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Iowa: l’inizio delle primarie democratiche USA

Il prossimo 3 febbraio si terranno i caucus dell’Iowa, prima e fondamentale tappa delle primarie americane. Come funzionano i caucus e chi potrebbe vincere questa volta?

L’Iowa è un piccolo stato del Midwest che conta poco più di tre milioni di abitanti, circa l’1% della popolazione americana. È uno degli stati più etnicamente omogenei d’America, dato che l’85% dei residenti è bianco. Ma da quando dopo il 1968 il Partito Democratico decise riformare il processo di selezione del candidato presidente, l’Iowa è anche il primo stato a votare per le primarie del Partito Democratico (e dal 1976 anche per quelle del Partito Repubblicano). Da molti analisti è ritenuto uno degli appuntamenti più decisivi nella corsa verso la nomina presidenziale, per via del momentum, lo “slancio” di cui può beneficiare il candidato che vince il primo appuntamento elettorale.

Una giornalista del Des Moines Register – il quotidiano più importante della capitale, Des Moines – descrisse l’Iowa come “non il primo stato perché importante, ma importante perché il primo stato”. In effetti, sette su dieci candidati democratici che dal 1972 a oggi hanno vinto i caucus dell’Iowa, hanno poi ottenuto la nomination su scala nazionale (ma solo due di essi sono stati poi eletti presidenti: Barack Obama nel 2008 e Jimmy Carter nel 1976). Tra i repubblicani il “fattore Iowa” sembra meno determinante: i vincitori che hanno poi ottenuto la nomination a candidato presidente sono stati solo tre su otto, con il solo George W. Bush a vincere le elezioni presidenziali nel 2000.

I candidati democratici vincitori dei caucus dell’Iowa dal 1972 al 2016

I candidati repubblicani vincitori dei caucus dell’Iowa dal 1976 al 2016

Le primarie del 2020 saranno poco significative per il Partito Repubblicano, dato che Trump si troverà a fronteggiare due candidati minori (l’ex governatore del Massachusets Bill Weld e l’ex membro della Camera dei Rappresentanti Joe Walsh) che non riusciranno a mettere in discussione la sua ricandidatura. Per quanto riguarda i democratici, invece, la corsa è apertissima, con 12 candidati a contendersi la nomination. Le primarie da seguire saranno dunque quelle del Partito Democratico, che avranno inizio il 3 febbraio con i caucus dell’Iowa e termineranno tra il 13 e il 16 luglio quando durante la Democratic National Convention verrà scelto il candidato sfidante di Donald Trump.

Cosa sono i caucus?

Uno dei motivi per cui l’Iowa vota per primo è il complesso sistema di scelta dei candidati chiamato caucus, adottato anche da altri due stati (Nevada e Wyoming), a differenza di tutti gli altri che svolgono le classiche primarie (aperte a tutti o esclusivamente agli iscritti dei rispettivi partiti). I caucus consistono in vere e proprie assemblee che si tengono in moltissimi seggi (ben 1.678 in Iowa più 99 nel resto del mondo), a cui possono partecipare solo gli iscritti al partito.

Nei caucus, ogni partecipante indica dunque – pubblicamente – la sua preferenza, schierandosi fisicamente in una zona del seggio. Dopo una prima fase, i sostenitori dei candidati che non hanno raggiunto la soglia di sbarramento, in quel seggio, possono lasciare il caucus oppure “riallinearsi” in un altro dei gruppetti dei candidati rimasti. Dopo questo riallineamento, in base alla percentuale che hanno ottenuto, i candidati si aggiudicano un determinato numero di delegati di seggio. Dopodiché, in base alla popolazione e al voto passato di ogni contea, i delegati di seggio vengono convertiti in 2.107 delegati statali.

Infine, i delegati statali dei candidati che hanno ottenuto almeno il 15% nei 4 distretti elettorali dell’Iowa e in tutto lo stato eleggeranno, rispettivamente, 27 e 14 delegati nazionali. L’Iowa, infatti, ha a disposizione solo 41 delegati sui 3.979 complessivi che si riuniranno a luglio durante la Democratic National Convention di Milwaukee per scegliere il candidato presidente. Nella notte del 3 febbraio, verso le 5 del mattino, verranno quindi annunciati tre importanti numeri: i risultati del primo round di votazioni, i risultati finali dopo il riallineamento, e il numero di delegati assegnati proporzionalmente a ogni candidato.

Cosa dicono i sondaggi sull’Iowa?

Caucus dell’Iowa: le previsioni di FiveThirtyEight

I risultati in Iowa, insomma, non sono solo il riflesso del candidato preferito dagli elettori democratici: sono molto importanti le seconde preferenze, su cui i partecipanti ai caucus si potrebbero riallineare nel caso in cui il proprio candidato risultasse sotto lo sbarramento. Alla luce di tutto questo e di una media ponderata dei sondaggi simile alla nostra Supermedia, il sito americano di analisi politica FiveThirtyEight ha elaborato una previsione sui voti dei candidati che mette al primo posto i due front runner: Bernie Sanders e Joe Biden.

Primarie democratiche USA: la media dei sondaggi nazionali

Sanders, che nel 2016 fu sconfitto dello 0,25% da Hillary Clinton in Iowa, si è molto rafforzato nei sondaggi nelle ultime settimane. Il dissidio con l’amica-rivale Elizabeth Warren al termine dello scorso dibattito, su una sua presunta frase in cui dubitava che una donna potesse essere eletta presidente, non sembra aver danneggiato il senatore del Vermont, che oggi è primo nei voti previsti con il 28%. Subito dietro si piazza l’ex vicepresidente Joe Biden, con una previsione pari al 27% dei consensi. Nei sondaggi nazionali, invece, Biden oggi guida ancora con il 26,5%, ma il suo margine su Sanders si è eroso nel mese di gennaio da 10 a 5 punti, rimettendo in gioco il ruolo di front runner.

Dietro i primi due candidati, potrebbero superare la soglia del 15% e ottenere delegati anche Pete Buttigieg, che si attesta al 19% nel forecast di FiveThirtyEight, e la stessa Elizabeth Warren, al 15%. Sembra invece arrancare la senatrice del confinante Minnesota Amy Klobuchar, in netto recupero negli ultimi sondaggi con diverse rilevazioni sopra il 10%, ma ferma all’8% nella previsione complessiva.

Nonostante queste previsioni, i sondaggi sulle primarie – e ancor più sui caucus – sono molto complessi, e tutto o quasi potrebbe ancora accadere. Per i candidati, insomma, il risultato in Iowa sarà probabilmente decisivo nel determinare il prosieguo delle primarie. Una vittoria, in particolare per un candidato non favorito, potrebbe stravolgere a suo favore il ciclo mediatico e amplificare notevolmente il suo momentum, trasformando un outsider in un potenziale front runner in vista delle prossime primarie in New Hampshire, Nevada e South Carolina, e del cruciale Super Tuesday del 3 marzo.

Gianluca De Feo

Trentino, grande appassionato di politica americana ed europea. Vive in Italia ma studia politica e storia del Nord America alla Freie Universität Berlin.

Giovanni Forti

Romano, studia Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Sant'Anna. Quando non è su una montagna, si diverte con sistemi elettorali, geografia politica e l'impatto delle disuguaglianze sul voto.

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