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Il Regno Unito verso le Europee: Nigel Farage colpisce ancora?

Si allarga il margine nei sondaggi del neonato Brexit Party di Nigel Farage in vista delle Europee 2019: lo voterebbero 6 elettori Tory su 10

Ciò che fino a sei mesi fa sembrava quasi impossibile oggi è invece diventato inevitabile: il Regno Unito parteciperà alle elezioni europee (fatta salva l’ipotesi di un accordo last minute entro…domani). Ancor più impronosticabile era che le elezioni europee nel Regno Unito avrebbero visto Nigel Farage ancora protagonista assoluto – ma stavolta con il suo nuovo Brexit Party. Soltanto sei mesi fa (dicembre 2018) l’ex leader dello UKIP aveva dato le dimissioni dal suo partito, dopo averne già lasciato la leadership due anni prima, e la sua nuova formazione non era neanche nata.

Oggi, secondo gli ultimi sondaggi sulle elezioni europee, il Brexit Party è sempre più saldamente il primo partito del Regno Unito. La media delle rilevazioni realizzate a maggio dagli istituti Opinium e YouGov dà il nuovo partito euroscettico al 33%, ben 13 punti sopra i Laburisti (19,6%). Il partito Conservatore scivola addirittura in quarta posizione (11,2%), dietro ai Liberal Democratici (14,2%). Da segnalare anche l’ottimo esito previsto per i Verdi, che supererebbero l’8%, migliorando il risultato di cinque anni fa (7,8%) ed eleggendo nuovamente degli europarlamentari.

Bisogna infatti ricordare che – a differenza che nel voto per il Parlamento nazionale di Westminster – alle Europee il Regno Unito elegge i suoi 73 rappresentanti con un sistema proporzionale con metodo D’Hondt, formula applicata su base regionale e con listini bloccati. È quindi molto probabile che anche i partiti minori riescano ad eleggere degli europarlamentari e che il Brexit Party, nonostante l’ampio vantaggio, non monopolizzerà la compagine britannica nel prossimo Parlamento Europeo, come sarebbe invece probabilmente successo con un sistema maggioritario.

A fare le spese del boom del Brexit Party è, come abbiamo visto, soprattutto il partito Conservatore. Il BP attinge infatti a piene mani dall’elettorato tory, soprattutto dai Leavers delusi dall’inconcludente tentativo di Theresa May di portare il Regno Unito fuori dall’Unione. Secondo Opinium il 61% di coloro che hanno votati i Conservatori nel 2017 sosterranno il Brexit Party alle Europee.

Non è una novità che nelle elezioni europee i partiti tradizionali facciano fatica. Probabilmente ciò si verifica anche a causa della diversa legge elettorale che elimina il fattore del “voto strategico” che tende a premiare i grandi partiti e a bipolarizzare la competizione. Cinque anni fa, ad esempio, a prevalere fu lo UKIP, con il 27,5% dei voti, mentre Laburisti e Conservatori si fermarono rispettivamente a 25,5% e 24%. Nel 2009 addirittura i due partiti insieme raggiunsero appena il 42,6% dei consensi (Tories 27,4%, Labour 15,2%). Ma questa volta i sondaggi sembrano suggerire che le difficoltà dei due partiti che da oltre un secolo monopolizzano la competizione politica in Gran Bretagna sono più profonde.

Sebbene il Brexit Party nei sondaggi sulle elezioni nazionali non ottenga lo stesso consenso che gli assegnano quelli relativi alle Europee, il movimento di Farage sarebbe comunque la terza forza. Sempre secondo la media dei sondaggi di Opinium e YouGov di maggio, il Brexit Party otterrebbe infatti circa il 19,3%, e sarebbe dietro solo ai Laburisti (26,7%) e Conservatori (23,7%), entrambi in forte calo rispetto al mese scorso. Anche i LibDem si confermato in crescita, con il 13,8%. I due partiti principali si confermano anche in questo caso sempre più deboli, collezionando insieme appena la metà dei voti totali.

 

Francesco Cianfanelli

Collaboro con YouTrend dal 2018 e con Agenzia Quorum dal 2019, occupandomi di strategia, messaggio e social media per soggetti politici e candidati. Nel tempo libero amo la corsa, la bicicletta, i podcast e altre attività da asociali.

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