Elezioni, di nuovo. Questa volta si vota per i ballottaggi, che vedranno coinvolti i 75 comuni superiori (cioè con più di 15.000 abitanti) che al primo turno delle Comunali di due settimane fa non erano riusciti ad eleggere immediatamente il proprio sindaco, dal momento in cui nessun candidato ha superato il 50% dei voti (o il 40%, in Sicilia)
Così, torneranno ai seggi più di 2,6 milioni di aventi diritto, a cui si sommano gli oltre 170.000 elettori del Municipio III di Roma, anche loro al ballottaggio per scegliere il proprio Presidente. In tutti questi casi vi è la possibilità, per le liste rimaste escluse al primo turno, di creare degli apparentamenti con i due candidati rimasti in lizza.
Se il bilancio di com’era andata la tornata del 10 giugno l’abbiamo già ampiamente tracciato, non ci resta che presentare una panoramica del turno di ballottaggio, per arrivare preparati all’appuntamento di domenica.
I ballottaggi ai raggi X
Come detto saranno 75 i comuni interessati dal voto. Di questi, più della metà (44) si collocano al Centro-Sud. Non è una novità: già al primo turno infatti la grande maggioranza dei comuni (66 enti su 109, circa il 60%) proveniva dalle regioni più meridionali. Tra i restanti 31, invece, 17 sono al Nord e 14 nelle Zone Rosse.
Tra i capoluoghi di provincia vanno al ballottaggio in 14 (solo 6 sono stati assegnati al primo turno). 2 di questi si trovano al Nord (Sondrio e Imperia); 5 nella Zona Rossa (Terni, Ancona, Massa, Pisa e Siena); e infine 7 al Centro-Sud (Avellino, Viterbo, Siracusa, Brindisi, Teramo, Messina e Ragusa).
Si riparte da zero quindi? Sulla carta, sì: i ballottaggi sono a tutti gli effetti una nuova elezione, nella quale i due candidati dovranno prima di tutto richiamare alle urne i loro sostenitori “originali”, e poi cercare di fare altrettanto con chi al primo turno aveva votato uno dei candidati esclusi. Un bacino, quest’ultimo, le cui dimensioni variano da caso a caso: quanto più è grande, tanto più grandi sono le chance di recuperare voti per chi era arrivato in seconda posizione. Incrociando questo dato con la distanza tra primo e secondo in occasione del primo turno, otteniamo una “mappatura” dei ballottaggi in base alla contendibilità della competizione: se il rapporto tra voti da recuperare e voti andati ai candidati esclusi è inferiore al 20% si può certamente parlare di “alta contendibilità”; viceversa, se il distacco tra primo e secondo era superiore alla metà dei voti andati ai candidati esclusi, le possibilità di rimonta sono sensibilmente più ridotte: ecco che abbiamo allora classificato la contendibilità di queste sfide come “bassa”.
(Passando con il cursore sui singoli puntini si possono vedere il nome e le caratteristiche di ciascun comune)
Qualche curiosità: tra i comuni al ballottaggio, Carate Brianza è stato quello più vicino ad eleggere il sindaco al primo turno (49,9%), seguito da Orta di Atella, Terni e Brugherio, tutti oltre il 49%. A Ragusa troviamo invece il “vincitore” con la più bassa percentuale (22,7%).
Come erano andate le cose al primo turno?
Come fosse finita domenica 10 giugno nel totale dei 75 comuni lo abbiamo visto: il centrodestra poteva considerarsi la coalizione vincente, essendo arrivata prima in 30 casi. Il centrosinistra è risultato davanti solo in 19 occasioni, mentre il Movimento 5 Stelle in 3. Nelle rimanenti sono stati i candidati di coalizioni civiche o altre formazioni ancora ad arrivare in prima posizione.
Analizzando più in dettaglio i risultati per macro-area geografica. Nei 17 comuni del Nord al ballottaggio, ben 11 hanno visto il centrodestra posizionarsi come prima coalizione, mentre solo 3 il centrosinistra (Ivrea, San Donà di Piave e Brugherio) e nessuno il Movimento 5 Stelle.
Per quanto riguarda la Zona Rossa, invece, il centrosinistra sembra tenere piazzandosi avanti in 8 casi su 14. Qui i risultati più sorprendenti li fa registrare il centrodestra, avanti in 4 comuni. Su tutti, spicca la vittoria sfirata al primo turno a Terni e il braccio di ferro (per ora in posizione di vantaggio) a Pisa.
Al Centro-Sud, infine, il panorama è più variegato, grazie anche al maggior numero di comuni chiamati a un secondo turno: ben 44. Di questi, in ben 18 non vedremo sfidanti provenienti dalle tre “classiche” aree/coalizioni nazionali perché frutto di esperienze civiche. 15 poi sono i comuni in cui il centrodestra ha chiuso il primo turno in testa, mentre solo in 3 occasioni ad aver ottenuto la maggioranza relativa dei voti è stato il candidato di centrosinistra. Ma in quest’area, è il Movimento 5 Stelle che riesce ad aumentare i propri consensi, arrivando a staccare i propri avversari in 3 comuni (Pomezia, Assemini e Ragusa).
