Oggi alla Camera dei Deputati si vota in quarta (e ultima) lettura la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, proposta di bandiera del Movimento 5 Stelle. Le prime 3 letture sono state approvate dalla (ex) maggioranza giallo-verde, mentre quest’ultima vedrà quasi tutte le forze votare a favore, incluso il Partito Democratico (in precedenza contrario). Ma come andrebbero le elezioni se si tornasse a votare per il nuovo Parlamento?
Tempi e modi della riforma
Se fosse approvata in via definitiva, la riforma taglierebbe il numero di deputati da 630 a 400 e quello dei senatori elettivi da 315 a 200. Tuttavia, poiché non è stata approvata da almeno i 2/3 dei parlamentari, l’iter della riforma non si conclude oggi: bisognerà ancora attendere l’eventuale richiesta di referendum confermativo, che in questi casi può essere richiesto piuttosto facilmente (è sufficiente che lo richieda un quinto dei componenti di una delle due Camere, oppure – come per i referendum abrogativi – 500 mila elettori, oppure 5 consigli regionali). Dopo l’approvazione di oggi, se il referendum non venisse richiesto (o se vincessero i Sì), la riforma entrerebbe in vigore dalle elezioni successive.
L’alleanza PD-M5S
Ma il taglio dei parlamentari non sarebbe l’unico fatto nuovo della politica italiana. Con la nascita del Governo Conte bis si è profilata un’altra novità: l’alleanza fra centrosinistra e Movimento 5 Stelle, rafforzata dalla scelta di un candidato unitario alle Regionali in Umbria. Questa novità ci spinge a ipotizzare uno scenario del tutto inedito nelle nostre simulazioni: una coalizione M5S-PD anche alle Politiche.
In effetti, ancora in occasione di quelle effettuate lo scorso 29 agosto, il dialogo tra PD e M5S per formare il nuovo governo sembrava ad uno stato troppo embrionale per poter immaginare un’intesa di tipo elettorale. Oggi, però, i tempi sembrano decisamente più maturi. Per di più, l’approvazione della riforma di oggi potrebbe significare un altro passo nella direzione di un’alleanza organica fra quelle che sono (stando ai sondaggi) la seconda e la terza forza politica in Italia. E, come stiamo per vedere, una coalizione elettorale giallo-rossa potrebbe avere buon gioco nelle urne.
Il Rosatellum dopo il taglio dei parlamentari
Contrariamente a quanto si è sentito dire spesso nelle ultime settimane, il taglio dei parlamentari avrà un impatto limitato sulla legge elettorale. Lo scorso marzo, infatti, è stata approvata una mini-riforma della legge elettorale che adegua automaticamente il numero di collegi uninominali al numero di componenti delle camere, in modo da evitare che la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari alterasse la quota di seggi assegnati col maggioritario prevista dal Rosatellum (circa un terzo).
Insomma, con il taglio non ci sarà bisogno di intervenire ulteriormente sulla legge elettorale, poiché i collegi uninominali (che oggi sono 232 alla Camera e 116 al Senato) diminuirebbero in proporzione: ne avremmo quindi 147 alla Camera e 74 al Senato. Anche i parlamentari eletti all’estero sarebbero meno, passando da 12 a 8 alla Camera e da 6 a 4 al Senato.
Maggioranza giallo-rossa con il Rosatellum
Se si andasse a elezioni con questa nuova cornice, come andrebbe la maggioranza giallorossa? Abbiamo provato a rispondere con una nuova simulazione, basata sulla distribuzione territoriale del voto emersa in occasione delle scorse Europee e dall’ultimo sondaggio Quorum/YouTrend per SkyTG24.
Lo scenario che abbiamo testato prevede una coalizione fra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, Europa Verde e La Sinistra al 46,2% dei consensi. La contrapposizione è con un centrodestra unito al 47,2%, con Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Cambiamo! di Giovanni Toti. Ma quando trasformiamo i voti in seggi con il Rosatellum i risultati sono sorprendenti: in entrambi i rami del Parlamento la coalizione oggi al governo sarebbe sull’orlo della maggioranza assoluta.
