Le elezioni in Baviera e Assia hanno portato una serie di sconvolgimenti nel panorama politico in Germania, ponendo una serie di incognite per i prossimi mesi. Le importanti novità rappresentate dall’esplosione deiVerdi e dalla crisi certificata della SPD rischiano di passare quasi in secondo piano di fronte al ritiro di Angela Merkel. Dopo il cattivo risultato della CDU in Assia, infatti, la cancelliera ha deciso di non correre per la leadership dei cristiano-democratici e di lasciare la politica al termine del suo mandato nel 2021.
CDU: arriva la Kramp-Karrenbauer
Il congresso della CDU, celebratosi meno di una settimana fa, ha visto trionfare Annegret Kramp-Karrenbauer (con il 51,7% delle preferenze), da sempre vicina ad Angela Merkel nonostante sia molto più conservatrice in materia di diritti civili. Tuttavia, non si può considerare AKK (acronimo-nickname affibbiatole dalla stampa tedesca) come una sorta di prestanome della Merkel: sebbene appartengano alla stessa ala del partito e abbiano idee molto simili sui temi economici, la nuova segretaria è percepita dall’opinione pubblica tedesca come una personalità meno fredda rispetto alla Cancelliera, e tende a suscitare maggior entusiasmo sul piano personale. Della Kramp-Karrenbauer, però, si ricordano anche alcune affermazioni molto poco progressiste, ad esempio sui matrimoni egualitari. Su questo versante pertanto dovrà impegnarsi affinché il partito di cui ora è alla guida non perda voti – ad esempio in favore dei Verdi.
La CDU in ripresa, fine del boom per i Verdi?
I sondaggi delle ultime settimane non hanno registrato grandi scossoni, con l’eccezione proprio della CDU. I dati diffusi da Infratest Dimap il 15 novembre, subito dopo le elezioni in Assia, mostravano infatti il partito della Merkel al 26%, un dato clamorosamente basso e in netta flessione rispetto agli ultimi anni, mentre i Verdi erano saliti al 23%. A danno prevalentemente della SPD, crollata al 14% (testa a testa con la destra euroscettica di AfD).
La Sonntagsfrage del 6 dicembre, il sondaggio della domenica sulle intenzioni di voto, ha però visto una CDU in grado di recuperare ben 4 punti in meno di un mese (risalendo al 30%), e una netta flessione dei Verdi (20%). Questi ultimi dati di Infratest non differiscono di molto dalla media (relativa agli ultimi 15 giorni) che include anche le rilevazioni degli istituti Insa, Forsa e Emnid, e che vede la CDU al 30%, i Verdi al 18,8%, la SPD al 14,5% e AfD al 14%.
Germania: media ultimi sondaggi
Si possono quindi evidenziare due tendenze complementari: uno “sgonfiamento” dei Verdi e una ripresa della CDU. L’incertezza, propria dello strumento del sondaggio, non autorizza per ora a parlare di un fenomeno robusto e stabile. I Verdi, inoltre, rimangono la novità dello scenario tedesco, così come la CDU continua ad essere sui valori peggiori della sua storia. La crisi dei partiti di governo sembra però riguardare più la SPD che la CDU: se i cristiano-democratici sembrano infatti risalire almeno un po’, i socialdemocratici restano inchiodati al 14%, sono chiaramente il partito che più sta soffrendo la Große Koalition.
Dato che le ultime rilevazioni disponibili risalgono a qualche giorno prima del congresso CDU, sarà interessante vedere l’evolversi delle intenzioni di voto nel prossimo mese e nei seguenti. Considerato però che Kramp-Karrenbauer risultava la candidata preferita tra gli elettori CDU, è lecito non attendersi grossi cambiamenti. La vittoria di uno degli altri candidati, spostando il partito a destra (sui temi economici, con Spahn, o sull’immigrazione, con Merz) avrebbe probabilmente aperto nuovi scenari.
Le fluttuazioni della CDU saranno fondamentali per capire le sorti del governo, ma i riflettori andranno puntati soprattutto sui Verdi, per capire se il momentum di cui hanno goduto è destinato a esaurirsi o se invece, negli scorsi mesi, abbiamo assistito alla nascita di una nuova fase della politica tedesca.
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