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Elezioni in Austria, Kurz cerca la riconferma dopo il “Russiagate”

Domani urne aperte a Vienna per le elezioni legislative. Il “premier più giovane d’Europa” parte favorito, ma l’incognità è: con chi governerà?

Domani urne aperte in Austria per le elezioni legislative. Gli elettori austriaci torneranno alle urne dopo due anni esatti dall’ultima volta: si tratta infatti di elezioni anticipate. Nel dicembre del 2017 si era formato un governo guidato da quello che è diventato il più giovane premier d’Europa: l’allora trentunenne Sebastian Kurz fece subito parlare di sé anche per aver scelto come alleato di governo l’ultra-destra sovranista rappresentata dal Partito delle Libertà (FPÖ) e dal suo leader Heinz-Christian Strache.

Il governo Kurz nasceva dopo la stagione della Grosse Koalition tra il suo Partito Popolare (ÖVP) e i social-democratici (SPÖ), che aveva governato l’Austria per più di dieci anni.

Kurz era salito alla ribalta come ministro degli Esteri proprio nel governo della Grosse Koalition, impegnandosi in prima linea nella lotta alla crisi migratoria del 2015-2016. Fu lui il promotore degli accordi bilaterali per far chiudere la rotta balcanica e rafforzare i controlli alla frontiera con l’Italia – al punto da schierare l’esercito nell’estate del 2017.

Su posizioni simili si schierava l’ultra-destra sovranista del FPÖ, portata alla ribalta da Jörg Haider, l’uomo forte della Carinzia capace di portare un partito minoritario (e giudicato troppo vicino ai movimenti neo-nazisti) in uno dei principali attori nello scenario politico austriaco. Alla morte di Haider (deceduto in un incidente stradale) Strache ereditò un’area politica rafforzata dalla crisi migratoria e dall’ondata sovranista che stava investendo l’Occidente.

La crescita del FPÖ si è accompagnata alla crisi di consenso dei due partiti su cui si è storicamente imperniata la democrazia dell’alternanza in Austria: al punto che, in occasione delle elezioni presidenziali del 2016, il candidato del FPÖ Norbert Hofer arrivò al ballottaggio non con un social-democratico, né con un popolare, bensì con Alexander Van Der Bellen, candidato dei Verdi (Grüne). Van Der Bellen vinse entrambe le volte (le elezioni furono ripetute per sospette irregolarità) ma Hofer arrivò vicinissimo alla vittoria.

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Alle elezioni legislative dell’ottobre del 2017, forte di una campagna xenofoba e marcatamente identitaria in uno dei paesi europei col maggiore tasso di richieste d’asilo, Strache ha portato il FPÖ a un soffio dal secondo posto con il 26,0%, alle spalle dei Popolari (31,5%) e dei social-democratici (26,9%).

Nel governo Kurz i sovranisti austriaci hanno ottenuto dei ministeri chiave come quello degli Interni, degli Esteri e della Difesa, mentre lo stesso Strache ha ricoperto il ruolo di vice-premier.

In un paese dove l’8% della popolazione è musulmana (la media europea è del 5%), il governo Kurz ha concentrato i propri sforzi nella lotta alle cosiddette “società parallele”, imponendo il divieto di indossare il velo negli asili e nelle scuole elementari. L’iniziativa più controversa, che ha spinto il premier turco Erdogan ad accusare di islamofobia il governo austriaco, è stata la chiusura di 7 moschee e il piano di espulsione di 40 imam perché sospettati di essere finanziati da Istanbul per scopi politici.

Se i Popolari e il FPÖ trovano un comune sentire sul terreno identitario e della gestione dei processi migratori, dall’altro si dividono su temi cruciali come il rapporto con l’Europa, che vede da un lato Kurz e i Popolari critici verso Bruxelles ma convintamente europeisti e saldi nella loro adesione al Partito Popolare Europeo, e dall’altro Strache e il FPÖ come esponenti di primo piano (insieme a Matteo Salvini e a Marine Le Pen) del fronte sovranista e anti-europeista.

Un primo, forte scossone alla maggioranza è arrivato lo scorso aprile, quando il sindaco FPÖ di Braunau am Inn (la cittadina dell’Austria Superiore che ha dato i nati ad Adolf Hitler) ha pubblicato su un giornalino del partito una poesia fortemente discriminatoria verso gli immigrati, intitolata “I ratti di città”. La notizia ha suscitato un grande clamore in tutto il Paese, spingendo il premier a chiedere al partito del vice-cancelliere di prenderne ufficialmente le distanze.

