Le ultime dichiarazioni sembrano aver parzialmente stemperato le tensioni fra Movimento 5 Stelle e Lega sulla prosecuzione della linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) Torino-Lione. Tuttavia, per quasi trentasei ore, la crisi di governo era sembrata uno scenario, se non probabile, quantomeno concreto. Venerdì pomeriggio, il presidente del consiglio Giuseppe Conte in una conferenza stampa aveva preso atto della situazione di “muro contro muro” fra i partner di governo. Non è bastato a fermare le dichiarazioni delle parti, con Matteo Salvini che aveva ribadito il suo orientamento favorevole all’opera e ha affermato che i ministri leghisti non voteranno per fermare la TAV. Luigi Di Maio, da parte sua, aveva definito “irresponsabile” prefigurare una crisi di governo per questo tema.
Nella giornata di oggi, invece, diversi esponenti del Movimento 5 Stelle hanno annunciato una (temporanea) soluzione di compromesso, con i bandi necessari a proseguire l’opera che verrebbero condizionati all’assenso del governo italiano e di quello francese.
Gli scenari in caso di crisi
Al di là delle dichiarazioni contrapposte, la crisi di governo restava un’ipotesi improbabile: già nei nove mesi di vita dell’esecutivo si sono verificate situazioni di forte tensione fra i due partiti che lo sostengono. È vero che i toni non si erano mai alzati così tanto, e così a lungo, ma a meno di escalation repentine è difficile immaginare che Salvini o Di Maio decidano davvero di arrivare allo strappo.
Tuttavia, per capire più a fondo la strategia dei due vicepremier, è interessante studiare le prospettive in caso di crisi. Qui entra in gioco un altro attore fondamentale: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che durante tutta la fase delle trattative della primavera 2018 aveva mostrato un’estrema ostilità allo scenario di elezioni anticipate. Fra marzo e aprile dell’anno scorso, il Capo dello Stato aveva più volte rifiutato un mandato esplorativo a Salvini in quanto capo della coalizione di maggioranza relativa. In quel caso, però, era evidente che il segretario della Lega avrebbe faticato a raccogliere i parlamentari che gli mancavano per un governo di centrodestra, con un Parlamento fresco di elezione e i gruppi ancora molto compatti.
Da allora, però, sono cambiate alcune cose, che potrebbero portare il Ministro degli Interni più vicino alla quota della governabilità. Vediamo come.
La Camera dei Deputati
Alla Camera, dove la maggioranza assoluta è fissata a quota 316, i tre gruppi del centrodestra contano un totale di 260 seggi , distribuiti fra la Lega (123 seggi), Forza Italia (105) e Fratelli d’Italia (32). Il gruppo misto è il primo potenziale terreno di caccia di Salvini. Dei suoi 22 membri è possibile escludere a priori solamente i tre componenti del sottogruppo +Europa-Centro Democratico (Fusacchia, Magi, Tabacci). Quasi tutti gli altri potrebbero, in teoria, votare la fiducia a un governo a trazione leghista. Entriamo nel dettaglio.
Noi con l’Italia
Ai 260 si possono sommare senza ulteriori problemi i 4 deputati di Noi con l’Italia-USEI, nel Gruppo Misto. Di essi, tre sono stati eletti in collegi uninominali in qualità di candidati del centrodestra (Lupi, Tondo e Colucci) mentre uno (Sangregorio) è stato eletto nella circoscrizione Estero con la lista USEI. Vista la loro provenienza, è praticamente certo che questi quattro voterebbero la fiducia a un governo di centrodestra a trazione leghista.
Minoranze linguistiche
Nelle elezioni regionali in Trentino-Alto Adige dell’ottobre scorso, gli equilibri sono cambiati in modo importante. La Sudtiroler VolksPartei, storica forza egemone della provincia di Bolzano e alleata con il centrosinistra fin dal ’95, ha perso i seggi necessari per una maggioranza monocolore. Per questo è stata costretta a fare un accordo con la Lega, in grande crescita in termini di seggi.
