole in maniere differenti.