Domenica 10 novembre la Spagna sarà chiamata nuovamente alle urne. Si tratta del quarto voto in quattro anni, ad appena cinque mesi di distanza dalle ultime elezioni. Un dato significativo, che lascia intendere quanto la Spagna sia oramai preda di una persistente instabilità politica.
A queste nuove elezioni si è giunti in seguito alla fallimentare negoziazione tra i socialisti di Pedro Sánchez (vincitori della scorsa tornata elettorale) e Unidas Podemos. Il leader del PSOE partiva da una posizione di forza con la maggioranza relativa dei seggi (123 su 350, rispetto ai 42 di Podemos) conquistata nel voto di Aprile. Eppure, tutto ciò non è bastato. Infatti, le richieste dei socialisti (ovvero la nomina nella squadra di governo di tecnici vicini a UP e non di membri del partito) avevano provocato la reazione stizzita dei dirigenti di Podemos e un rapido complicarsi delle trattative culminato nella mancata fiducia a Sánchez.
Lo scenario delle nuove elezioni
Così mentre ci si avvicina al voto di novembre ci sono ancora tanti nodi irrisolti. Fra questi, l’ingresso in campo di Mas Pais, un nuovo attore politico che sta già sparigliando le carte. Diamo quindi un’occhiata alla media dei sondaggi di ottobre fino ad oggi.
Spagna – la media dei sondaggi
Le intenzioni di voto ad ottobre vedono sempre in testa il PSOE con il 27,7% dei consensi. In seconda posizione troviamo il Partido Popular che si attesta al 20,5%. A seguire c’è il gruppo di Unidas Podemos con il 12,1%, mentre Ciudadanos si ferma al 10,8% e Vox rimane sui 9,7 punti percentuali.
A fare il suo ingresso nel panorama politico spagnolo c’è il nuovo movimento di Íñigo Errejón: Mas Pais che, stando alle ultime rilevazioni, avrebbe un valore pari al 5,4%. Proprio l’entrata in scena di Mas Pais sta contribuendo a complicare ulteriormente lo scenario spagnolo, di per sé già caratterizzato da una vasta pluralità politica. Difatti, la creatura di Errejon, ex numero due e ideologo di Podemos (fuoriuscito dal suo vecchio partito proprio dopo la rottura con Pablo Iglesias) ha già arruolato all’interno delle proprie fila alcuni deputati di Podemos della regione di Murcia.
Secondo quanto dichiarato da Errejón, Mas Pais punterà a formare un gruppo autonomo in Parlamento e per raggiungere questo risultato mira a formare alleanze con le sigle “minori” legate alle singole regioni. Inoltre, nell’annuncio della sua candidatura, il nuovo leader aveva specificato che il suo partito avrebbe evitato di correre nelle circoscrizioni più piccole, con un’operazione di desistenza a favore di PSOE e UP.
Cosa è cambiato da aprile?
Il tema con cui ancora bisogna fare i conti resta quello della formazione del governo. Infatti, nonostante i socialisti siano la prima forza politica del paese, questo ancora non basta per assicurarsi una maggioranza stabile. Anzi, dal confronto tra la media delle intenzioni di voto di ottobre e i risultati delle politiche di Aprile, vediamo il PSOE in calo di un punto percentuale. Avanza, invece, sempre dell’1% Unidas Podemos, nonostante la fuoriuscita di Mas Pais.
Del resto, anche lo scenario delle destre si rivela mutevole. Difatti mentre l’ultraderecha di Vox perderebbe solo lo 0,6% rispetto ad Aprile, il vero tonfo arriva in casa di Ciudadanos. Il partito di Rivera arretrerebbe di 5,1 punti percentuali. Un risultato probabilmente già annunciato se pensiamo al sondaggio di Sigma Dos secondo cui un elettore di C’s su quattro si era pentito del proprio voto dopo le elezioni di Aprile. In questa situazione a trarne vantaggio è proprio il PP di Casado che guadagnerebbe ben 3,8 punti rispetto alle ultime politiche dove aveva toccato il minimo storico.
Spagna – l’evoluzione dei consensi negli ultimi mesi
Il malcontento: lo stallo istituzionale preoccupa e delude
Da un altro sondaggio di 40dB per El País arriva un’istantanea dell’opinione pubblica spagnola alla vigilia delle nuove elezioni. Secondo quanto riportato dal quotidiano, oltre il 90% degli intervistati si sente deluso (35,7%), arrabbiato (33,9%) o preoccupato (22%) per la mancata formazione del governo. E i delusi sono in numero maggiore proprio fra gli elettori dei partiti protagonisti delle negoziazioni, ovvero il 37% del PSOE e il 40,8% di Unidas Podemos.
Infine, per completare il quadro, possiamo aggiungere un ultimo dato, decisamente eloquente. Difatti, stando a questa rilevazione, solo il 14,9% degli intervistati ha un’opinione positiva sull’ennesima tornata elettorale, mentre un’ampia maggioranza, ovvero quasi sette spagnoli su dieci (68,5%) giudica negativamente la ripetizione del voto.
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