Questa alleanza potrebbe replicarsi sul piano nazionale: nel gruppo misto della Camera ci sono 4 deputati della SVP. Tutti e quattro si sono inizialmente astenuti sulla fiducia al Governo Conte. Non è certo da escludersi che scelgano di votare la fiducia, o quantomeno di astenersi, anche nel voto a un eventuale Governo Salvini.
MAIE e non affiliati
Tutti e tre i componenti del gruppo MAIE hanno spesso votato i provvedimenti del governo attuale, ed è probabile che restino in maggioranza anche in caso di cambio di esecutivo. Lo stesso vale per tre dei quattro deputati “non affiliati”: Caiata, Sgarbi e Vitiello, che non hanno praticamente mai votato in modo difforme dai partiti di governo.
Unica a fare eccezione è Silvia Benedetti, eletta al secondo mandato in Veneto con il M5S ed espulsa per il caso Rimborsopoli. La deputata padovana, da quanto è possibile appurare, sembra molto esplicita nella sua opposizione al Ministro dell’Interno.
Civica Popolare-Area Civica
Riguardo ai tre deputati di Civica Popolare non è possibile trarre conclusioni altrettanto chiare. L’elezione nei collegi uninominali nelle file del centrosinistra di Beatrice Lorenzin e Gabriele Toccafondi suggerirebbe che un voto di fiducia sia improbabile. Tuttavia, vista la comune storia in Forza Italia e nel PDL prima dell’adesione a NCD, non si può esserne completamente certi.
Una probabilità lievemente maggiore riguarda l’onorevole Fausto Guilherme Longo, già noto alle cronache per essersi candidato alle elezioni legislative in Brasile. Praticamente impossibile, invece, che a votare la fiducia a un governo leghista sia il prodiano Serse Soverini, deputato di Area Civica.
Gruppo | Sottogruppo | Cognome | Probabilità |
---|---|---|---|
Misto | MAIE | Borghese | Molto probabile |
Misto | MAIE | Tasso | Molto probabile |
Misto | Non iscritto | Vitiello | Molto probabile |
Misto | Non iscritto | Caiata | Molto probabile |
Misto | MAIE | Cecconi | Molto probabile |
Misto | Non iscritto | Sgarbi | Molto probabile |
Misto | Noi con l'Italia - USEI | Colucci | Molto probabile |
Misto | Noi con l'Italia - USEI | Lupi | Molto probabile |
Misto | Noi con l'Italia - USEI | Tondo | Molto probabile |
Misto | Noi con l'Italia - USEI | Sangregorio | Molto probabile |
Misto | Minoranze Linguistiche - SVP-PATT | Gebhard | Probabile |
Misto | Minoranze Linguistiche - SVP-PATT | Rossini | Probabile |
Misto | Minoranze Linguistiche - SVP-PATT | Schullian | Probabile |
Misto | Minoranze Linguistiche - SVP-PATT | Plangger | Improbabile |
Misto | Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica | Longo | Improbabile |
Misto | Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica | Toccafondi | Improbabile |
Misto | Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica | Lorenzin | Improbabile |
Misto | Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica | Soverini | Molto improbabile |
Misto | Non iscritto | Benedetti | Molto improbabile |
Misto | PiùEuropa - Centro Democratico | Tabacci | Molto improbabile |
Misto | PiùEuropa - Centro Democratico | Fusacchia | Molto improbabile |
Misto | PiùEuropa - Centro Democratico | Magi | Molto improbabile |
In pratica, per 13 deputati su 22 la probabilità di votare la fiducia a un Governo Salvini è concreta, mentre è più bassa in 4 casi e da escludere per i restanti 5. Se questi dati venissero confermati, alla maggioranza mancherebbero 43 voti – o in alternativa 85 astensioni.
Questi voti andrebbero cercati soprattutto nelle file del Movimento 5 Stelle, magari fra i deputati che hanno sostenuto con più forza provvedimenti cari al ministro Salvini come il decreto Sicurezza, o che hanno presentato mozioni insieme alla Lega.
Senato
A Palazzo Madama, il centrodestra può contare su 137 seggi: 61 di Forza Italia (4 dei quali di Noi con l’Italia), 58 della Lega e 18 di Fratelli d’Italia. Alla maggioranza, fissata a quota 161 seggi, ne mancano quindi 24.