Veniamo invece ai capoluoghi. Come detto, ce ne saranno 14 al ballottaggio: la situazione di partenza vede il centrodestra avanti in 8 occasioni, contro le 4 del centrosinistra e una sola a testa per il Movimento 5 Stelle e per la candidatura civica di Scajola a Imperia.
Cinque sfide da tenere d’occhio
Tra le varie sfide, ce ne sono cinque particolarmente interessanti. In primis Terni, uno dei capoluoghi della Zona Rossa, dove alle Politiche del 2013 e alle Comunali del 2014 (nonché in tempi ancor meno recenti) si era imposto il centrosinistra. Ebbene, qui il centrodestra ha sfiorato l’impresa al primo turno, staccando di oltre 24 punti percentuali il competitor del Movimento 5 Stelle. Così, viene mantenuto quel trend iniziato con le Politiche di marzo, nelle quali il centrodestra era risultato primo in città con il 35,7% seguito dal Movimento 5 Stelle al 30,5%. Centrosinistra terzo (ed escluso) in entrambi i casi.
E che dire di Siena? Forse si tratta della sfida dal valore politico più significativo, giacché è una delle “città rosse” per eccellenza e viene dagli scandali del Monte dei Paschi degli anni scorsi. Qui il centrosinistra al primo turno è arrivato primo ma è rimasto ben al di sotto del 30% (il 27,4% per l’esattezza). Il centrodestra segue a breve distanza (24,2%), mentre il Movimento 5 Stelle non aveva presentato la propria lista. Al ballottaggio, però, Bruno Valentini partirà in posizione di vantaggio, grazie anche all’apparentamento sottoscritto con la lista civica del terzo arrivato, l’ex sindaco Piccini, che aveva ottenuto il 21,3% dei consensi. Riportare a votare questi elettori può essere la chiave per conquistare il comune. Qui alle Politiche il centrosinistra aveva vinto con il 38,3%, staccando il centrodestra fermo al 31,5%, con un risultato del Pd piuttosto alto (31,4%). Ma nel 2013 aveva ottenuto il 45,6% e il 39,4% alle Comunali: il calo c’è ed è netto.
Restando in Toscana, non si può non volgere lo sguardo a Pisa. Nella città della Torre Pendente la notizia è che il centrodestra è prima coalizione. Si conferma perciò il dato sorprendente delle Politiche in cui il centrodestra vinse in città con il 31%. Il 10 giugno Michele Conti è giunto avanti rispetto a Stefano Serfogli, seppur di poco: 33,4% contro 32,3%. Ma il dato più clamoroso è stato quello della Lega, primo partito con il 24,7%. Per comprendere quanto siano stupefacenti questi numeri basta guardare cosa accadde solo nel 2013: alle Politiche il centrosinistra ottenne il 40,9% contro il 20,1% del centrodestra, mentre alle Comunali vinse al primo turno con il 53,5% dei voti. A rendere aperto il secondo turno, però, sarà anche l’apparentamento siglato da Serfogli con due candidati civici (Veronese e Zippel) che in totale hanno ottenuto il 7,8% dei consensi al primo turno.
In Sicilia c’è uno dei ballottaggi più attesi: quello di Ragusa. Questo, infatti, è uno dei 3 comuni in cui il Movimento 5 Stelle è riuscito ad accedere al ballottaggio. Peraltro in prima posizione, con il 22,7% a fronte del 20,8% del candidato sostenuto da Fratelli d’Italia Peppe Cassì. Non solo, questo è anche uno dei comuni che la cui amministrazione uscente è targata Movimento 5 Stelle, sebbene il sindaco non si sia ripresentato. Il M5S ha migliorato il risultato del primo turno rispetto al 2013, ma ha dimezzato la percentuale ottenuta alle Politiche dello scorso marzo (come del resto era accaduto anche nel 2013). Riuscirà Antonio Tringali a succedere al collega Federico Piccitto? Sarà sicuramente una sfida da seguire.
Infine un occhio anche a Imperia. Nel capoluogo del Ponente ligure al primo turno ha vinto Claudio Scajola (35,3%), il famoso ex ministro dei governi Berlusconi, che sfiderà il rappresentante del centrodestra Luca Lanteri (28,7%) sostenuto fortemente dal Presidente della Regione Toti. Decisiva sarà la partecipazione e la scelta degli elettori del Movimento 5 Stelle e del centrosinistra (che guidava l’amministrazione uscente). Anche alle Politiche, il centrodestra era riuscito a imporsi come prima coalizione con il 38,4%. Lo stesso non era accaduto nel 2013, quando il Movimento 5 Stelle prese il 34,1%.
Salve ragazzi. Bell’articolo. Vorrei segnalare che nel grafico del ballottaggio di Ragusa il candidato arrivato secondo non è Luigi De Mossi ma è Giuseppe Cassì (De Mossi è a Siena).