Ciò che accomuna quasi tutti i leader (eccezione fatta per Giuseppe Conte, Nicola Zingaretti e Roberto Speranza) è un picco negativo nella giornata del 24 febbraio: Silvio Berlusconi perde oltre 1.200 fan, Matteo Salvini registra un -681, Renzi -584, Di Maio -444, Meloni -237. Probabilmente, questo calo è dovuto a controlli periodici che culminano nell’eliminazione, da parte di Facebook, degli account falsi, duplicati o BOT che, come sappiamo, a volte rivestono un ruolo attivo nella propaganda politica.
Dal punto di vista del messaggio ci sono diversi elementi in comune fra i leader presi in considerazione. Tutti, nei primi giorni dopo il primo caso di Codogno, faticano a trovare un messaggio forte ed efficace in una situazione inedita, e molti di loro nei giorni seguenti, probabilmente anche inseguendosi a vicenda, commettono l’ingenuità di deviare sul tema del rilancio economico, sottovalutando l’emergenza sanitaria.
Soprattutto sin dai primissimi giorni c’è un richiamo alla collaborazione che accomuna tutti tranne Matteo Salvini, deciso a sfruttare la situazione per mettere in difficoltà Conte prima di virare anche lui su toni moderati.
Ma quando i primi decreti hanno certificato la gravità della crisi sanitaria, dal 4 marzo (chiusura delle scuole), e soprattutto dopo il 7 marzo (estensione delle zone rosse), si nota un picco nei leader che riescono a creare empatia con il proprio elettorato. In un momento di grande difficoltà alcuni politici più di altri sono stati in grado di responsabilizzare, rassicurare e anche creare un contatto emotivo col pubblico, spesso rivolgendosi direttamente alle persone attraverso lo strumento delle dirette video.
In tempi di crisi le persone “seguono” virtualmente i leader per restare aggiornati e avere informazioni chiare, certificate e trasparenti: in questo si sono distinti soprattutto i ministri Speranza e Di Maio, oltre che Giuseppe Conte.
Ma a fare davvero la differenza sono stati i leader capaci di combinare toni moderati, autorevolezza e empatia, come Giuseppe Conte nel periodo fino ad ora più complicato della crisi, Giorgia Meloni rivolgendosi alle famiglie in difficoltà per la chiusura delle scuole, e Nicola Zingaretti con il suo celebre video.
I leader che invitano alla calma ed evitano di calcare il proprio posizionamento politico per cercare visibilità con la crisi sono proprio quelli che, acquistando molti fan nella fase acuta della crisi e mantenendo un andamento costante nell’intero periodo considerato, acquisiscono maggior seguito. E, forse, anche maggiore credibilità.
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