Domenica 26 maggio la Croazia eleggerà 11 eurodeputati, che diventeranno 12 al momento della Brexit. Sarà la terza elezione europea per il paese, dopo il voto straordinario del 2013 – anno in cui Zagabria entrò nella UE – e quello del 2014. Se cinque anni fa i principali partiti si presentarono in coalizioni, il quadro di oggi è molto più frammentato.
Le due forze protagoniste della Croazia contemporanea dovrebbero riconfermarsi al vertice, ma con un’importante erosione di consensi. I sondaggi vedono saldamente in testa i conservatori dell’Unione Democratica Croata (HDZ) con un dato tra il 24 e il 27%, in flessione rispetto al 41% del 2014 (che era però un dato di coalizione). Al governo del Paese dal 2015 a oggi – nonché in 21 dei 28 anni di Croazia indipendente – l’HDZ otterrebbe 5 seggi. Il Partito Socialdemocratico (SDP) rincorre con il 19-21%, che gli varrebbe 3 seggi. L’HDZ ha avuto un sostegno attivo da parte del PPE: Manfred Weber e Angela Merkel hanno partecipato a uno dei comizi finali del partito, poi oggetto di grandi polemiche perché durante l’evento è stato trasmesso un brano irredentista verso la Bosnia Erzegovina di un noto cantante ultra-nazionalista, il tutto all’insaputa della cancelliera tedesca. L’episodio dimostra l’eterogeneità dell’HDZ, in cui un’anima di centro moderato e una di destra radicale convivono non senza fatica (e pezzi persi per strada). Non va meglio all’SDP che attraversa una profonda crisi di consenso e di leadership.
Croazia: media sondaggi sulle Europee 2019
Le novità più interessanti sono attese al di fuori di questo bipolarismo al tramonto. Favorita come terza forza è Barriera Umana (Živi zid, ŽZ), una degli alleati europei del Movimento 5 stelle. ŽZ oscilla tra il 7 e l’11% nei sondaggi, un risultato che regalerebbe però un solo seggio. Nato come movimento anti-sfratti, anti-corruzione e con punti programmatici apertamente anti-sistema poi abbandonati nel tempo (come l’uscita da UE e NATO), Barriera Umana ha canalizzato il malcontento in un paese colpito da vari scandali politico-finanziari e da un’emigrazione che si sta trasformando in spopolamento delle regioni interne. I consensi per Barriera Umana paiono in crescita rispetto al 6% delle Politiche di tre anni fa, ma lontani dall’exploit del 16% ottenuto alle Presidenziali del 2015.
Sopra lo sbarramento del 5% potrebbero spuntarla Most (liberal-conservatori), in declino dopo l’exploit di metà anni 2010, e la cosiddetta Coalizione Amsterdam (liberali progressisti e regionalisti), entrambi dati tra il 6 e l’8% e con un seggio. Sembra più difficile la strada per le due liste della destra euroscettica e ultraconservatrice provenienti da scissioni dell’HDZ (l’Alleanza Sovranista guidata da HRAST e gli Indipendenti per la Croazia – NHR – sostenuti da Marine Le Pen), per le sigle minori di centrosinistra (START, Pametno) e per le numerose liste personaliste (Bandić, Petir, Kolakušić). Sembrano esserci poche chances anche per Možemo (“Possiamo”, ribattezzata quindi “il Podemos croato”), una giovane aggregazione della sinistra di base ed ecologista, sorta dai movimenti municipalisti di Zagabria e nota per avere ottenuto l’entusiastico sostegno di Pamela Anderson.
(a cura di Alfredo Sasso)
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