Il colpo finale però è stato il “Russiagate” austriaco: lo scorso maggio due giornali tedeschi (Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung) hanno pubblicato il video di un incontro tenutosi a Ibiza un paio di mesi prima tra Strache, Johan Gudenus (capogruppo di FPÖ in Parlamento) e Aljona Makarowa, la presunta nipote di un oligarca russo ritenuto molto vicino al presidente Vladimir Putin.

Nel video, il vice-cancelliere e il suo braccio destro avevano offerto alla loro ospite ricchi contratti pubblici in cambio di un generoso finanziamento “tra i 500.000 e i due milioni di Euro” alla fondazione del partito. Oltre a questo, Strache aveva offerto il proprio sostengo alla Makarowa nell’acquisto del principale tabloid austriaco, il Kronen Zeitung. In questo modo, il leader FPÖ mirava a costruirsi “un sistema mediatico simile a quello di Orbán”.

Una settimana dopo lo scoppio dello “scandalo-Ibiza”, nelle elezioni europee che segnano il secondo più alto tasso di affluenza mai registrato in Austria, il FPÖ crolla di quasi dieci punti rispetto alle legislative di un anno e mezzo prima, passando dal primo posto “virtuale” al terzo posto “reale” con il 17,2% dei suffragi, ben dietro ai Popolari (34,5%) e ai social-democratici (23,8%).

Il “Russiagate” austriaco viene ripreso dai giornali di tutta Europa, spingendo Kurz e i Popolari a pretendere le immediate dimissioni di Strache e a chiedere le elezioni anticipate. Che si terranno, appunto, domani.

Secondo le ultime rilevazioni, i Popolari sono dati in testa con il 34% dei voti, seguiti dai social-democratici (22,5%) e dagli ex alleati del FPÖ (20%), comunque in corsa per il secondo posto. La sorpresa potrebbe essere rappresentata dai Verdi, stimati intorno al 12% e quindi ben oltre la soglia di sbarramento per entrare in Parlamento, che in Austria è fissata al 4%.

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Con l’eccezione della suddetta soglia di sbarramento, il sistema elettorale in vigore in Austria è basato su un impianto puramente proporzionale. Per questa ragione, bisognerà molto probabilmente aspettare le settimane successive al giorno del voto per sapere quali partiti formeranno la nuova alleanza di governo.

Nonostante le pesanti accuse e il rifiuto di riammettere in un futuro esecutivo l’ex super-ministro degli Interni e membro di spicco del FPÖ Herber Kickl – giudicato troppo vicino agli ambienti russi – ai nostalgici della Grosse Koalition Kurz contrappone una possibile riedizione dell’alleanza di governo ÖVP-FPÖ.

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Con l’ondata sovranista che sembra aver vissuto una battuta d’arresto in occasione delle recenti elezioni europee, bisognerà vedere se Kurz e i Popolari vorranno davvero provare di nuovo con l’esperienza sovranista, oppure provare altre strade (ad esempio, una coalizione con i liberali di NEOS e i Verdi). Per il momento, quel che sembra certo è che chiunque guiderà il prossimo governo a Vienna non potrà prescindere da un accordo con l’ex-premier più giovane d’Europa.

Nicolò Berti

Quella di Nicolò può essere definita una vita "di confine". Nato e cresciuto in Friuli, il confine orientale d'Italia, appassionato di storia e politica fin da giovane, ha sempre trovato affascinanti le dinamiche Est-Ovest. Laureato in Amministrazione Pubblica, ha seguito e organizzato svariate campagne elettorali tra Udine e Trieste. Si è occupato di Progetti europei per lo sviluppo locale e adesso vive e lavora a Bruxelles come sondaggista e analista di politiche pubbliche.

Salvatore Borghese

Laureato in Scienze di Governo e della comunicazione pubblica alla LUISS, diplomato alla London Summer School of Journalism e collaboratore di varie testate, tra cui «il Mattino» di Napoli e «il Fatto Quotidiano».
Cofondatore e caporedattore (fino al 2018) di YouTrend. È stato tra i soci fondatori della società di ricerca e consulenza Quorum e ha collaborato con il Centro Italiano di Studi Elettorali (CISE).
Nel tempo libero (quando ce l'ha) pratica arti marziali e corre sui go-kart. Un giorno imparerà anche a cucinare come si deve.

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