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Primarie South Carolina: tutto quello che c’è da sapere

Sabato 29 febbraio si terranno le primarie democratiche del South Carolina, ultimo appuntamento prima dell’attesissimo Super Tuesday del prossimo 3 marzo.

Nella giornata di sabato 29 febbraio saranno chiamati alle urne gli elettori della Carolina del Sud, che parteciperanno alla prima votazione totalmente “aperta” delle primarie democratiche. Ciò significa che potranno prendervi parte tutti i cittadini, compresi i non iscritti al Partito Democratico. Oltretutto, quest’anno il Partito Repubblicano ha cancellato le primarie in South Carolina, appoggiando ufficialmente la candidatura di Trump e assegnandogli automaticamente tutti i delegati. Per questo alcuni attivisti conservatori, sfruttando l’apertura delle primarie democratiche, stanno invitando i repubblicani a recarsi alle urne per votare il candidato avversario ritenuto più debole, in questo caso il “socialista” Bernie Sanders.

Le urne apriranno alle 7 (le 13, ora italiana) e chiuderanno alle 19 (l’una di notte in Italia), momento in cui inizieranno ad arrivare gli exit poll e in seguito i primi risultati ufficiali. Alla fine delle operazioni di scrutinio verrà assegnato un totale di 54 delegati, divisi proporzionalmente tra i candidati che supereranno la soglia del 15% nello Stato (19 delegati) e nei 7 collegi elettorali della Camera (35 delegati).

La rinascita di Joe Biden

Il South Carolina è un piccolo stato del sud-est degli Stati Uniti la cui popolazione ammonta a poco più di 5 milioni e 200 mila abitanti. Ciò che lo rende terreno di scontro elettorale particolarmente interessante dal punto di vista elettorale, però, è il fatto che il 27% della popolazione sia afroamericana. Questa comunità, peraltro, rappresenta una parte preponderante dell’elettorato Democratico; secondo gli Exit Poll CNN del 2016, è afroamericano ben il 61% dei partecipanti alle primarie Dem in South Carolina.

È principalmente per questo motivo che Joe Biden, ex vice del primo presidente nero della storia americana, Barack Obama, e candidato molto attento alle richieste della comunità afroamericana, sarebbe primo nei sondaggi. Al momento, Biden raccoglierebbe più del 35% dei consensi, un dato in crescita e in controtendenza rispetto al forte calo nelle intenzioni di voto registrate dopo le débâcle in Iowa e New Hampshire. Nella media di FiveThirtyEight, Biden era infatti passato dal raccogliere un supporto costantemente superiore al 35%, al 23,5% rilevato poco più di una settimana fa. La risalita degli ultimi giorni, che lo ha riportato al 37,5% è dovuta soprattutto al suo secondo posto nei caucus in Nevada. Non è da sottovalutare, però, anche l’impatto che potrà avere la buona prestazione durante il dibattito dello scorso 25 febbraio, quando Biden è apparso nettamente più in forma rispetto ai confronti precedenti.

Un ultimo evento rilevante, che tuttavia non ha ancora probabilmente mostrato il suo pieno impatto sui sondaggi (è avvenuto solamente mercoledì 26 febbraio) è l’endorsement per Joe Biden da parte del potentissimo deputato afroamericano Jim Clyburn. Clyburn, 80 anni, è Majority Whip della Camera (per gli amanti del genere, lo stesso ruolo inizialmente occupato da Frank Underwood in House of Cards).

Tra gli altri candidati considerati nella media, Bernie Sanders si attesterebbe al 18,5%, Tom Steyer al 12,9%, Pete Buttigieg all’8,2%, Elizabeth Warren al 7,2% e Amy Klobuchar al 4,2%. In realtà, qualche sondaggio aveva rilevato anche Mike Bloomberg (dato nella media al 9,5%), ma il miliardario newyorkese non sarà sulla scheda elettorale. Tra l’altro, in South Carolina non è permesso il cosiddetto write-in, cioè la possibilità di scrivere il nome di un ulteriore candidato in uno spazio apposito sulla scheda elettorale.

Meno 4 al Super Tuesday

Una vittoria in South Carolina potrebbe risollevare definitivamente la corsa alla presidenza di Joe Biden, in particolare se arrivasse con un vantaggio netto su Sanders. Mancano solo 4 giorni al decisivo voto del Super Tuesday e FiveThirtyEight ha simulato tre possibili scenari nei 14 Stati al voto il prossimo martedì 3 marzo.

Primarie South Carolina: la media dei sondaggi di FiveThirtyEight

Se Biden vincesse con più del 10% di margine in South Carolina, secondo il modello, nel Super Tuesday arriverebbe primo nella conta dei delegati in tutti e 7 gli stati del Sud al voto, compreso il Texas. Sanders, dal canto suo, vincerebbe in 6 Stati, fra cui la California, con Klobuchar in testa nel “suo” Minnesota. Guardando ai delegati, Sanders sarebbe primo con 578 e Biden secondo a 430, seguiti da Bloomberg (200), Warren (148), Buttigieg (92) e Klobuchar (44).

Se invece il vantaggio di Biden in South Carolina fosse inferiore al 10%, martedì Sanders potrebbe vincere in 11 Stati su 14. Perderebbe infatti solo Tennessee e Alabama, dove avrebbe la meglio Biden, e il Minnesota, dove Klobuchar lo supererebbe di misura. All’alba del 4 marzo, la situazione sarebbe questa: Sanders primo con 628 delegati e un grande vantaggio rispetto a Biden, fermo a 364. A seguire, Bloomberg con 210, Warren con 146, Buttigieg a 96 e Klobuchar a 45.

Infine, nell’improbabile eventualità in cui fosse Sanders a vincere in South Carolina, la corsa sarebbe praticamente chiusa. Il senatore del Vermont, stando al modello, vincerebbe in tutti gli Stati del Super Tuesday, ottenendo ben 757 delegati. Il distacco di Biden (230), Bloomberg (228), Warren (131), Buttigieg (98) e Klobuchar (46) sarebbe praticamente incolmabile.

Giovanni Forti

Romano, studia Economics all'Università di Pisa e alla Scuola Sant'Anna. Quando non è su una montagna, si diverte con sistemi elettorali, geografia politica e l'impatto delle disuguaglianze sul voto.

Gianluca De Feo

Trentino, grande appassionato di politica americana ed europea. Vive in Italia ma studia politica e storia del Nord America alla Freie Universität Berlin.

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