La proposta viene dal Movimento 5 Stelle, ma si attende ancora di capire se e in che modo il Governo deciderà di metterla in pratica. Si tratta di introdurre delle chiusure domenicali obbligatorie per negozi ed esercizi commerciali, che attualmente (fin da una legge del 2012 del Governo Monti) sono totalmente liberalizzate. Su questo tema il sondaggio condotto da Quorum per conto di Confimprese ha indagato le opinioni degli italiani.
Risultato? I sentimenti predominanti verso questa iniziativa sono di contrarietà e timore. Sull’oggetto in sé del provvedimento – cioè sull’introduzione stessa di un obbligo di restare chiusi la domenica per gli esercenti – due italiani su tre sono contrari.
Un terzo degli intervistati (33,4%) condivide invece l’introduzione di questo obbligo. Questa misura è stata motivata con la necessità di tutelare quei lavoratori costretti a lavorare di domenica, senza particolari tutele aggiuntive. Eppure, secondo una schiacciante maggioranza (quasi otto italiani su dieci) non si tratta di una priorità: Governo e Parlamento dovrebbero occuparsi, in questi primi mesi di attività, ad altre materie.
Più che le speranze per i benefici che un provvedimento del genere potrebbe portare, probabilmente sono prevalenti i timori su eventuali conseguenze negative. Una di queste riguarda l’occupazione: costringendo negozi e centri commerciali a restare aperti meno giorni, si teme che la diminuzione di ore lavorative possa portare ad una perdita di posti di lavoro. Una preoccupazione condivisa da oltre il 60% degli intervistati.
Ma un altro timore, certamente meno astratto e di più immediata percezione nel quotidiano, riguarda le abitudini di acquisto dei cittadini: vuoi per necessità legate agli orari di lavoro durante la settimana, vuoi per semplice abitudine, sono ormai molti gli italiani che fanno acquisti di domenica. Oltre la metà dei rispondenti (53,9%) dichiara che nella propria famiglia c’è qualcuno che di domenica fa la spesa o altri acquisti almeno una volta al mese (nel 21% dei casi addirittura questo avviene tutte le settimane).
E se questa proposta diventasse legge? In tal caso, la maggioranza degli italiani afferma che il numero di acquisti rimarrebbe invariato (addirittura l’80% tra chi fa acquisti di domenica meno di una volta al mese). Ma una quota comunque molto significativa (dall’11% al 38% a seconda della frequenza di acquisti domenicali) dichiara che in questo caso i propri acquisti diminuirebbero. Una parte infine risponderebbe aumentando gli acquisti online (1 su 4 tra chi fa acquisti domenicali tutte le settimane).
Il sondaggio di Quorum non è il primo su questo tema: un’inchiesta simile (ma con domande differenti) è stata svolta da Euromedia Research e dall’istituto Piepoli. Anche in questo caso, i favorevoli alle chiusure obbligatorie erano stati circa 3 su 10, mentre su forme differenziate di obbligo (solo per i negozi o solo per i centri commerciali) c’era un consenso minore. La maggioranza relativa (43-45%) si dichiarava comunque contraria a qualsiasi forma di chiusura obbligatoria.
L’obbligo di chiusura domenicale per gli esercizi commerciali è un tema controverso: oltre il 40% è contrario, il 15% vorrebbe la chiusura solo dei piccoli negozi, non per i centri commerciali (#sondaggi @EuromediaR e @IstitutoPiepoli per @RaiPortaaPorta) pic.twitter.com/eDW4qChniT
— YouTrend (@you_trend) September 19, 2018
Anche l’indagine di Ipsos per il Corriere della sera aveva rilevato risultati simili: una maggioranza netta (56%) di contrari, e una percentuale di favorevoli minoritaria in tutti gli elettorati, tranne che in quello del Movimento 5 Stelle – dove pure si registrerebbe, secondo Ipsos, un buon 38% di contrari.
Secondo il #sondaggio @IpsosItalia, oggi sul @Corriere, la proposta di introdurre l’obbligo di chiusure domenicali per i commercianti non piace al 56% degli italiani. Divisi anche gli elettori di @Mov5Stelle (38% contrari) e @LegaSalvini (50%) pic.twitter.com/5dhhAuIs65
— YouTrend (@you_trend) September 22, 2018
Nota metodologica: il sondaggio è stato svolto da Quorum tra il 19 e il 21 settembre 2018 su un campione di 1209 casi rappresentativo della popolazione maggiorenne e stratificato per età, genere, macro-regione di residenza e titolo di studio. Le interviste sono state raccolte tramite una metodologia mista CAWI (Computer Assisted Web Interview) / CAMI (Computer Assisted Mobile Interview). Committente: Confimprese.
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