Misto
La situazione è più semplice da spiegare per quanto riguarda il Senato. A Palazzo Madama, infatti, i senatori del gruppo misto per i quali è possibile escludere l’appoggio a un governo di centrodestra sono più numerosi. Si tratta dei 4 di Liberi e Uguali, cui si aggiungono Emma Bonino (+Europa) e Riccardo Nencini (PSI). Oltre a questi 6 c’è il senatore Gregorio De Falco, espulso dal Movimento 5 Stelle dopo il suo voto contrario al decreto Sicurezza. Nonostante diversi suoi voti conformi alla maggioranza avvenuti anche in seguito, sembra molto difficile pensare che possa votare la fiducia a Salvini. Discorso a parte per i senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre, che potrebbero votare contro ma anche astenersi o assentarsi.
Dagli altri cinque senatori del gruppo misto, invece, non pare affatto improbabile un assenso a un governo di centrodestra. Si tratta degli ex M5S Maurizio Buccarella, Saverio De Bonis e Carlo Martelli e degli eletti all’estero Adriano Cario e Ricardo Antonio Merlo, che spesso hanno votato insieme al Governo Conte.
Per le autonomie
Il gruppo Per le autonomie (SVP-PATT, UV) può anch’esso essere terra di conquista per un’eventuale, nuova maggioranza. Sicuramente dai 9 componenti possiamo escludere i tre senatori a vita Giorgio Napolitano, Elena Cattaneo e Carlo Rubbia, per i quali vale lo stesso discorso fatto in precedenza: astensione o assenza. È decisamente ragionevole aspettarsi un voto contrario da parte di Pierferdinando Casini (Centristi per l’Italia) e di Gianclaudio Bressa (PD). Resta aperto l’interrogativo sui senatori rappresentanti delle minoranze linguistiche, tre per l’SVP-PATT e uno per l’Union Valdotaine. Sui primi, si può applicare il discorso fatto per la SVP alla Camera: la nuova alleanza con la Lega nell’importante assemblea regionale potrebbe condurre a un accordo. Per quanto riguarda il valdostano Albert Lanièce, invece, il percorso sembra più arduo, ma non è da escludere almeno un’astensione.
Gruppo | Sottogruppo | Nome | Probabilità |
---|---|---|---|
Misto | MAIE | Merlo | Molto probabile |
Misto | MAIE | Cario | Molto probabile |
Misto | Non affiliato | Martelli | Probabile |
Misto | Non affiliato | Buccarella | Probabile |
Misto | Non affiliato | De Bonis | Probabile |
Misto | Non affiliato | De Falco | Molto improbabile |
Misto | PSI | Nencini | Molto improbabile |
Misto | LEU | De Petris | Molto improbabile |
Misto | Più Europa | Bonino | Molto improbabile |
Misto | LEU | Errani | Molto improbabile |
Misto | LEU | Grasso | Molto improbabile |
Misto | LEU | Laforgia | Molto improbabile |
Misto | Non affiliato | Monti | Astensione |
Misto | Non affiliato | Segre | Astensione |
Per le Autonomie | Centristi per l'Italia | Casini | Molto improbabile |
Per le Autonomie | Partito Democratico | Bressa | Molto improbabile |
Per le Autonomie | Union Valdotaine | Lanièce | Improbabile |
Per le Autonomie | Non affiliato | Napolitano | Astensione |
Per le Autonomie | Non affiliato | Cattaneo | Astensione |
Per le Autonomie | Non affiliato | Rubbia | Astensione |
Per le Autonomie | SVP-PATT | Unterberger | Probabile |
Per le Autonomie | SVP-PATT | Steger | Probabile |
Per le Autonomie | SVP-PATT | Durnwalder | Probabile |
Insomma, alla fine in caso di astensione dei senatori a vita e voto favorevole dei cinque del misto e dei quattro per le autonomie, la conta salirebbe a 146 voti con una maggioranza necessaria di 158. Solo 12 voti, al Senato, separerebbero quindi Matteo Salvini da Palazzo Chigi. Anche questi sarebbero da ricercare, inevitabilmente, dentro il gruppo del Movimento 5 Stelle: ma sarebbe una quantità ben più facile da raggiungere, rispetto ai 43 di Montecitorio.
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