[Aggiornamenti a fine articolo]
Le sfide, in Florida, sono sempre destinate a far discutere. Difficile dimenticare come, nel 2000, fosse stato l’ago della bilancia nella corsa presidenziale tra Al Gore e George H. W. Bush, vinta da quest’ultimo dopo le polemiche per un riconteggio dei voti iniziato, ma poi stoppato dalla Corte Suprema.
Lo scenario configuratosi dopo le elezioni di midterm di quest’anno non è da meno: tre corse all’ultimo respiro, quelle per la poltrona del Senato tra l‘incumbent Bill Nelson (D) e Rick Scott (R), per lo scranno da Governatore tra Andrew Gillum (D) e Ron DeSantis (D) e per il ruolo di Commissario per l’Agricoltura tra Nikki Fried (D) e Matt Caldwell (R).
Sfide conclusesi al fotofinish: ai repubblicani il Governo e il Senato, ai democratici la Commissione Agricoltura. O almeno così sembrava. Era infatti evidente, già nelle ultime fasi dello scrutinio di mercoledì scorso (data italiana), come il margine fosse molto, troppo stretto. Circa 30 mila voti nel duello per il Governatoriato, poco più di 10 mila per il Senato, addirittura meno per la Commissione.
Al riconteggio!
Il primo a non riconoscere la vittoria dell’avversario è stato l’incumbent al Senato Bill Nelson: mentre il suo rivale repubblicano Scott, Governatore uscente, annunciava la vittoria, il dem si appellava alla legge dello Stato della Florida che sancisce l’obbligo del riconteggio dei voti qualora il margine di vittoria sia inferiore allo 0,5%.
Nel confronto per il Governo, invece, Andrew Gillum concedeva inizialmente la sconfitta e riconosceva la vittoria dell’ultra trumpiano Ron DeSantis, che da parte sua addirittura annunciava la lista degli incaricati della squadra di transizione. Mercoledì mattina, il margine tra i due era, anche se di poco, superiore allo 0,5%, cosa che avrebbe reso impossibile un riconteggio. Ma nella giornata di giovedì il margine è sceso, sancendo anche in questa sfida la necessità di un ricalcolo elettronico dei voti.
In quest’ultimo caso sembra difficile, se non impossibile, che il risultato possa cambiare. Invece, guardando alla corsa per lo scranno senatoriale (e della Commissione agricoltura), la situazione è tutt’altra.
C’è del “marcio” nella Contea di Broward?
In particolare, c’è una Contea nella quale è avvenuto qualcosa di particolarmente strano. Stiamo parlando della Contea di Broward (nome ricorrente, in negativo, nella storia delle elezioni in Florida, anche in riferimento alle Presidenziali del 2000), dove si è registrato un massiccio fenomeno di “undervoting“.
Si è registrata cioè una grande differenza tra i voti espressi per il Governo e quelli per il Senato (circa 30 mila in meno, il 3,7%). Questo contro una media di forbice massima, nelle altre contee, dello 0.8%. Senza contare i ritardi – ricorrenti nella storia elettorale “Browardiana”- nella conta dei voti, proseguiti per oltre tre giorni dopo la chiusura dei seggi e determinanti per ridurre i margini di distacco tra i candidati dem e repubblicani (ciò è avvenuto anche in un altro feudo dem al centro delle polemiche già nel 2000, Palm Beach).
Una situazione certamente strana. Numeri alla mano, nella contea avrebbero votato più persone per eleggere il Commissario all’agricoltura che il proprio Senatore di riferimento. Due spiegazioni plausibili arrivano da FiveThirtyEight. Nel facsimile della scheda, il riquadro dedicato alla corsa senatoriale rimane schiacciato e isolato nella parte bassa a sinistra, subito dopo le istruzioni di voto. Questo potrebbe aver portato una certa percentuale di elettori a dimenticarsi di esprimere la propria preferenza. Plausibile, ma forse non così probabile dato il numero dei voti in discussione. La seconda ipotesi è, invece, quella di un errore elettronico: un malfunzionamento che avrebbe causato, a volte, il mancato riconoscimento della preferenza senatoriale.
Tra avvocati e fuochi incrociati
Fatto sta che, sin da mercoledì inoltrato, è scoppiato il caos. Come da tradizione americana, si sono susseguite giornate spese tra j’accuse e avvocati. Il Presidente Trump accusava i dem di manipolazioni del voto e di volergli scippare una vittoria fondamentale. A lui faceva eco Rudy Giuliani, noto per essere l’ex sindaco di New York, ma che oltre a essere Consigliere per la sicurezza informatica della Casa Bianca, fa anche parte della squadra di avvocati presidenziali. Il tutto, senza alcuna prova.
