I nuovi sondaggi politici di Demos&Pi pubblicati su Repubblica spaziano lungo l’intera mappa politica italiana. Si passa, difatti, dalle intenzioni di voto sino al giudizio sul governo, su provvedimenti come il reddito di cittadinanza e sui leader. Entriamo nel dettaglio delle singole rilevazioni.
Partiamo dall’orientamento di voto dove vediamo la Lega in testa al 33,7% con un +1,5%. In seconda posizione troviamo il Movimento Cinque Stelle che segna un passivo dello 0,8% e scivola al 24,9%. Il Partito Democratico, invece, avanza dello 0,7% e tocca quota 18,2%. Cresce anche Forza Italia (+0,3%), adesso al 9,4%, così come Fratelli d’Italia che guadagna lo 0,3% per arrivare al 3,3%. Liberi e Uguali, invece, registra un passivo dello 0,8% e arretra al 2,8%. Altra storia per Più Europa che guadagna un punto percentuale e arriva al 3%. Infine vediamo “scomparire” Potere al Popolo poiché non raggiunge la soglia del 2%, risultato minimo per le rilevazioni Demos.
Sondaggi Politici – Le intenzioni di voto al 30 gennaio
Sondaggi politici – Storico delle intenzioni di voto
Passiamo adesso allo storico delle rilevazioni sul gradimento dei governi. Nel seguente grafico vediamo messi a confronto i dati degli ultimi tre governi (Renzi, Gentiloni e Conte). Osservandolo possiamo subito notare come la percentuale aumenta sensibilmente (+17%) dall’ultima rilevazione del Governo Gentiloni alla prima del Governo Conte. Anche i picchi massimi del Governo Conte (62% a settembre 2018), staccano nettamente gli esecutivi precedenti e rivelano un’altissima percentuale di gradimento decisamente superiore ai precedenti.
Sondaggi politici – Il gradimento dei governi da Renzi a Conte
Veniamo adesso ai dati sul gradimento dei leader politici. Come possiamo notare sono Matteo Salvini e Giuseppe Conte a riscuotere consensi più ampi. Entrambi si trovano al 60%, dopo una crescita del premier Conte di un punto percentuale, rispetto alla rilevazione di ottobre. Troviamo, invece, un calo di 3 punti percentuali per Luigi Di Maio (ora al 50%), mentre il primo leader al di fuori della maggioranza è Paolo Gentiloni (-2%) ora al 46%.
Sondaggi politici – Il gradimento dei leader
Demos&Pi ha inoltre chiesto agli italiani a chi attribuiscono maggiormente la leadership dell’attuale maggioranza. I risultati non lasciano spazio a dubbi: il 56% (-2%) risponde Matteo Salvini. Segue a notevole distanza il premier Conte al 22% e in crescita del 6% rispetto ad ottobre. Ultimo, invece, Luigi Di Maio con il 9% dopo un calo del 6%.
Sondaggi Politici – Chi è il leader del Governo?
A questo punto diventa parecchio interessante osservare come hanno risposto i vari elettorati. Anche qui le risposte sembrano tutte confluire, in ampia maggioranza, verso Matteo Salvini. Il Ministro dell’Interno è il leader dell’attuale Governo per oltre il 60% degli elettori del PD e di Forza Italia, mentre arrivamo al 73% tra i leghisti. Infine, notiamo che persino all’interno del Movimento Cinque Stelle uno su tre (33%) addebita a Salvini il ruolo di leadership. In testa, però, anche di un solo punto percentuale, troviamo Giuseppe Conte che stacca di dieci punti Luigi Di Maio al 23%.
Sondaggi Politici – Chi è il leader del Governo?
Chiudiamo questa carrellata di rilevazioni con i sondaggi sul reddito di cittadinanza, una delle manovre chiave del Governo e senza dubbio la più rappresentativa del Movimento Cinque Stelle. Quasi un italiano su due (48%) ritiene che il provvedimento sia utile, ma non prioritario mentre il 32% pensa sia dannoso per l’economia del Paese e solo il 13% lo considera indispensabile. Ma come hanno votato le singole fette di elettorato?
Più di un elettore Cinque Stelle su due (55%) conferma l’opinione sul provvedimento espressa dalla somma totale degli intervistati: è utile ma non è una priorità. Tra i pentastellati troviamo la percentuale maggiore di chi lo ritiene indispensabile (30%) e la percentuale minore (9%) di chi la giudica come una manovra dannosa. Tra i colleghi di maggioranza, invece, il reddito di cittadinanza riscuote meno successo. Nonostante il 58% lo ritenga utile, ma non prioritario, ben il 27% pensa si tratti di una manovra pericolosa. Queste percentuali vanno ad aumentare tra gli elettori del PD (quasi uno su due lo giudica come dannoso) e Forza Italia (qui scendiamo, invece, al 44%).
Sondaggi Politici – Reddito di Cittadinanza – Elettori
Andiamo adesso a vedere qual è il pensiero degli italiani in base alla provenienza geografica. Il reddito di cittadinanza solleva più dubbi a Nord Est del Paese (43% lo ritiene dannoso) mentre viene visto come indispensabile maggiormente al Centro Sud (21%). Per quanto riguarda le altre aree geografiche, invece, notiamo come chi crede sia utile ma non prioritario è vicino alla soglia del 50% in tutte le zone. Unica eccezione in negativo il Nord Est, mentre il Nord Ovest oltrepassa il 50%: più di un italiano su due giudica la manovra utile, sì, ma non prioritaria.
Sondaggi Politici – Reddito di Cittadinanza – Area Geografica
Giungiamo così all’ultimo dato: la percentuale delle risposte in base all’età degli intervistati. Qui notiamo subito che il reddito di cittadinanza è indispensabile soprattutto per i giovani tra i 18 e i 29 anni (22%). Al contrario, le fasce tra i 30 e i 44 e i 55 e i 64 anni sono quelle che lo giudicano come pericoloso. Invece, oltre uno su due tra i 45 e i 54 anni lo ritiene utile, ma non prioritario: si tratta del dato più alto, seguito solo dal 49% degli over 65.
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