Camera dei Deputati
Per la precisione, alla Camera i giallo-rossi potrebbero contare su 199 seggi su 392. Basterebbe che ottenessero 2 degli 8 seggi riservati alla circoscrizione Estero per raggiungere la maggioranza assoluta. Le forze dell’attuale maggioranza potrebbero vincere in 78 collegi su 147, con una significativa differenza territoriale: vincerebbero infatti circa l’85% dei collegi delle regioni del Sud e delle Isole. Da Roma in su, invece, PD-M5S e alleati risulterebbero vincenti essenzialmente nei collegi dell’ex Zona Rossa e nelle grandi città.
Il centrodestra, al contrario, si imporrebbe prevalentemente nel Nord. Al di fuori dei collegi urbani di Torino, Milano e Genova, la coalizione a trazione leghista vincerebbe tutti i collegi del Nord Ovest, nonché quelli delVenetoe del Friuli-Venezia Giulia. In totale la coalizione guidata da Matteo Salvini otterrebbe 67 seggi nella componente maggioritaria. La Südtiroler Volkspartei si imporrebbe invece nei 2 collegi altoatesini.
Tutto questo giungerebbe a fronte di un sostanziale pareggio nel proporzionale: con il 46,2% complessivo, infatti, i giallo-rossi otterrebbero 121 seggi, mentre il 47,2% garantirebbe a Lega (84), Forza Italia (18) e FDI (21) un totale di 123 seggi. Alla fine, prima dei seggi attribuiti all’estero, la maggioranza di Zingaretti-Di Maio-Renzi avrebbe 9 seggi di vantaggio sulla coalizione Salvini-Meloni-Berlusconi.
Taglio dei parlamentari: Camera dei Deputati con il Rosatellum
Senato della Repubblica
Se guardiamo al Senato, anche qui ci sarebbe una maggioranza giallo-rossa: su un totale di 196 seggi – al netto dei 4 senatori eletti all’estero e dei senatori a vita – democratici, pentastellati e sinistra ne otterrebbero esattamente 101, 8 in più del centrodestra, fermo a quota 93.
Il vantaggio verrebbe costruito, come alla Camera, nel maggioritario: dei 43 collegi dall’Emilia Romagna in giù, centrosinistra e 5 Stelle ne perderebbero meno di dieci. In totale, i collegi vinti sarebbero 40, a fronte dei 32 del centrodestra e dei 2 di SVP.
Per quanto riguarda la quota proporzionale, qui assegnato su base regionale, ci sarebbe invece un pareggio preciso con 61 eletti per ciascuna coalizione.
Taglio dei parlamentari: Senato della Repubblica con il Rosatellum
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Spero che siano solo dati dopo un bel pò di
Orrida di sfiga e vedere i giallo rossi ancora al governo
Bell’articolo, sarebbe stato ancora meglio capire come andrebbero le elezioni se 5s e PD non si presentassero con una coalizione, ma con schieramenti separati.
Grazie buona serata
Dalla notizia sul taglio dei Parlamentari è da settimane che mi chiedo dove saranno impiegati i “tagliati”. Perché, si sa, in Italia, chi conquista una poltrona …non si schioda più! Ed è ancora risaputo che prima di fare le Leggi è pronto l’inganno!!! Ho cercato sul web, ho chiesto ad amici e parenti senza trovare alcuna risposta alla mia domanda. Ed è ancora più grave che neanche i media (TV, giornali, web, …) ne parlano.
Non è che per caso sul costo annuo di 249.600 euro per senatore, nel nuovo “impiego” che avrà il Parlamentare i costi saranno moltiplicati? Perché, credo proprio che i “tagliati” non vivranno col reddito di cittadinanza.
Grazie per l’attenzione, da Palermo, Calogero Rizzo.
ma io mi domando e mi chiedo …………..ma ci sara’ scritto da qualche parte che ogni persona ” TAGLIATA ”
andra’ a casa definitivamente …………si o no ………o come sempre
” ESCONO DALLE PORTE E RIENTRANO DALLE FINESTRE ……………………………………………………………………….
Qualcuno mi risponda x favore