Quindi, nella notte, Rick Scott, dall’alto di una posizione estremamente delicata – è infatti ancora il Governatore in carica, ma anche uno dei candidati direttamente interessati dal riconteggio del seggio senatoriale – chiedeva al Dipartimento di Legge della Florida di investigare Brenda Snipes, il Supervisore elettorale della Contea di Broward. Questo mentre il suo Comitato elettorale si univa al Comitato Repubblicano Nazionale del Senato in una denuncia a Susan Bucher, Supervisore della contea di Palm Beach. Tutti feudi dem dove lo scrutinio, che proseguiva ancora il terzo giorno dalla chiusura dei seggi, continuava a ridurre la forbice tra i candidati.
Le contro denunce di area dem non sono mancate, come ad esempio quella del Comitato elettorale di Nelson, che ha denunciato il Segretario di Stato della Florida, Ken Detznersui, sui termini di validazione del voto via mail. O ancora quella della Lega delle Donne contro il Governatore Scott, che ha chiesto la rimozione dello stesso dal processo di riconteggio dei voti, dato l’evidente conflitto d’interesse.
Questo mentre il leader dem in Senato, Chuck Schumer, in un’inedita conferenza stampa, annunciava che se il riconteggio senatoriale avverrà correttamente, sarà molto probabile la vittoria di Nelson. Quindi, dopo un attacco sul conflitto d’interessi di Scott, chiedeva anche di prolungare la deadline per il conteggio dei voti e dare alle contee tutto il tempo necessario.
Sì, ma quindi?
Partiamo da un presupposto: in passato, raramente il riconteggio è stato determinante. Tra il 2000 e il 2015, laddove è stato effettuato, ha spostato una media dello 0,02% dei voti. Il caso più eclatante per volume resta quello, accennato in apertura e stoppato dalla Corte, delle elezioni Presidenziali del 2000. Per di più solamente in 3 casi su 27 ha provocato un cambiamento nell’esito elettorale: nella sfida governatoriale di Washington 2004, in quella del Collegio dei Revisori dei Conti in Vermont, nel 2006, e nell’elezione senatoriale del Minnesota, nel 2008.
Lo stop alla procedure era fissato per giovedì, alle ore 15. Ma nelle ultime ore Nelson ha inoltrato alla Corte Federale una causa per estendere il termine, mentre un giudice di Palm Beach ha stabilito che nella contea il riconteggio dovrà proseguire sino al 20, ultima data utile per annunciare i risultati delle elezioni. In una situazione confusionaria, la domanda che rimbalza ironicamente tra i media statunitensi è: ce la faranno le Contee di Palm Beach e Broaward, che hanno iniziato la nuova verifica dei voti solamente nella mattinata di ieri (e con alcuni problemi, nel primo caso), a rispettare le scadenze?
🔴 Aggiornamento, giovedì 15 🔴
Mark Walker, giudice federale, ha respinto il ricorso presentato da Nelson per estendere il termine del riconteggio nelle contee della Florida.
Intanto, raggiunta la deadline delle 15.00 (e con Palm Beach che non è riuscita a portare a termine nei tempi prestabiliti il riconteggio elettronico), sugli 8.3 milioni di voti espressi nello stato, il margine al Senato tra l’incumbent democratico Bill Nelson e Rick Scott, Governatore uscente, è di 12.603 voti. Una differenza inferiore allo 0.15%: ciò significa che, per la legge vigente in Florida, si andrà al riconteggio manuale. Si attende a breve anche l’ufficializzazione da parte del Segretario di Stato Ken Detzner, che appare solo una formalità.
Lo stesso destino toccherà anche alla corsa per la Commissione Agricoltura: la distanza ta Nikki Fried (D) e Matt Caldwell (R), è di soli 5.307 voti. Chiusa, invece, la competizione per la poltrona di Governatore: ufficializzata la vittoria di Ron DeSantis (R).
🔴 Aggiornamento, domenica 18 novembre 🔴
Il riconteggio manuale ha i suoi vincitori: tutto come dalle attese, i distacchi erano troppo grandi per essere colmati. Rick Scott (R), al Senato, chiude con poco più di 10 mila voti di vantaggio su Bill Nelson (D), che concede, dopo due settimane di polemiche, la sconfitta. Confermata, per la Commissione Agricoltura, la vittoria di Nikki Fried (D).
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