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Regionali: il Piemonte verso il voto

Chiamparino cerca un secondo mandato, ma lo scenario politico è molto cambiato rispetto al 2014

Oltre alle elezioni europee (qui il nostro Trovapartito), domenica 26 maggio, dalle 7 alle 23, gli elettori del Piemonte saranno chiamati a rinnovare il Consiglio Regionale e ad eleggere il nuovo Presidente della Regione.

La legge elettorale

La legge elettorale vigente per i candidati alla presidenza della Regione è un maggioritario a turno unico: il candidato che ottiene la maggioranza dei voti, anche solo relativa, viene eletto governatore, (the winner takes all).

Per quanto riguarda l’elezione del Consiglio Regionale, i seggi da assegnare sono 50, di cui 40 con metodo proporzionale su base provinciale e 10 assegnati direttamente alla lista collegata al candidato governatore vincente. È prevista una soglia di sbarramento pari al 3%.

Le 4 modalità di voto

Vi sono 4 diverse modalità di voto  possibili:

  1. È possibile barrare unicamente una lista provinciale. In tal caso, il voto si trasferisce automaticamente al candidato Presidente di riferimento e alla sua lista regionale.Voto Piemonte
  2. È possibile barrare sia una lista provinciale sia il candidato Presidente collegato alla lista stessa (sul suo nome o sul simbolo della lista regionale di fianco a esso). Il voto va sia alla lista provinciale che alla lista regionale a cui il candidato presidente si collega.Voto Piemonte 2
  3. È possibile votare solo per il candidato Presidente, ponendo una croce sul suo nome o sul simbolo della lista ad esso collegata. Il voto va a favore della lista regionale e del candidato Presidente, ma non si estende a nessuna delle liste provinciali collegate al candidato.Voto Modalità 3
  4. L’ultima modalità di voto è quella del voto disgiunto: è possibile votare ponendo una croce su una lista provinciale e un’altra croce su una lista regionale, o sul nominativo del candidato Presidente della Giunta, non collegati alla lista provinciale votata. Il voto va a favore sia della lista provinciale che al candidato presidente della Regione Piemonte e alla lista regionale collegata.

Modalità voto disgiunto

Infine, è possibile esprimere un voto di preferenza scrivendo nome e cognome (o solo il cognome) di un candidato facente parte della lista provinciale votata.

I candidati e le liste

Sono 4 i candidati alla presidenza della Regione Piemonte:

  • Sergio Chiamparino, governatore uscente, è candidato per un secondo mandato. L’ex sindaco di Torino è a capo di una coalizione di centrosinistra, e le liste a lui collegate sono 7: Partito Democratico, Chiamparino per il Piemonte del Sì, Liberi e Uguali Verdi, Moderati per Chiamparino, Italia in Comune, Democrazia Solidale e +Europa Sì Tav.
  • Alberto Cirio, eurodeputato di Forza Italia eletto nel maggio 2014 con 35.376 preferenze, si pone come avversario principale di Sergio Chiamparino per la corsa alla presidenza della Regione. La coalizione di centrodestra che lo sostiene comprende le liste di: Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, UdC, Sì Tav Sì Lavoro per il Piemonte nel cuore.
  • Giorgio Bertola, consigliere regionale dal 2014, è il candidato scelto dal MoVimento 5 Stelle. Sarà interessante notare la tenuta del M5S nella Val di Susa, zona in cui i pentastellati hanno ottenuto molti dei loro voti grazie alla loro posizione contraria alla TAV Torino-Lione.
  • Valter Boero, docente presso l’Università di Torino, è candidato per il Popolo della Famiglia, movimento politico fondato da Mario Adinolfi. Boero potrebbe essere decisivo nella corsa alla presidenza della Regione, dal momento che potrebbe sottrarre alcuni voti ad Alberto Cirio e al centrodestra.

Importanza delle elezioni regionali

Le Regionali del Piemonte del 26 maggio arrivano in un momento cruciale per lo scenario politico italiano, e i risultati potrebbero ridefinire alcuni equilibri a livello governativo, con la Lega di Matteo Salvini che vuole portare a otto il numero di regioni vinte dal centrodestra dal 2017 ad oggi. 

Il 25 maggio 2014 Sergio Chiamparino vinse largamente il confronto con Gilberto Pichetto Fratin (centrodestra) e Davide Bono (Movimento 5 Stelle), anche sfruttando l’onda dell’ascesa di Matteo Renzi e degli scandali che avevano colpito l’amministrazione guidata da Roberto Cota (Lega). Oggi, lo scenario è profondamente cambiato: nel 2014 il Partito Democratico incassò il 36,2% dei consensi alle Regionali, ma da allora la posizione di forza del centrosinistra è andata erodendosi: nel 2016 con la perdita del comune capoluogo Torino, passata al Movimento 5 Stelle, e poi alle Politiche del 2018, con un non entusiasmante 20,5% su base regionale che valse al PD il terzo posto dietro Lega (23%) e Movimento 5 Stelle (26%).

Queste elezioni saranno dunque importanti per valutare i rapporti di forza dei due partner di governo (Lega e M5S) e per osservare la tenuta del centrosinistra e del governatore uscente Sergio Chiamparino.

Si prospetta, infine, una sfida serrata tra Chiamparino e Cirio. Il primo nel 2014 si era affermato soprattutto nelle aree urbane (tutti i capoluoghi di provincia fecero registrare un dato superiore alla media), ma anche nelle valli valdesi e nel cuneese.

Il centrodestra, al contrario, è meno competitivo nel torinese e ancor più a Torino città: la mappa del voto alle ultimi elezioni politiche ci permette di osservare come man mano che ci si allontana da Torino il consenso per il centrodestra aumenta. Da tenere d’occhio la provincia di Cuneo, dove nel 2014 Chiamparino andò bene ma nello stesso giorno alle Europee Cirio ottenne oltre 16 mila preferenze, un terzo dei voti totali andati a Forza Italia.

Le zone di forza del M5S, invece, sono concentrate come detto in Val di Susa (dove nel 2018 superò il 40% in molti comuni) e nella zona sudorientale, al confine con la Liguria.

Francesco Cristallo

Studioso di politica, comunicazione politica e marketing politico ed elettorale. Appassionato di comunicazione e marketing digitale, social media, copywriting e advertising. Attento a tutto ciò che riguarda le nuove tecnologie.

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