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Il punto sulla Francia: la risposta di Macron alla crisi

Il presidente Macron, dopo aver tentato di placare le proteste con le concessioni, ha cambiato strategia.

Sabato 19 gennaio i Gilets Jaunes sono scesi in piazza per l’undicesima settimana di fila. Il numero complessivo degli attivisti, seppur calato da novembre, rimane consistente, chiaro segno di una solidità acquisita nell’ultimo mese. Tuttavia, in Francia si intravedono segni di una reazione contro il movimento, accusato di utilizzare metodi violenti e di occupare tutto lo spazio mediatico nazionale.

Proprio per questo è stata indetta una marcia a Parigi il 27 gennaio in difesa delle istituzioni democratiche francesi. Il movimento si chiama “Foulards Rouges” ed è sorto grazie all’appello online di John Christopher Werner a fine novembre, il quale esortava la maggioranza silenziosa a rifiutare i metodi “totalitari” dei Gilets Jaunes. La manifestazione ha raccolto circa 10 mila persone, una cifra in linea con le previsioni degli organizzatori, ed erano presenti diversi deputati e senatori di En Marche.

La controproposta di Macron

Il presidente Macron, dopo aver tentato di placare le proteste con le concessioni, ha cambiato strategia e con una lettera al popolo francese ha comunicato l’apertura di un “Grande Dibattito Nazionale. Nella lettera ha anche elogiato la Francia definendola un paese diverso dagli altri, perché “l’uguaglianza, la fraternità e la solidarietà, qui, sono più forti che altrove”. In relazione ai fatti avvenuti nei mesi di novembre e dicembre, il Presidente ha posto, però, una condizione, ovvero quella di non accettare nessun’altra forma di violenza e pressione nei confronti suoi e della sua maggioranza.

Il Grande dibattito nazionale, intanto, sta prendendo forma e si articolerà in 2 fasi vertendo su quattro macro-tematiche considerate cruciali per il raggiungimento di un maggior benessere in Francia. Secondo Macron il dibattito servirà a dimostrare che i francesi sono un popolo che non ha paura di discutere, e che sono in grado di trasformare la rabbia in soluzioni. Tuttavia, non sarà prevista nessuna marcia indietro sui provvedimenti fiscali varati.

Vediamo quindi in dettaglio cosa succederà nei prossimi giorni:

  • Dal 15 gennaio al 15 marzo ci saranno per tutta la Francia incontri pubblici per discutere delle tematiche di maggior rilevanza nazionale. Le riunioni si terranno nei municipi e nei luoghi pubblici e in questo passaggio si raccoglieranno idee e spunti per una riflessione più ampia. In aggiunta i cittadini potranno presentare le proposte attraverso una piattaforma online. A partire dal primo marzo verranno organizzate conferenze regionali alle quali parteciperanno rappresentanti dei corpi intermedi e cittadini estratti a sorte.
  • Nella seconda fase si realizzerà una sintesi delle proposte emerse che poi saranno consegnate e dibattute in Parlamento.

I temi del Grande Dibattito Nazionale

  • La questione ecologica: essa è ampiamente dibattuta, poiché poco più di 3 anni fa il paese ha ospitato la conferenza sui cambiamenti climatici COP 21 dalla quale è sono sorti gli accordi di Parigi. Secondo i climatologi il 2018 è stato l’anno più caldo mai registrato per la Francia e perciò sono necessarie misure volte a ridurre le emissioni.
  • Tassazione e spesa pubblica: La Francia è uno dei paesi con il più alto livello di spesa pubblica rapportato al prodotto interno lordo al mondo. Perciò Macron ha ritenuto opportuno indagare presso la popolazione quali sono i settori in cui sono graditi incrementi della spesa e quali no. In questa categoria viene inoltre affrontato il tema della tassazione, e si ragiona su quali categorie dovrebbe ricadere in maggior misura il carico fiscale. Il presidente Macron spera così di riacquistare il gradimento degli elettori appartenenti alle fasce sociali più deboli.
  • Organizzazione statale e servizi pubblici: L’obiettivo consiste nel realizzare in primo luogo una mappatura completa dei servizi pubblici esistenti ed in secondo luogo di comprendere se essi siano utili, accessibili e trasparenti ai cittadini.
  • Democrazia e cittadinanza: Sin dalle scorse legislative, si percepiva un distacco da parte degli elettori, dato l’alto tasso di astensione. Perciò si è deciso di riflettere sul funzionamento dei processi decisionali e su come renderli maggiormente appetibili alla comunità.

La strategia di En Marche e le opposizioni

La République En Marche sta partecipando attivamente al Grande Dibattito e ha creato quattro gruppi di lavoro (inerenti ai quattro temi) composti da una quindicina di membri tra cui parlamentari, funzionari locali e consulenti. Lo scopo di questi gruppi è quello di redigere una proposta ed inserirla all’interno del dibattito. L’operazione serve a creare un legame con la propria base, la quale dovrà sostenere En Marche nelle tre consultazioni elettorali che ci saranno da ora al 2021 (Europee a maggio, Comunali nel 2020 e Regionali nel 2021).

Le forze di opposizione guardano con diffidenza all’operazione presidenziale in quanto non si fidano delle “proposte calate dall’alto” e del fatto che non sono in discussione i recenti provvedimenti fiscali.

In ogni caso socialisti (PS), Verdi (EELV) e Repubblicani (LR) parteciperanno al dibattito per esporre le proprie posizioni, anche se non concordano la mancata messa in discussione da parte del presidente dei recenti provvedimenti. Passando ai partiti più estremi, La France Insoumise di Jean Luc Mélenchon, Rassemblement National di Marine Le Pen e Debout la France di Nicholas Dupont-Agnan condannano il “trucco” comunicativo di Macron. Tuttavia, Le Pen utilizzerà questo strumento per riproporre i 144 punti programmatici presentati nelle scorse legislative.

Cosa dicono i sondaggi

Per la prima volta dallo scorso aprile il livello di gradimento del presidente Macron risale a quota 26% dal 22% di dicembre, interrompendo la lunga serie negativa. Tuttavia, è ancora presto stabilire se la contromanifestazione del 27 gennaio e la proposta del Grande Dibattito Nazionale porterà benefici o meno alla presidenza.

 

 

Fiducia a Macron: verso la risalita?

Dalla media degli ultimi sondaggi del mese di gennaio La République En Marche torna in testa guadagnando 3,8 punti percentuali. Stacca così il Rassemblement National di Marine Le Pen, in testa a dicembre, di 2,5 punti percentuali. Stabili tutte le altre formazioni rispetto al mese di dicembre.

Intenzioni di voto: continua il testa a testa tra Macron e Le Pen

I Gilets Jaunes dimostrano tuttora di godere di largo seguito nella base delle forze politiche. Proprio per questo molti leader dei partiti “tradizionali”, in vista delle europee, sarebbero propensi ad includere nelle proprie liste i principali esponenti del movimento. Addirittura, tra le fila dei manifestanti c’è chi non esclude la presentazione di una lista nelle consultazioni di maggio.

Ma quanto potrebbe valere in termini elettorali una lista dei Gilets Jaunes? A questa domanda hanno provato a rispondere alcuni istituti di sondaggio: secondo loro, potrebbe raccogliere intorno al 10% dei consensi. Le formazioni che verrebbero più danneggiate da questa ipotetica situazione sono Rassemblement National e La France Insoumise.

Le intenzioni di voto con una lista dei gilets jaunes

Alessandro Latterini

Laureato alla Cesare Alfieri di Firenze. Appassionato di politica da sempre.

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