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Il posizionamento di Fratelli d’Italia

Qualche giorno fa Francesco Maselli mi ha chiesto una riflessione per L’Opinion sul ruolo di Fratelli d’Italia nella politica italiana.

Un partito nato dalle ceneri di Alleanza Nazionale con Marine Le Pen come modello, sovranista e nazionalista dalla nascita, ormai schiacciato sempre più dalla Lega di Salvini, che ne occupa il posizionamento con maggior forza e radicalità.

Nonostante lo spazio politico si sia ristretto per il partito di Giorgia Meloni, il dato elettorale del 4 marzo (4,3%) ha confermato una sostanziale tenuta, dovuta al suo apprezzamento personale (35% di fiducia secondo l’ultimo Atlante Politico di Demos & Pi) e al radicamento territoriale, in parte ereditato dalle strutture missine prima, di AN poi.

Nell’ultima campagna elettorale, tuttavia, è emerso in modo chiaro un problema evidente di posizionamento del partito, troppo sovrapposto a quello della Lega (non più Nord), che tuttavia risulta molto più visibile e in inarrestabile ascesa.

Il Governo Conte, che potrebbe partire a giorni, offre però alla Meloni un’opportunità importante: uno spazio nuovo e ben definito. Da una parte, l’ingresso nell’esecutivo avrebbe portato Fratelli d’Italia a fare il junior partner dei primi due partiti italiani, con un ruolo minore, derivante essenzialmente dal fatto di non essere necessario per avere la maggioranza in Parlamento. Un ruolo di opposizione, invece, garantirebbe all’ex Ministro della Gioventù una nuova prospettiva.

La Lega si appresta ad abbandonare uno spazio politico dominato per lungo tempo: per la Meloni è tempo di occupare il posizionamento di unica opposizione di destra
Sarebbe infatti il leader di partito più apprezzato dell’intera opposizione (sempre secondo l’Atlante Politico, il segretario-reggente del PD Martina si ferma al 29% di fiducia, Renzi al 24%, Grasso al 25% e Berlusconi al 29%), e soprattutto occuperebbe lo spazio politico dell’opposizione di destra a un governo che pare programmaticamente spostato verso posizioni sovraniste e nazionaliste ma che dovrà tener conto della quota non irrilevante di consensi al MoVimento 5 Stelle provenienti da sinistra. Con la possibilità di incalzare la Lega da destra e farsi così inseguire su terreni difficili per un partito di governo. Nonostante la propria scarsa vocazione al compromesso, la Lega dovrà in qualche modo cedere ai 5 Stelle su alcuni fronti per tenere in piedi il governo, aprendo così opportunità politiche ed elettorali per i Fratelli d’Italia.

Così, questi scenari lasciano a Giorgia Meloni nuove speranze per portare in alto un partito dalle buone potenzialità, fino ad ora molto limitato dalla forza e dalle abilità dei suoi competitor.

La Lega si appresta ad abbandonare uno spazio politico dominato per lungo tempo e che si è rivelato vincente: per la Meloni e il suo partito è tempo di occupare il posizionamento di unica opposizione di destra.

Giovanni Diamanti

Classe 1989, consulente e stratega politico. Co-fondatore e amministratore di Quorum, ha lavorato ad alcune tra le più importanti campagne italiane, tra cui quelle di Debora Serracchiani, Dario Nardella, Nicola Zingaretti, Vincenzo De Luca, Pierfrancesco Majorino, Beppe Sala. In realtà è un ragazzo timido che ama guardarsi la punta delle scarpe. Uomo dalla testa veloce, ha idee (confuse) in ordine sparso - così come i capelli.

2 commenti

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  • Monopolizzare l’opposizione sarebbe dura, in questi tempi. Ho invece fiducia che Giorgia saprà organizzare il dissenso, il GRIDO DI DOLORE che da TANTE e diverse PARTI degli italiani va crescendo. Giorgia non è un capo di PARTITO. Piuttosto un capo di governo.

  • Trovo la tua posizione molto lucida e lungimirante, forse sarebbe bene insistere su questi argomenti ed una volta per tutte assumere posizioni ed idee di destra che hanno poco a che fare con la lega, ritenuta inopportunamente da molti un movimento di destra.