Il prossimo 13 ottobre più di 30 milioni di polacchi saranno chiamati alle urne per eleggere i 460 deputati della Sejm (“Dieta”) e 100 senatori. Poiché la Polonia è una repubblica parlamentare, i risultati determineranno anche la natura del governo di quello che è il sesto stato più popoloso dell’Unione Europea.
Il governo di Diritto e Giustizia
Le elezioni parlamentari del 2015 avevano visto trionfare la destra conservatrice polacca di Diritto e Giustizia (PiS), guidata da Jarosław Kaczyński, carismatico ex primo ministro e “padre nobile” del partito, nonché fratello del presidente Lech Kaczyński, deceduto nel noto incidente aereo del 2010. Grazie a un consistente premio di maggioranza, il PiS ottenne allora la maggioranza assoluta dei seggi (235 su 460), pur avendo raccolto “solo” il 37,6% dei consensi, marcando una decisiva svolta a destra del Paese e l’inizio di un’era di crescente conflitto con le istituzioni della UE.
Nonostante la sorprendente vittoria, tuttavia, Kaczyński non assunse cariche di governo, offrendo il ruolo di primo ministro alla sua vice Beata Szydło, che accettò di buon grado ma venne poi sostituita nel rimpasto di governo del 2017 dal suo ministro delle finanze Mateusz Morawiecki. È lui che il PiS intende riproporre come candidato premier alle elezioni del 13 ottobre.
Spinto dalla crescita dell’economia e dopo 4 anni di politiche espansive e anti-immigrazione – ma anche riforme molto controverse e scandali – il partito ha visto crescere i propri consensi non solo nei sondaggi, ma anche alle elezioni Europee dello scorso 26 maggio. In quell’occasione, Diritto e Giustizia ottenne uno schiacciante 45,4% grazie al quale elesse 27 europarlamentari sui 52 totali spettanti alla Polonia.
Gli sfidanti
Tra le formazioni politiche che intendono sfidare la supremazia di Kaczyński, il principale competitor è Piattaforma Civica (PO), il partito liberal-conservatore fondato dall’attuale Presidente del Consiglio europeo (nonché ex primo ministro della Polonia) Donald Tusk, e ora guidato da Grzegorz Schetyna.
Alle scorse Europee il PO si lanciò nella costruzione di “Coalizione Europea”, un’alleanza allargata ai maggiori partiti di opposizione (tra cui socialdemocratici e verdi) uniti nell’intento di contrastare lo strapotere di Diritto e Giustizia. Un’impresa non proprio andata a buon fine, poiché la variegata Coalizione ottenne il 38,5% ed elesse solamente 22 eurodeputati.
In vista del prossimo 13 ottobre il PO ci riproverà, proponendo un nuovo fronte chiamato Coalizione Civica, insieme a verdi, liberali, e altri partiti minori. Non ne faranno parte i socialdemocratici dell’SLD, che questa volta hanno deciso di sostenere “La Sinistra”, coalizione dei partiti di ispirazione socialista.
Quasi tutte le formazioni politiche si sono unite in coalizioni più o meno ampie, molte con l’intento di aggirare la soglia di sbarramento, fissata al 5% per i singoli partiti. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno l’8%, necessario alle coalizioni per assicurarsi un posto in Parlamento. Sembra aver agito in questo senso Coalizione Polacca, raggruppamento di partiti di ispirazione europeista di cui fanno parte i cristiano-democratici del Partito Popolare Polacco (PSL) e i populisti anti-establishment (recentemente convertitisi all’europeismo) di Kukiz’15. “Confederazione” è invece l’unione formata dalla galassia dei piccoli partiti nazionalisti dell’estrema destra polacca.
Altre motivazioni hanno invece spinto Diritto e Giustizia a formare “Destra Unita”, coalizione informale che racchiude al suo interno – oltre che il partito di governo – i partiti di destra minori che sostengono l’esecutivo.
Cosa dicono i sondaggi
Secondo gli ultimi sondaggi, solo tre delle cinque maggiori coalizioni in corsa riusciranno a superare la soglia di sbarramento dell’8%. La prima è ovviamente la stessa Destra Unita, che sembra assolutamente in grado di confermare la propria posizione di forza. Sull’onda dell’economia in crescita, ma anche grazie a una piattaforma elettorale basata sul prosieguo del lavoro fatto negli ultimi quattro anni e proposte radicali come il raddoppio del salario minimo, senza contare i numerosi bonus elargiti nelle ultime settimane a diverse fasce di popolazione. Stando ai sondaggi realizzati nelle scorse tre settimane, la coalizione capeggiata da Diritto e Giustizia si attesterebbe ancora una volta intorno al 45%.
Gli avversari di Coalizione Civica soffrono invece il mancato appoggio dei socialdemocratici e sembrano aggirarsi sul 27%, all’incirca una decina di punti in meno rispetto al risultato ottenuto da Coalizione Europea il 26 maggio scorso. Anche La Sinistra supererebbe la soglia dell’8% con un piuttosto solido 12%. Di poco fuori dai giochi Coalizione Polacca e Confederazione, stimate rispettivamente intorno al 6% e al 5%.
Polonia: la media dei sondaggi
Si prospetta quindi l’ennesimo trionfo per Kaczyński, premiato per la linea dura sui migranti e trainato dai successi in campo economico. Le opposizioni, intanto, sembrano lontane dal trovare la formula giusta per uscire dalla crisi di consenso che le affligge. Il prossimo appuntamento saranno le elezioni presidenziali del prossimo anno: in Polonia il Presidente della Repubblica è infatti eletto direttamente dai cittadini.
Perche se l austriaco prende il 37 dite trionfo..e se invece lo ottengono salvini o il polacco vincino e basta..il commento da un sondaggista non deve esistere
Hai scritto inesattezze:
SLD si presenta come partito, non come coalizione, quindi basta il 5%
PSL si presenta alle elezioni come partito, non come coalizione, quindi basta il 5%
I socialdemocratici sarebbe meglio chimarli post-comunisti.
Poi che PO sia un partito liberal-conservatore non e’ vero, e’ solo liberale adesso, era conservatore quando e’ nato.
Come si fa a scrivere che PSL, SLD e Konfederacja devo raggiungere l’8%. quando invece si presentano alle elezioni come partiti, non come coalizioni, e quindi basta il 5 %!
Prego correggere l’articolo.
”Kaczyński non assunse cariche di governo, offrendo il ruolo di primo ministro alla sua vice Beata Szydło”
Nelle elezioni del 2015 Szydło era candidata premier e grazie a lei PIS ha vinto le elezioni.