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Germania: effetto bandwagon per i Verdi dopo le Europee

Dopo l’ottimo risultato ottenuto alle elezioni del 26 maggio, i Verdi tedeschi insidiano il primo posto della CDU

Le elezioni europee in Germania hanno confermato una serie di trend visti negli ultimi mesi, primo fra tutti la crescita sorprendente dei Verdi (Grünen). Calano SPD e CDU (con i socialdemocratici che addirittura scendono al 15,5%, peggior risultato di sempre), mentre Alternative für Deutschland cresce di poco meno di 4 punti rispetto al 2014, attestandosi su risultati molto lontani dall’esplosione che alcuni si aspettavano fino a qualche mese fa.

Europee 2019: i voti ai partiti in Germania

I sondaggi mostravano chiaramente che la Union (CDU/CSU) sarebbe rimasta il primo partito, nonostante una perdita di consenso, e che i Verdi avrebbero superato la SPD. Tuttavia, se nelle rilevazioni della vigilia il vantaggio sui socialdemocratici era stimato intorno ai due punti percentuali, nel voto reale sono stati quasi 5: i Grünen sono andati persino meglio di quanto ci si aspettasse, i socialdemocratici peggio.

In un’ottica analitica, è interessante dare uno sguardo alla distribuzione del voto sul territorio. La CDU/CSU è primo partito in quasi tutto il territorio nazionale, ma alcune realtà storicamente vicine alla SPD sono scivolate ora verso i Verdi. Il consenso verso Alternative für Deutschland rimane molto forte in zona come la Sassonia e la Turingia, due Länder che andranno al voto il prossimo autunno.

 

Sempre in chiave prospettiva, è interessante guardare le statistiche sul voto ai partiti in base all’età: i Verdi sono di gran lunga il primo partito tra i più giovani, mentre CDU e SPD ottengono i loro risultati migliori tra gli elettori più anziani.

Per quanto il voto del 26 maggio abbia certificato i trend emersi da molti mesi nei sondaggi, si tratta del primo vero test elettorale nazionale dalle Politiche 2017. Per i Verdi, oltre ad essere un record storico, il risultato delle Europee li promuove definitivamente da partito di secondo piano a protagonisti della politica tedesca.

Le conseguenze del voto

Nei giorni successivi al voto, molti istituti di ricerca hanno evidenziato come i Verdi continuassero a crescere, beneficiando di un certo “effetto bandwagon” dovuto al risultato delle Europee. Addirittura, nel sondaggio realizzato dall’istituto Forsa, i Grünen sarebbero diventati il primo partito, anche se davanti alla CDU di un solo punto.

In seguito, anche altri sondaggi hanno iniziato a rilevare il sorpasso, una dinamica su cui forse hanno influito anche le dimissioni di Andrea Nahles dalla guida della SPD e lo stato di incertezza sul futuro dei socialdemocratici (e persino delle larghe intese su cui si regge il governo) apertosi in seguito all’annuncio.

Ad oggi, tutti i sondaggi sono concordi nel mostrare una SPD ai minimi storici, in ulteriore calo rispetto alle Europee (14,3% nel migliore dei casi) e i Verdi in forte crescita (22,3% secondo le stime più caute) ormai in grado di battagliare con la CDU.

Ma se per alcuni istituti il sorpasso dei Verdi è già avvenuto, per altri la CDU rimane al primo posto, per quanto incalzata da vicino dagli ecologisti. In media, le due forze politiche risultano alla pari, poco sopra il 25%.

Nelle prossime settimane, il dibattito interno alla SPD sulla leadership del partito e sul futuro delle larghe intese potrebbe giocare un ruolo importante nelle dinamiche del consenso. A tal proposito, è significativo che secondo un sondaggio di YouGov, in caso di caduta del governo molti cittadini vedrebbero bene un governo di centrosinistra, con SPD, Verdi e la sinistra della Linke.

Gli sviluppi dei prossimi mesi in Germania saranno fondamentali per capire se il nuovo bipolarismo CDU-Grünen diventerà strutturale.

Luigi Daniele

Classe 1990. Ha studiato filosofia tra Italia e Germania, a Freiburg e Jena. Scrive di politica, Europa e Germania. Vive a Bruxelles.

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