Assieme al Regno Unito, l’Olanda è stato il primo Paese a votare per le Europee 2019. Gli elettori sono stati chiamati alle urne nella giornata di giovedì con un sistema proporzionale senza soglia di sbarramento che di fatto prevede una preferenza obbligatoria (con il voto per il candidato che viene esteso alla lista). Anche se lo spoglio inizierà solo domenica, già giovedì sera – alla chiusura delle urne – sono stati pubblicati i primi exit poll di Ipsos, che danno in testa il Partito del Lavoro (PvdA) di Frans Timmermans, spitzenkandidat del Partito Socialista Europeo alla presidenza della Commissione, che otterrebbe 5 seggi con il 18,1% dei voti.
Un risultato inaspettato se si tiene conto dei precedenti sondaggi, secondo cui il primo posto se lo sarebbero giocato il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD) del primo ministro Mark Rutte – secondo negli exit poll avrebbe il 15% dei voti, pari a 4 seggi – e la formazione euroscettica Forum per la Democrazia (FvD), guidata dallo storico e avvocato Thierry Baudet – che si fermerebbe invece al quarto posto con l’11% (e 3 seggi), arretrando sensibilmente rispetto alle senatoriali dello scorso marzo. In terza posizione ci sarebbero invece i popolari di Appello Cristiano Democratico (CDA), che con il 12,3% dei voti guadagnerebbero 4 seggi, mentre si fermerebbe a 3 seggi (con il 10,5%) Sinistra Verde (GL), del giovane Jesse Klaver. Infine, un risultato sotto le aspettative anche per il Partito per la Libertà (PVV) di Geert Wilders, che con il suo 4,1% otterrebbe un solo seggio a Strasburgo e Bruxelles.
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