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Dove va il mondo dell’informazione: il report del Reuters Institute

Tanto in Italia quanto a livello globale emergono trend interessanti sui mezzi con cui ci informiamo di più.

Il Reuters Institute ha pubblicato, come ogni anno, il report sul consumo informativo a livello globale. Dalla ricerca, condotta tramite questionari online somministrati tra gennaio e febbraio 2019, emergono diversi trend interessanti che ridisegnano le abitudini e le modalità attraverso cui i cittadini si informano.

Il consumo informativo vede la crescita esponenziale dello smartphone come strumento attraverso cui leggere, trovare e condividere notizie: il mobile device, infatti, continua la sua crescita in maniera decisa, dal momento che due terzi degli intervistati (66%) affermano di usare il proprio dispositivomobile per accedere alle notizie settimanali, anche grazie agli aggregatori di notizie, come Apple News e Upday, che sono sempre più consultati.

Un altro trend ormai chiaro è la scelta delle piattaforme su cui spendere il proprio tempo online: Facebook perde il primato cedendo il posto a WhatsApp. Tuttavia, se da una parte WhatAapp sta diventando lo strumento con il quale i cittadini discutono di notizie con le proprie cerchie di riferimento, dall’altra Facebook rimane il social network con cui le persone ritengono di potersi informare con più facilità.

Inoltre, un dato con cui l’informazione non può esimersi dal fare i conti è il livello di fiducia che la gente ripone nel sistema-informazione: nella media di tutti i Paesi considerati dal report, tale livello di fiducia è pari al 42%. Peraltro, meno della metà dei lettori (49%) si fida delle notizie che legge: i mezzi di informazione, infatti, sono ben visti soltanto quando riescono a produrre notizie in tempo reale, per cui viene premiata la capacità di raccontare un fatto con immediatezza, mentre risultano criticati quando cercano di interpretare le notizie.

In generale, quasi una persona su tre (32%) tende a non informarsi: la ragione principale, espressa dal 58% di coloro che non si tengono aggiornati sull’attualità, sta nel turbamento che gli eventi raccontati possono suscitare. Inoltre, in tutti i Paesi, quasi due intervistati su tre ritengono che i media siano molto validi nel tenere le persone aggiornate (62%), ma solo uno su due ritiene che essi possano effettivamente aiutare le persone a comprendere le notizie (51%): questa percentuale, però si accresce tra gli individui con un grado di istruzione più elevato.

Un altro dato importante, che sta rivoluzionando il paradigma informativo digitale, emerge dal crescente numero di persone che scelgono di pagare per ricevere notizie online. Questa è una notizia positiva per il mondo dell’informazione, dal momento che la produzione di contenuti online e di qualità risulta ben vista dai cittadini che ritengono opportuno pagare per informarsi. Tuttavia, non è ancora possibile affermare con certezza se i servizi a pagamento avranno davvero un trend crescente oppure no.

La situazione nel nostro Paese

E in Italia cosa succede? Qual è lo stato del consumo informativo nel nostro Paese? Anche qui lo smartphone è ormai diventato l’hub indiscusso del consumo di notizie, prendendo di fatto il posto del PC: il 58% degli intervistati, infatti, ha dichiarato di leggere notizie dai dispositivi mobili, mentre il computer è stato indicato dal 46% e il tablet dal 18%.

Italia: i dispositivi con accesso a internet più utilizzati per informarsi

In generale, però, il mezzo principale con cui informarsi è ancora in larga parte la televisione. Anzi, l’Italia resta uno degli Stati più TV-centrici, con il 78% degli cittadini che si informerebbe guardando (anche) la TV. In questo contesto, le news vengono perlopiù seguite dalle testate giornalistiche delle reti Rai: i telegionali del servizio pubblico – ossia TG1, TG2, TG3 e TGR – risultano quelli maggiormente visti, essendo stati indicati dal 46% degli intervistati. A breve distanza troviamo i tre telegiornali di Mediaset, ossia TG4, TG5 e Studio Aperto, che vengono seguiti dal 44% del campione. La medaglia di bronzo va a Sky TG24 (31%), che però si classifica prima tra le reti all-news, superando sia Tgcom24 (30%) che RaiNews24 (25%). Solo sesto, con il 22%, il Tg La7 di Enrico Mentana.

La stampa cartacea patisce invece un’emorragia di lettori non indifferente: se nel 2013 la percentuale di italiani che si informavano attraverso i quotidiani tradizionali era pari al 59%, oggi, a soli sei anni di distanza, questa è crollata al 25%. Le testate che più lette sono Corriere delle Sera e Repubblica (16%), seguite dal Fatto Quotidiano (10%) e dalla Stampa (9%). Si tratta comunque di percentuali molto basse.

Italia: principali fonti di informazione su TV, radio e stampa

L’informazione online made in Italy vede emergere tre protagonisti, ovvero i siti di Tgcom24 (24%), dell’Ansa (21%) e di Sky TG24 (20%). Al contrario, quando i quotidiani tradizionali migrano online soffrono e si trovano a rincorrere: Repubblica è quella che tiene meglio, dal momento che con il 19% risulta il più consultato, ma è inseguita da Fanpage, dal Corriere della Sera (entrambi al 16%) e dal Fatto Quotidiano (14%). Più indietro i siti web della Stampa e del Sole 24 ore (9%).

Italia: siti web di informazione più seguiti

Per quanto attiene al tema cruciale del rapporto cittadini-informazione, i dati sono significativi: la fiducia nell’informazione è in media più bassa rispetto agli altri Paesi, essendo stimata attorno al 40% ed essendo anche scesa di 2 punti percentuali rispetto all’ultima rilevazione di due anni prima. Le testate che godono di maggior fiducia, comunque, sono l’Ansa (con un punteggio di 7,4 su 10), Sky TG24 (6,97) e Il Sole 24 ore (6,86).

Sui social network, lo scenario che emerge è questo: Facebook rimane il primo canale di informazione, dal momento che il 54% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare la piattaforma di Mark Zuckerberg per il reperimento e la diffusione di notizie. WhatsApp ottiene la medaglia d’argento con il 27%, e YouTube quella di bronzo con il 25%. Infine, un trend innovativo che sembra aver iniziato a rivoluzionare l’informazione è quello che coinvolge il podcast: basti pensare che il 30% degli intervistati dice di averne usufruito almeno una volta negli ultimi 30 giorni.

Italia: i canali social più utilizzati per la diffusione di notizie

 

Articolo a cura di Marco Battiato.

Redazione

La redazione di YouTrend

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