In Grecia è profondo rosso per Alexis Tsipras: Syriza, coma da previsioni, non va oltre il 23,77% (attualmente, lo scrutinio è al 99,51%), travolta da Nuova Democrazia, il partito di centrodestra di Kyriakos Mitsotakis che, seppur mantenendosi qualche punto sotto quanto previsto dai sondaggi, ottiene un netto 33,12%. Il Premier, poche ore dopo il voto, ha preannunciato la decisione di indire elezioni anticipate, che avranno luogo il 7 luglio.
Grecia: risultati elezioni europee
Mitsotakis ha promesso ai greci una rivoluzione fiscale da implementare con una serie di misure shock, tra le quali un taglio del 50% della pressione fiscale. Un elemento che ha permesso di far breccia soprattutto tra l’elettorato medio borghese, travolto dalla crisi degli ultimi anni e deluso dall’operato del partito del premier.
Distribuzione del voto di Nuova Democrazia
Una delusione mai nascosta anche da una parte dell’elettorato di sinistra, quella verso l’ex paladino della lotta contro l’austerità – divenutone poi uno dei principali attuatori. È infatti solamente negli ultimi sei mesi – dopo la chiusura del terzo piano di salvataggio – che Tsipras ha potuto affrontare con decisione tematiche quali l’aumento dei salari minimi (aumentati dell’11%), l’abbattimento dell’IVA sui generi alimentari o la reintroduzione della mensilità aggiuntiva per i dipendenti e i pensionati pubblici. Una mossa che da una parte dell’elettorato è stata vista come un disperato tentativo di recupero in vista proprio delle Europee.
La distribuzione del voto di Syriza
Risultato in linea per le aspettative per Kinal (2 seggi, S&D), erede del PASOK, mentre il DiEM25 dell’ex ministro Yanis Varoufakis, al momento otterrebbe un sorprendente 2,99%: al momento il seggio è distante appena lo 0,01% . L’altra notizia è l’arretramento dell’ultradestra di Alba Dorata, al 4,88% (2 seggi, NI). Il gruppo di estrema destra paga in parte anche il successo della nuova destra di EL, che ottiene il 4,19%: Soluzione Grecia, infatti, riesce a intercettare consensi in quella parte di elettorato scontenta dell’accordo fatto con la Macedonia in merito al nome del piccolo paese. Non a caso, proprio nelle zone a nord più vicine al confine, l’emorragia di voti in uscita da Syriza pare decisamente più marcata.
La distribuzione dei seggi
All’altro estremo, i comunisti del KKE incassano il 5,33% dei voti (2 seggi, Non Iscritti), mentre rimangono fuori dalla spartizione dei 21 seggi a disposizione della Grecia i centristi di EK, il centro-sinistra di To Potami (Il Fiume), rispettivamente con l’1,45% e l’1,51%, e ANEL, gli euroscettici di destra già al governo con Tsipras, che raccolgono lo 0,80%.
I seggi per gruppo europeo
Nel complesso, quindi, il quadro che esce da questa tornata elettorale mostra una Grecia orientata verso destra: il 58,48% totale dei votanti – affluenza in leggero calo rispetto al 2014 – ha scelto forze critiche verso il governo Tsipras, percepito come incapace di fornire risposte valide alla dirompente crisi sociale ed economica di un paese profondamente ferito dagli eventi degli ultimi anni.
(a cura di Alessandro Gemignani, con la collaborazione di Andrea Viscardi)
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