Le elezioni europee in Ungheria sono indubbiamente tra le più prevedibili e meno combattute di questa tornata. Il Paese andrà al voto per eleggere i suoi 21 eurodeputati al termine di una campagna elettorale sotto tono. La disaffezione per il voto al Parlamento Europeo è una costante in Ungheria, come nell’intero gruppo di Visegrad. Nel 2014 l’affluenza a livello nazionale si fermò al 29%, tra le più basse di tutta l’UE.
Si prevede scontata la netta riconferma di Fidesz, il partito del premier Viktor Orbán. Accreditato tra il 52 e il 57% secondo i principali sondaggi, Fidesz crescerebbe sia rispetto alle elezioni nazionali del 2018 (49,6%), sia rispetto alle Europee del 2014 (51,4%) eleggendo circa 14 eurodeputati.
Tutti i temi centrali del dibattito politico sono stati marcati Fidesz, dalle massicce campagne pro-natalità e anti-immigrazione, agli aggressivi manifesti contro Jean Claude Juncker e George Soros che hanno dominato il paesaggio urbano nel paese. Ha inoltre tenuto banco la querelle con il Partito Popolare Europeo, che recentemente ha sospeso Fidesz, pur senza espellerla definitivamente. Per ritorsione, Orbán ha ritirato l’appoggio allo spitzenkandidat dei popolari Manfred Weber e ha manifestato un ulteriore avvicinamento alle posizioni di Matteo Salvini.
Le opposizioni restano in affanno e molto distanziate. Per il secondo posto si profila un testa a testa fra tre partiti: Jobbik, Coalizione Democratica (DK) e Partito Socialista (MSZP), che otterrebbero 2 seggi ciascuno. Jobbik, partito di destra ultranazionalista ma che si è recentemente aperto al centro in funzione anti-Orbán, appare in calo rispetto al 19% ottenuto alle politiche di un anno fa. I dati di Partito Socialista e Coalizione Democratica – una forza social-liberale nata nel 2010 da una scissione dagli stessi socialisti – confermano lo stallo delle forze progressiste, che restano divise e in crisi di identità.
Ungheria: media sondaggi sulle Europee 2019
I liberali di Momentum, una lista giovanile e urbana nata dalle mobilitazioni contro la candidatura olimpica di Budapest, potrebbero superare la soglia di sbarramento del 5% e ottenere un seggio. L’ingresso nel Parlamento UE appare più difficile per gli ambientalisti verdi di LMP. Dovrebbe restare fuori dai giochi anche il Partito del Cane a Due Code (MKKP), il partito-satira che propone la siesta obbligatoria e l’abbassamento dei salari negli altri paesi UE per contenere l’emigrazione degli ungheresi.
(A cura di Alfredo Sasso)
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